Giornalismo: contro l’ opinionismo sempre più aggressivo, tornare alla verità

E’ la riflessione attorno a cui ruoterà il nuovo incontro di presentazione della Ricerca su informazione e pubblicità realizzata dal Gruppo di lavoro ‘’Qualità dell’ informazione e pubblicità’’ dell’ Ordine dei giornalisti e dal Laboratorio di ricerca sulla Comunicazione avanzata (LaRiCA) dell’ Università di Urbino in programma la mattina dell’ 8 marzo a Roma (sede dell’ Odg, Via Parigi, 11, ore 11,30).

 

Il pluralismo delle voci non giustifica l’ opinionismo aggressivo e impudente e l’ abbandono ostentato di qualsiasi rispetto nei confronti della verità (anche solo putativa) dei fatti. Il concetto che la verità stia nel tutto è una astrazione che va denunciata e superata, perché diventa un alibi per qualsiasi deformazione informativa offrendo la comoda giustificazione secondo cui l’ opinione pubblica riuscirebbe a trovare in ogni caso un giusto equilibrio informativo e quindi a formarsi un’ opinione equilibrata.

 

Non è solo il tumultuoso processo innovativo  delle tecnologie che canalizzano l’ informazione a influenzare i comportamenti sociali e politici, ma anche – osserva in particolare Michele Urbano in un approfondimento della sua relazione – ‘’l’  opinionismo aggressivo (si pensi a qualche giornale o a qualche talk show), dove la partigianeria viene orgogliosamente esibita e che spesso rende difficile distinguere tra notizie  e commenti’’.

 

‘’E’ ora di cominciare ad ammettere – osserva Urbano – che alcune teorie democratiche in cui ci siamo cullati per decenni erano in realtà semplici miti, utili forse a quietare le nostre coscienze professionali, ma che nel concreto della realtà quotidiana erano pure astrazioni’’.

 

Ed è ora quindi di denunciare come un grosso problema le implicazioni deontologiche di questo progressivo e ostentato abbandono della distinzione fra fatti e opinioni a favore di una partigianeria sempre più cattiva e di pancia (più che di testa) – vedi quel titolo ”E’ solo un cretinetti” sparato dal Giornale in prima pagina per definire il povero No-Tav caduto dal traliccio -.

 

Vanno quindi individuati dei nuovi strumenti per ribadire i vecchi principi deontologici che sono l’ essenza del giornalismo onesto:

 

– la lealtà verso il lettore
– il rispetto della verità.

 

E per intervenire concretamente contro chi li calpesta.

 

Da qui le proposte di

 

– un difensore civico dell’ informazione, esterno al mondo della professione giornalistica;

– un costante monitoraggio di quello che accade nel mondo dell’ informazione nel nostro paese dotando gli Ordini, sia a livello nazionale che a livello locale.