VII - Conclusioni

3 - Giornalisti tra arsenico e cicuta

L'arsenico chavista e la cicuta golpista: è l'alternativa che, secondo Pablo Antillano (Appendice 29), continua a trovarsi di fronte il giornalismo venezuelano e che non può produrre altro che "pratiche di cattivo giornalismo". Ma, "quello che è più grave, lascia l'opinione pubblica, i cittadini senza informazione credibile, senza media credibili".

"L'attuale confronto politico impedisce a giornalisti e media - militanti e combattivi - di vedere che queste pratiche di cattivo giornalismo indeboliscono le proprie cause. Intaccano l'immagine di qualità giornalistica che si esige dai media di rilievo, indeboliscono l'impatto delle loro denunce e campagne, erodono la credibilità delle sue posizioni e interessi e li rende vulnerabili alla loro utilizzazione da parte di terzi. Ma, quello che è più grave, lascia l'opinione pubblica, i cittadini senza informazione credibile, senza media credibili. La democrazia resta nuda senza l' autorità dei media e gli strumenti di discernimento e orientamento. È più solida una democrazia con media forti perché credibili, che con media forti perché compromessi".

Che fare? Innanzitutto capire che la mediocrazia è l'opposto della democrazia.

- In democrazia la giustizia la impartiscono i giudici e i tribunali; nella mediocrazia sono i media che assolvono e condannano.

- In democrazia la verità sorge dai fatti e dall'analisi; nella mediocrazia la verità è in ciò che mostrano gli schermi.

- Nel sistema giudiziario della democrazia l'accusato ha diritto a un difensore ed è innocente fino a quando non si provi il contrario; nella mediocrazia l'immagine è accusa, prova e verdetto, e la condanna è irreparabile e inappellabile.

E così via.

Pablo Antillano, infine, crede che ci sia spazio ancora per seguire le regole classiche del buon giornalismo .

"Crediamo - dice - che non sia difficile ricostruire il sistema informativo venezuelano, severamente deteriorato, se si ristabiliscono alcuni principi professionali tesi ad attenuare l'eccesso di opinione dei desk redazionali e, in particolare, se si seguono le regole classiche del buon giornalismo, che contempla la verifica dell'informazione ottenute da terzi, il non dar credito ai si dice o alle voci relative a terzi senza il dovuto controllo, usare le fonti con precisione, evitare al massimo i condizionali, perseguire il rigore e la precisione, utilizzare con proprietà le fonti documentali, informare sempre sulla base dei fatti e fornire le opinioni dei diversi campi in casi controversi, non accusare nessuno né sospettarlo di qualche reato se non si hanno indizi sufficienti e tali da poter essere sottoscritti da istituzioni esterne al periodico, riprodurre le citazioni con esattezza, fare i titoli in accordo con il servizio, coltivare l'eleganza linguistica, evitare le espressioni offensive, coltivare l'uso ponderato delle inchieste per evitare di essere utilizzato in conflitti di interesse. Altrimenti moriremo avvelenati, o con l'arsenico chavista o con la cicuta golpista."

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Dossier FNSI a cura di Pino Rea | Impaginazione e grafica Filippo Cioni