Napoli/ 1 – Youth media days, fra inviati di guerra e problemi del precariato

Agli incontri napoletani una forte mobilitazione sui temi del futuro del giornalismo –  Oltre 800 partecipanti da varie parti d’ Italia – La testimonianza di Pino Scaccia e il dibattito sull’ accesso alla professione e le scuole di giornalismo – Mobilitazione sui temi dell’ equo compenso – Si cominicia già a pensare alla prossima edizione

 

 

 

di Francesca Ferrara

 

Un bilancio decisamente positivo quello del Festival del Giornalismo Giovane, a pochi giorni dalla sua conclusione, sia per la partecipazione di giovani under35 provenienti da tutta Italia,  e sia anche per la presenza degli over35 maggiormente coscienti e sensibili alle tematiche del settore  discusse  durante i vari panel.

“Abbiamo avuto oltre 800 partecipanti e siamo riusciti a mobilitare il dibattito tra i giovani”, commenta su Youtube Simone d’Antonio, presidente dell’ associazione.

 

Un testimonianza particolare, esposta con un gran senso di umanità e semplicità è stata quella di Pino Scaccia, inviato di guerra TG1, in pensione da un anno. Il suo workshop si è tramutato in una vera e propria “lectio” dal fronte.

 

Nel confronto con la giovane platea, Pino Scaccia ha sottolineato le difficoltà che si incontrano sul campo, non in ultimo il rischio per la propria incolumità fisica. E ha posto apertamente la domanda: ”Voi siete sicuri che volete fare questo mestiere?”. Da questo interrogativo è scaturita un’ altra parentesi del workshop che ha animato i presenti: l’ accesso alla professione. Vecchio praticantato a confronto con gli stage delle scuole di giornalismo e da questa riflessione è nata ancora un’ altra domanda:” Le scuole di giornalismo, così come sono strutturate oggi in Italia, soddisfano le richieste di formazione degli aspiranti giornalisti? Offrono tutti gli strumenti per poter svolgere il mestiere?”

 

La risposta complessiva è stata “NI” perché se da un lato i master di giornalismo offrono una infarinatura generale per il giornalismo cartaceo e radio/televisivo e web, dall’altro lato ci sono aspetti del giornalismo che si imparano solo ed esclusivamente sul campo, vivendo le dovute situazioni del caso, come, ad esempio, l’ addestramento come inviati di guerra.

 

 

Altro momento interessante  è stato il panel sul Precariato Giornalistico. Sabato 22 settembre la sala del terzo piano del PAN  era gremita di precari e precarizzati, abusivi e collaboratori non rispettati economicamente. È stato un panel acceso a cui hanno partecipato i rappresentanti dei coordinamenti dei giornalisti precari Ciro Pellegrino (per la Campania) e Valeria Calicchio per il Lazio (Errori di Stampa). Presente anche il presidente dell’OdG Campania  Ottavio Lucarelli.

 

Ha colpito molto la platea la testimonianza di Amalia De Simone, ex collaboratrice de Il Mattino, oggi Corriere della Sera, nonché direttore responsabile di Radio Siani (www.radiosiani.com).  Protagonista di una notevole ed eclatante case history moderna su come vengono trattati i collaboratori nelle redazioni e testimonianza viva di come la corretta attività giornalistica, in taluni casi,  venga ostacolata dai vertici redazionali.

 

All’incontro è intervenuto anche il Sindaco Luigi de Magistris che ha raccontato il suo punto di vista come ex magistrato e come amante della scrittura e soggetto pubblico che è in perenne contatto con il mondo giornalistico:”Senza indipendenza non vi può essere pluralismo. Immaginate il danno che fa alla società un giornalista non autonomo che non racconta i fatti come dovrebbe ma secondo  diktat.  I giornalisti devono essere guardiani dei poteri. La funzione del giornalista è unicamente quella di rispondere all’art.21 della Costituzione”.

 

Importante è stata la nota sull’appello fatto dal portavoce del CGPC, Ciro Pellegrino,  affinché il Sindaco sorvegli nell’amministrazione comunale che ai giornalisti venga applicata la Legge 150/2000. (00:51” del video). Non è mancato il ricordo, da parte del Sindaco, a proposito della libera attività giornalistica, su Giancarlo Siani, abusivo de Il Mattino ucciso  nel 1985 dalla Camorra perché raccontava, senza sbavature, il territorio campano compromesso dalla criminalità.

 

L’appello che fa Valeria Calicchio ai presenti è quello di leggere la Carta di Firenze perché è la carta deontologica dove sono scritti i diritti di chi aspira a lavorare nel mondo dell’informazione giornalistica. La seconda nota del portavoce del Coordinamento Errori di Stampa è sull‘ Equo compenso, appello che invita a firmare sul sito di Art.21

 

Il presidente campano dell’OdG parla chiaro:”Non sarete mai assunti e nel modo più ottimista possibile lavorerete da freelance” sottolinea Lucarelli e aggiunge:”I pensionati non possono fare gli abusivi nelle redazioni e non possono togliere il lavoro ai giovani, non possono fare i cronisti e nel nome di Giancarlo Siani possiamo portare avanti questa battaglia”. (00:37” del video)

 

Altra pagina nera del giornalismo campano è stata raccontata da Valerio Ceva Grimaldi di Terra (http://www.terranews.it/) che ha vissuto sulla propria pelle il declino di una testata con accumulo di stipendi arretrati dalla scorsa primavera (1:20”), ben nove buste paga, raccontando la vicenda in tutta la sua assurdità e mancanza di etica da parte dell’editore.

 

Si pensa già alla futura edizione del Festival  e, per chi c’era e chi non c’era, frase più appropriata a questo dibattito non poteva essere quella di de Magistris:”Da un Festival così importante mi aspetto che possa venire una grande spinta per la risoluzione dei problemi nel mondo giornalistico”.

 

Ce lo auguriamo anche noi.

 

 

Per chi volesse rivedere gli interventi oppure recuperarli, è possibile trovare materiali on demand su http://www.roadtvitalia.it  e http://www.federicotv.it/

 

Sul sito dell’OdG vi è una sezione dedicata al precariato giornalistico http://precariato.odg.it/