Volunia, il social browser ‘’tutto italiano’’, sbatte contro la Rete

Si parla di flop, di fallimento annunciato, di disfatta epica (epic fail), anche se la stampa tradizionale cerca di sfumare l’ accoglienza disastrosa che la nuova piattaforma ha ricevuto negli ambienti digitali.
Fra i critici più lucidi Luca Conti che, su Pandemia, ha intitolato ‘’Volunia bocciato alla prova su strada’’  le sue considerazioni sul nuovo ‘’motore di ricerca social’’, tutto italiano, messo a punto da Massimo Marchiori e presentato lunedì (qui un video della presentazione) in pompa magna.

 

Conti ha analizzato le performance di Volunia attraverso una serie di prove tecniche concrete e i risultati non sono incoraggianti per il nuovo motore di ricerca.

 

Il nazionalismo serve a poco – commenta Conti –. O il prodotto funziona e soddisfa l’aspettativa creata, oppure finisce presto nel dimenticatoio senza appello. La curiosità e la notorietà sono fondamentali per stimolarne la prova, ma se sotto il cofano il motore non romba si va poco lontano. Volunia purtroppo non soddisfa le aspettative.

 

 

In particolare, osserva Pandemia – alla prova della rilevanza, che è ciò che l’utente cerca prima di tutto, Volunia anzi è severamente bocciato.Lentezze, incongruità, vuoti.

 

In ogni caso, più che un motore di ricerca classico, Volunia è ‘’una piattaforma per cominciare a navigare e commentare siti, navigando, con gli altri membri della community (e in futuro degli amici?). Ogni volta che clicco su un risultato e navigo, ho una barra di fianco a me per lasciare un commento e vedere quelli altrui. Ho una barra in testa che mi dice chi altro è sulla pagina. Posso fare una ricerca sui membri di Volunia con visibilità pari a quella della ricerca.

 

In breve, Volunia vuole vincere dove altri fino ad ora hanno fallito, vedi Google Sidewiki, Flock, Rockmeit e altri. Ci riuscirà? Se la strategia è attirare l’utente e fidelizzarlo con il motore di ricerca, per poi farlo navigare loggato a Volunia e commentare il web in compagnia – commenta Conti -, credo fallirà miseramente. Non c’è nazionalismo che tenga.

 

Capisco che promuovere un servizio come semplice social browsing, invece di motore di ricerca, spegne la fantasia dell’immaginario collettivo del Davide contro Golia/Google, dell’Italiano che si batte nell’arena dei motori di ricerca (uno degli ambiti più competitivi sul web, da sempre), ma tutta la stampa ottenuta oggi non serve a nulla, se non ad attirare utenti che resteranno delusi e non torneranno molto presto.

 

Un merito a Volunia bisogna riconoscerlo. Usandolo – aggiunge – mi ha fatto rendere conto come Google non sia un banale motore di ricerca, ma un servizio web che funziona e che ti aiuta a cercare, con i suggerimenti di ricerca, con il correttore automatico in caso di errore di digitazione, con i risultati universali (pagine, notizie, immagini, video insieme), con le notizie fresche, con una grafica essenziale ma funzionale. Lo usiamo tutti i giorni e pensiamo sia sempre stato così, ma non è vero. Google è una macchina da guerra che ha il monopolio in Italia e in Europa perché è stato il più bravo a fornire un servizio dove altri hanno fallito, proprio in termini di rilevanza.

 

Per favore – conclude Luca Conti -, non chiamare Volunia un motore di ricerca, perché non c’è concorrenza e, considerando gli investimenti richiesti per essere innovativi, non sarà competitivo su questo fronte né tra un mese, né tra un anno’’.