Qualche spunto per gestire i contenuti sul mobile

Mobile-content-300x300  Smartphone e tablet fanno parte del quotidiano di ognuno di noi. Questi dispositivi mobili sono anche il luogo nel quale ci informiamo quotidianamente, grazie soprattutto alle timeline dei social media ma anche grazie ai siti web di quotidiani, magazine e ai blog.
 
Presentiamo qui qualche spunto in rete su come affrontare e gestire i contenuti sul mobile. Il tema è affrontato da diverse angolazioni partendo del modello di business fino ad arrivare al corretto uso degli attrezzi del mestiere. 
 

 di Claudia Dani

 

Un sito semplice o un’ app sono più efficaci quando appaiono su mobile rispetto a un’ offerta più complessa: è una affermazione di David Payne, Chief Digital Officer della Gannett Company Inc.(la più grossa media company negli USA, USA Today e Usa Weekend tra gli altri) che viene presa come punto di partenza della riflessione che Sarah Marshall fa su Journalism.co.uk riguardo ai contenuti per mobile.

 

Il claim di fondo è all’insegna del “less is more” (meno è meglio), suggerito da Payne nel corso della due giorni Mobile Media Strategies svoltasi a Londra. Marshall affronta diversi aspetti delle reazioni e soluzioni che si sono cercate e applicate per rispondere alle esigenze del mobile.

 

Banner pubblicitari: la strategia di Gannet è quella di seguire le orme di Facebook o Instagram e non di pensare di guadagnare dai banner pubblicitari.

 

Apps popolari. La strada che il colosso statunitense sta intraprendendo per crescere nel mobile comprende il monitoraggio e la scelta delle applicazioni più popolari. Payne afferma:” il business dei media è sempre stato in grado di creare comportamenti abituali e ora ne abbiamo uno nuovo: le persone controllano il loro smartphone molte volte al giorno”.

 

Less is more. Cercare di fare più cose insieme è una delle priorità che le app si danno ma non sempre è un bene.

 

Marshall riporta, poi, la riflessione conclusiva di Payne sulla possibilità di monetizzazione sui dispositivi mobili. Egli afferma che una strategia pubblicitaria interessante sta nel mettere da parte l’ hardware che sta dietro un editore (che si tratti di uno smartphone android o di un e-reader kindle) in cambio di un abbonamento al software, che nel caso dell’ editoria  sono i contenuti digitali.

 

Spostandoci su Zemanta.com , piattaforma di contenuti, l’ attenzione è rivolta non a strategie business ma più all’uso degli strumenti: il primo consiglio è quello di ridurre il numero delle immagini e la loro dimensione – quanto è spiacevole non riuscire a vedere sullo smartphone una immagine che ci mette troppo ad aprirsi. Poi, aggiunge, se ci fosse ancora qualcuno che lo fa, meglio evitare i contenuti in flash ma usare invece linguaggio html5. Non dimenticare di ridimensionare i video in modo che siano visibili al meglio da mobile.

 

PRDaily addirittura suggerisce la lunghezza dei comunicati stampa in modo che siano più facilmente pubblicati su mobile, il numero magico è 400 parole. Suggerisce fortemente di inserire il bottone ‘invia via email’ , d’ altronde siamo sul mobile, e non dimenticare di inserire tutti i link che forniscono ulteriori informazioni. E ancora fare in modo che le citazioni siano tweetabili. Inoltre, se fosse ancora necessario dirlo, scrivere testi chiari e concisi. Usando paragrafi brevi ed elenchi puntati.

 

Imediaconnection.com aggiunge aspetti che riguardano il mero uso manuale del dispositivo: porre attenzione alla possibilità di cliccare facilmente sui link,lasciando spazio sufficiente per farlo. In un altro post, dedicato alla strategia business, si suggerisce l’ uso dei coupon digitali contenenti sconti o il sistema dei voti che dovrebbero coinvolgere maggiormente i lettori.

 

Per chiudere è notizia di questa mattina, online  sul Guardian, che più di 20 milioni di persone utilizzano i tablet (fonte emarketer.com). In Italia, secondo l’ ISTAT nel 2012  “il 28,6% degli individui di 14 anni e più che hanno usato Internet nel periodo analizzato si è connesso alla rete da luoghi diversi da casa o dal posto di lavoro mediante un telefono cellulare, smartphone o altro dispositivo mobile”.