Crozza e i giornalisti: l’informazione in Italia diventa oggetto di satira

La prima puntata di Fratelli di Crozza, il nuovo programma televisivo di Maurizio Crozza che segna il suo trasferimento a Nove, il canale sul digitale terrestre di Discovery channel, ha avuto un taglio diverso dalla precedente satira dell’attore genovese in “Crozza nel Paese delle meraviglie”.

Nel passato i soggetti delle caricature di Crozza erano i politici, ora per lo più sono stati i giornalisti: come Maurizio Belpietro, Maurizio Mannoni, Giovanna Botteri e Federico Rampini.


Crozza ha aperto il programma con un lungo monologo sul giornalismo in Italia con critiche pesanti sul modo di fare informazione nel Belpaese. E’ partito prendendosela con la deriva filo renziana di Repubblica, per passare ai giornali di centrodestra tendenzialmente razzisti o ai giornalisti gauce caviar del Tg3.

 

Poi è andato giù pesante:

” Gran parte del nostro giornalismo è un  cicinin diverso dal giornalismo anglosassone. La Stampa americana che sia di destra o di sinistra se deve giudicare qualcuno è sempre indipendente, cercano di essere obiettivi nel bene e nel male.  Per noi italiani questa cosa è assurda. Loro come prima cosa separano i fatti dalle opinioni. Noi sputiamo giudizi e poi cerchiamo di attaccarci alle notizie intorno.

Il giornalismo anglosassone ci insegna che quando si da una notizia si deve rispondere alle 5W : Who What, When, Why, Where.  Nel giornalismo italiano ci sono le 5C Come, Chi, Cosa hai detto al mio amico, Ci gaudagno, Che c….o me ne frega “.

 

Crozza è un ottimo conoscitore dell’opinione pubblica e del suo sentiment. Se ha deciso che fare satira sui giornalisti è più corrosivo che farlo sui politici vuol dire che i giornalisti mainstream in Italia hanno una reputazione e una credibilità tendente al ribasso.

 

Dal nostro specifico punto di vista occorrerà ragionarci sopra al più presto e  senza falsi pudori.

 

L’audio integrale del monologo sul giornalismo italiano di Maurizio Crozza, a questo link il video integrale

 

Un commento

  1. E’ una satira corrosiva ma intelligente quella di Crozza (e dei suoi bravi autori). Sul giornalismo purtroppo non è ancora stata aperta la pagina critica che meriterebbe, soprattutto per l’omertà dei diretti interessati. E quando si scoprirà la pentola purtroppo sarà troppo tardi, soprattutto per i media cartacei la cui credibilità è scesa a pianoterra.

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