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I Free papers non influiscono sui consumi dei quotidiani tradizionali
Ultimo Rapporto dell’ Osservatorio quotidiani Fieg-sindacati

(http://www.ediland.it/osserv/CCNL/osservatorio)

(16 dicembre 2004) – (…) Va notato come la presenza dei free papers non sembri influire granché sul consumo di quotidiani tradizionali, né in negativo - sottraendo lettori alla diffusione a pagamento - né per il momento in positivo, con la creazione di una abitudine alla lettura che possa trasferirsi successivamente ad altre forme di comunicazione stampata.
La serie storica della diffusione dei quotidiani ci dice invece che il consumo di carta stampata è stazionario da circa dieci anni, da quando cioè, dopo che per tutti gli anni Ottanta il consumo di quotidiani era salito incessantemente sino a sfiorare i sette milioni di copie al giorno, tra il 1991 e il 1995 si registrò un calo diffusionale complessivo superiore al 12%.

I dati diffusionali vedono l’ Italia a “metà classifica”, con 158 copie diffuse per 1.000 abitanti, ma in netto progresso rispetto alle 118 copie del 2003. Un progresso così repentino si spiega con l’inserimento tra le copie diffuse, per la prima volta, di circa 2,1 milioni di copie giornaliere di quotidiani gratuiti che sino all’ edizione dell’anno scorso del rilevamento erano omessi dal conteggio.

La “free press”, d’altra parte, è un oggettivo fattore di allargamento del mercato dei quotidiani nel nostro Paese, al di là delle legittime opinioni che si possono avere sulla sua validità o meno dal punto di vista economico ed editoriale.

istituito dal Contratto poligraficion o senza i quotidiani gratuiti, comunque, i dati sulla lettura dei quotidiani in Italia rimangono su livelli piuttosto modesti, per una serie di ragioni che questa pubblicazione non manca di richiamare ad ogni edizione: limitata scolarizzazione complessiva, “istituzionalizzazione” del mezzo televisivo come mezzo principe per l’intrattenimento, l’informazione e la comunicazione pubblicitaria, difficoltà del sistema distributivo a raggiungere in maniera capillare ed efficiente il lettore-consumatore.

(http://www.ediland.it/tm035/tm035007.pdf)

Continua

INDICE

Introduzione

1) Un’ altra anomalia italiana
L’ esclusione dei quotidiani gratuiti da Audipress e Ads
Intervista ad Alexander Koeb

2) Metro, City, Leggo
Tre quotidiani per tre milioni di copie


Il popolo della free-press in Italia
1.738.000 lettori nel giorno medio
(Eurisko, 17 febbraio 2005 )

3) Sarà l’ era della free press?

Free press: City, Metro e Leggo, nuovi astri nella Galassia Gutenberg tra web e tv
di Micol Mazzeo

4) Se nessuno lo compra, perché tutti lo pianificano?
(Inserzione Publikompass per Metro)

Metro international: investiti 220 milioni di euro in dieci anni
Intervista a Pelle Tornberg, presidente e CEO di Metro international
(da Dagens Nyheter, Stoccolma)

5) Negli Usa la free press punta in alto
L’ Examiner diventa gratuito e consegnato a casa senza costi per sfidare il Washington Post
di Giuliana Ferraino

6) La rivoluzione della free press
(Megachip.info)


E ora tocca ai magazine, le bibbie del divertimento
Colorate e dalla grafica accattivante, le nuove pubblicazioni sono rivolte a un pubblico di giovanissimi
di Giovanna Canzi

7) E la Fieg?

Cheli: la free press ci avvicina alla media dei lettori europei
L’ indice diventa 145 su mille, come in Francia
(di Silvia Lambertucci, Ansa)

Rapporto Asig (Associazione stampatori giornali)
Nel 2003 l’ industria dei quotidiani flette ma cresce la free press

I Free papers non influiscono sui consumi dei quotidiani tradizionali

Un convegno Ifra
(novembre 2002)

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