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Negli Usa la free press punta in alto
L’ Examiner diventa gratuito e consegnato a casa senza costi per sfidare il Washington Post
di Giuliana Ferraino

 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2005/02_Febbraio/25/freepress.shtml) 

L’obiettivo è aggressivo: «The Examiner» non solo vuole sfidare uno dei quotidiani più importanti e autorevoli degli Stati Uniti, il «Washington Post», cercando di conquistare i suoi sofisticati lettori, maanche imporre un nuovo modello di free press. Il formato è quello tabloid, che usa il colore su parecchie pagine compresa la prima. Ha una foliazione che varia da 64 a 72 pagine, ma arriva fino a 90, a seconda delle inserzioni. Si mantiene esclusivamente grazie alla pubblicità, che oggi occupa il 40% dello spazio, ma il target è di salire al 60%, a scapito delle notizie. Chiude i bilanci in nero. Offre un’informazione, che tra le sue fonti annovera il New York Times News Service e l’Associated Press. Esce cinque giorni a settimana, oltre a un’edizione weekend. Ha uno staff di 56 giornalisti fissi, ereditati dai «Virginia’s Journal Newspapers», i giornali a pagamento comprati da Anschutz lo scorso settembre e poi ribattezzati «The Examiner», e conta su 150 collaboratori.

«Siamo la free press di nuova generazione.Vogliamo diventare il nuovo "Us Today". Già oggi siamo il secondo quotidiano della capitale— dichiara il direttore Nicholas Horrock, ex giornalista del "New York Times" e del "Chicago Tribune".—I grandi giornali a pagamento perdono lettori, noi li conquistiamo. Prevediamo di salire a 300 mila copie nei prossimi 6 mesi. Come facciamo a permetterci la consegna a casa? Vendiamo la pubblicità a un terzo del prezzo delmercato e risparmiamo sui costi del personale: abbiamo 56 giornalisti fissi, un decimo di quelli del "Washington Post", il "New York Times" ne ha addirittura un migliaio ». L’esperimento è partito un anno fa a San Francisco, dove «The Examiner » era un quotidiano locale a pagamento.

Oggi nell’area della Baia distribuisce 160 mila copie, di cui 110 mila a domicilio. Ma, rivela Horrock, si sta già preparando lo sbarco in una terza città, per ora segreta. Per poi lanciare un’offensiva su larga scala, visto che il Clarity Media Group di Anschutz ha registrato la testata in quasi 70 città americane. Se l’esito dell’operazione è incerta, ci sono almeno due buoni motivi per seguire con attenzione l’avventura dell’Examiner. Uno: anche se con un certo ritardo, l’Europa ha l’abitudine a copiare l’America, nel bene e nel male. Due: anche un mostro sacro della stampa internazionale come il «New York Times» ha cambiato idea sulla free press e all’inizio dell’anno ha comprato il 49% di «Metro Boston», tabloid gratis della capitale del Massachusetts in joint venture con lo svedese Metro. Ultimo big a piegarsi dopo lo stesso «Washington Post» e il «Los Angeles Times».

Continua

INDICE

Introduzione

1) Un’ altra anomalia italiana
L’ esclusione dei quotidiani gratuiti da Audipress e Ads
Intervista ad Alexander Koeb

2) Metro, City, Leggo
Tre quotidiani per tre milioni di copie


Il popolo della free-press in Italia
1.738.000 lettori nel giorno medio
(Eurisko, 17 febbraio 2005 )

3) Sarà l’ era della free press?

Free press: City, Metro e Leggo, nuovi astri nella Galassia Gutenberg tra web e tv
di Micol Mazzeo

4) Se nessuno lo compra, perché tutti lo pianificano?
(Inserzione Publikompass per Metro)

Metro international: investiti 220 milioni di euro in dieci anni
Intervista a Pelle Tornberg, presidente e CEO di Metro international
(da Dagens Nyheter, Stoccolma)

5) Negli Usa la free press punta in alto
L’ Examiner diventa gratuito e consegnato a casa senza costi per sfidare il Washington Post
di Giuliana Ferraino

6) La rivoluzione della free press
(Megachip.info)


E ora tocca ai magazine, le bibbie del divertimento
Colorate e dalla grafica accattivante, le nuove pubblicazioni sono rivolte a un pubblico di giovanissimi
di Giovanna Canzi

7) E la Fieg?

Cheli: la free press ci avvicina alla media dei lettori europei
L’ indice diventa 145 su mille, come in Francia
(di Silvia Lambertucci, Ansa)

Rapporto Asig (Associazione stampatori giornali)
Nel 2003 l’ industria dei quotidiani flette ma cresce la free press

I Free papers non influiscono sui consumi dei quotidiani tradizionali

Un convegno Ifra
(novembre 2002)

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