Il 5G nel PNRR – una ricognizione e qualche considerazione

La pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2. L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla crisi sanitaria. Le prime chiusure locali sono state disposte a febbraio 2020, e a marzo l’Italia è stata il primo Paese dell’UE a dover imporre un lockdown generalizzato. Ad oggi risultano registrati quasi 120.000 decessi dovuti al Covid-19, che rendono l’Italia il Paese che ha subito la maggior perdita di vite nell’UE.

 

 

 

Questo è il brano d’esordio della premessa di Mario Draghi al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo strumento con cui si avvia un piano di investimenti di impressionanti dimensioni, per far fronte alla crisi sociale ed economica (almeno queste sono le intenzioni degli estensori del piano, noto anche come Recovery Plan). Usiamo, ancora, le parole del Presidente del Consiglio per spiegare il contesto.

 

 

 

L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU). È un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

 

Per l’Italia il NGEU rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme. L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. Il NGEU può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.

 

L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della RRF, che per il nostro Paese è stimata in 122,6 miliardi.

 

Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo Piano, che si articola in sei Missioni e 16 Componenti, beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi mesi con il Parlamento e con la Commissione Europea, sulla base del Regolamento RRF.

 

Le sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura, rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU e soddisfa largamente i parametri fissati dai regolamenti europei sulle quote di progetti “verdi” e digitali.

 

 

 

Proponiamo di seguito gli estratti del PNRR che fanno esplicito riferimento al 5G, e poi proveremo ad introdurre qualche considerazione di nostro pugno. Anche detta farina del nostro sacco. Ci proponiamo di farlo e ci sentiamo in grado di farlo perchè, come sapete, seguiamo l’evoluzione e lo sviluppo del “protocollo di trasmissione dati di Quinta Generazione” da epoca non sospetta, dai suoi albori della messa in atto sul territorio grazie al nostro rapporto preferenziale con una delle aree in cui dal 2017 è partita la fase di sperimentazione. Ad esso abbiamo dedicato un digit, numerosi articoli da questo blog, e poi  seminari di formazione/lavoro. Prossimamente produrremo  molto altro materiale sul tema, fra cui un libro. Di cui proprio in questi giorni stiamo correggendo le bozze.

 

 

 

Sezione 1: Obiettivi generali e struttura del piano

Impostazione e obiettivi generali del piano

Un primo obbiettivo è offrire una connettività omogenea ad alta velocità in tutto il paese per residenti, aziende, scuole e ospedali. Per farlo è necessario utilizzare tutte le tecnologie più avanzate (Fibra, FWA, 5G) e adattare il quadro normativo in modo da facilitarne l’implementazione.

 

 

 

Considerazioni

L’adattamento del quadro normativo potrebbe declinarsi in due modi:

  • innalzamento dei limiti di emissione per il 5G
  • depotenziamento ulteriore della posizione dei comuni per il rilascio delle autorizzazioni (cosa che è già avvenuta con il Decreto Legge n. 76, del 16 Luglio del 2020)

 

Rispetto all’innalzamento dei limiti, si andrà certamente verso un approccio statistico. Il punto, però, pensiamo sia quello di garantire una campagna di test specifici sul 5G, anche contando su strumentazione specifica per monitorare che l’impatto, rispetto a quello ammissibile dalle attuali leggi italiane, non sia peggiorato. Questo potrebbe tradursi, per l’appunto, nell’adozione di un criterio di tipo statistico. Bisognerà vigilare perché la variazione normativa sia fatta su base esclusivamente scientifica.

 

 

 

Integrazioni del piano con il Semestre Europeo – Contributo del Piano alle sfide comuni e iniziative flagship del NGEU (Next Generation EU)

Nel settembre scorso, avviando il Semestre europeo 2021, la Commissione ha descritto una serie di sfide comuni che gli Stati membri devono affrontare all’interno dei rispettivi Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza.

Gli Stati membri sono invitati a fornire informazioni su quali componenti del loro Piano contribuiscono ai sette programmi di punta (“Flagship programmes”) europei:

  • Power up (Accendere);
  • Renovate (Ristrutturare);
  • Recharge and refuel (Ricaricare e Ridare energia);
  • Connect (Connettere);
  • Modernise (Ammodernare);
  • Scale-up (Crescere); e
  • Reskill and upskill (Dare nuove e più elevate competenze).

 

[…]

 

Connect

Questo flagship punta alla rapida diffusione delle connessioni a banda larga sia con reti in fibra, sia con FWA, utilizzando anche le tecnologie radio 5G ora disponibili. Nel 2019 solo il 44 per cento delle famiglie europee aveva accesso a reti di trasmissione dati ad altissima capacità, e la copertura nelle aree rurali era assai limitata. Secondo la Commissione, mentre le aree urbane e le principali vie di trasporto terrestre dovrebbero essere coperte attraverso finanziamenti privati, la RRF (Recovery and Resilience Facility Dispositivo per la ripresa e la resilienza) dovrebbe garantire che entro il 2025 vi sia la più ampia copertura 5G in tutte le aree dell’Unione.

 

Il presente Piano punta a portare entro il 2026 connessioni a banda ultralarga su tutto il territorio nazionale. Gli interventi verranno realizzati adottando un approccio “tecnologicamente neutro”, con l’impiego di fibra e Fixed Wireless Access-5G per garantire un utilizzo ottimale delle risorse e un tempestivo raggiungimento degli obiettivi. Inoltre, si completerà la copertura di scuole (9.000 edifici) e ospedali (oltre 12.000 strutture sanitarie).

Considerazioni

Alla lettura di questo specifico punto del PNRR sorge il dubbio sulla eventuale presenza di meccanismi che correlano in modo automatico il bisogno (scuole e ospedali) alla soluzione tecnologica. L’approccio a nostro giudizio migliore è che un simile (eventuale) automatismo sia da evitare in modo categorico. Ogni soluzione dovrebbe guardare al corrente stato di connettività per poi passare all’attuazione di piani esistenti o al loro eventuale aggiornamento. Risulta ovviamente interessante la soluzione FWA-5G, quella che – contando su una soluzione standardizzata – porterebbe la Banda Ultra Larga in tutte le zone non raggiungibili con la Fibra.

 

Segnaliamo un elemento di dubbio sul potenziale ruolo del FWA-5G di Cavallo di Troia per una tecnologia da “portare ad ogni costo anche dove non serve”.

 

 

 

Sezione 2 – Riforme e investimenti

2B LE MISSIONI

MISSIONE 1: DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE, COMPETITIVITÀ, CULTURA

La Missione 1 mira complessivamente a ridurre i divari strutturali di competitività, produttività e digitalizzazione. Questo approccio unitario – motivo per cui è delineata un’unica missione – ambisce a produrre un impatto rilevante sugli investimenti privati e sull’attrattività del Paese, attraverso un insieme articolato di interventi incidenti su Pubblica Amministrazione, sistema produttivo, turismo e cultura. Le linee di intervento si sviluppano sia nelle tre componenti progettuali, sia in una strategia di interventi ordinamentali, con particolare riguardo all’innovazione strutturale della Pubblica Amministrazione e alla velocizzazione dei tempi della giustizia.

 

[Questo il quadro delle risorse assegnate alla Missione 1 per ciascuna delle sue componenti]

 

M1. DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE, COMPETITIVITÀ E CULTURA

M1C1 – DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E SICUREZZA NELLA PA: 9,75

M1C2 – DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ NEL SISTEMA PRODUTTIVO: 24,3

M1C3 – TURISMO E CULTURA 4.0: 6,68

Totale Missione 1: 40,73 (miliardi di euro)

 

 

[Queste le componenti della Missione 1]

 

Componente 1 – Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nella PA

La Componente 1 della Missione ha l’obiettivo di trasformare in profondità la Pubblica Amministrazione attraverso una strategia centrata sulla digitalizzazione.

 

Componente 2 – Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nel Sistema Produttivo

La Componente 2 della Missione ha l’obiettivo di promuovere l’innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo. Prevede significativi interventi trasversali ai settori economici come l’incentivo degli investimenti in tecnologia (Transizione 4.0 – con meccanismi che includono l’utilizzo della leva finanziaria per massimizzare le risorse disponibili e l’ampliamento degli investimenti ammissibili), ricerca e sviluppo e l’avvio della riforma del sistema di proprietà industriale. La Componente supporta, con interventi mirati, i settori ad alto contenuto tecnologico e sinergici con iniziative strategiche Europee (ad es. tecnologie satellitari) che possono contribuire allo sviluppo di competenze distintive. Introduce misure dedicate alla trasformazione delle piccole e medie imprese, un elemento caratterizzante del sistema produttivo italiano, tramite misure a supporto dei processi di internazionalizzazione (posizionamento del Made in Italy) e della competitività delle filiere industriali, con focus specifico su quelle più innovative e strategiche. Infine, include importanti investimenti per garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga (fibra FTTH, FWA e 5G), condizione necessaria per consentire alle imprese di catturare i benefici della digitalizzazione e più in generale per realizzare pienamente l’obiettivo di gigabit society.

 

[Questi gli investimenti per la Componente 2 della Missione 1]

M1C2 – DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ NEL SISTEMA PRODUTTIVO

Investimento 1: Transizione 4.0: 13,97

Investimento 2: Investimenti ad alto contenuto tecnologico: 0,75

Investimento 3: Reti ultraveloci (banda larga e 5G): 6,31

Investimento 4: Tecnologie satellitari ed economia spaziale: 1,29

Investimento 5: Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione: 1,95

Riforma 5.1: Riforma del sistema della proprietà industriale: 0,03

Totale Componente: 24,30 (miliardi di euro)

 

Componente 3 – Turismo e Cultura 4.0

La Componente 3 ha l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo, che all’interno del sistema produttivo giocano un ruolo particolare, sia in quanto espressione dell’immagine e “brand” del Paese, sia per il peso che hanno nell’economia nazionale (il solo turismo rappresenta circa il 12% del PIL).

 

Investimento 1.3: Reti ultraveloci (banda larga e 5G)

La nuova strategia europea Digital Compass stabilisce obiettivi impegnativi per il prossimo decennio: deve essere garantita entro il 2030 una connettività a 1 Gbps per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate. L’ambizione dell’Italia è di raggiungere gli obiettivi europei di trasformazione digitale in netto anticipo sui tempi, portando connessioni a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026.

 

Per mantenere la promessa di una Gigabit society universale basata su un’infrastruttura di reti fisse e mobili ad altissima capacità, si adotta un approccio neutrale sotto il profilo tecnologico che ottimizzi l’impiego delle risorse. L’investimento è accompagnato da un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi che riconosce le infrastrutture per la cablatura in fibra ottica e per la copertura 5G come strategiche, velocizzandone così la diffusione sul territorio.

 

In particolare, sono state stanziate risorse per:

  • Portare la connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”) a circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree grigie e nere NGA a fallimento di mercato, puntando alla piena neutralità tecnologica e facendo leva sulle migliori soluzioni tecnologiche disponibili, sia fissa che FWA. Nel piano sono ricomprese anche circa 450.000 unità immobiliari situate nelle aree remote (cosiddette case sparse), non ricomprese nei piani di intervento pubblici precedenti;
  • Completare il Piano “Scuola connessa”, per assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20% del totale);
  • assicurare connettività adeguata (da 1 Gbps fino a 10 Gbps simmetrici) agli oltre 12.000 punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale (Piano “Sanità connessa”);
  • Dotare 18 isole minori di un backhauling sottomarino in fibra ottica (Piano “Collegamento isole minori”) per migliorare i collegamenti esistenti e rispondere alle crescenti esigenze di connettività BUL delle famiglie, imprese e enti presenti;
  • Incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili a fallimento di mercato (Piano “Italia 5G”), ovvero le zone dove sono state sviluppate solamente reti mobili 3G e non è pianificato lo sviluppo di reti 4G o 5G nei prossimi 3 anni, o vi sono reti 4G che non garantiscono una performance adeguata. Nel Piano sono inclusi interventi per accelerare la diffusione della copertura 5G lungo oltre 2.000 km di corridoi di trasporto europei e 10.000 km di strade extra-urbane, per abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo.

 

Gli interventi previsti sono complementari (e non sostitutivi) rispetto alle concessioni già approvate nelle aree bianche (o con bandi 5G) e consentono di attivare ulteriori (e non ancora previsti) investimenti da parte degli operatori privati. Oltre alla copertura infrastrutturale del Paese, si interviene sulla domanda di connettività di famiglie e imprese, monitorando attentamente il Piano Voucher in corso al fine di aggiornarlo e, se necessario, potenziarlo per massimizzare l’impatto del sussidio pubblico erogato.

 

 

 

 

Considerazioni

Alcune considerazioni generali sulla Componente 2 della Missione 1.

 

L’argomento viene presentato in modo molto generico; per altro, a differenza di come viene affrontata la questione FWA/5G nella Sezione 1 (la sezione in cui vengono presentati gli obiettivi generali), in questa balza all’occhio un disaccoppiamento delle tecnologie FWA e 5G. Questo approccio lascia intendere che quella del 5G sarà una soluzione a sé e non connessa a portare connettività fissa dove non arriva la fibra.

 

La raccomandazione è quella di monitorare come nella pratica verrà declinato questo punto. Stiamo parlando di soluzioni 5G per l’Industria o soluzioni di tipo entertainment?

 

Quali e quanti saranno i rivoli dei 24 Miliardi di euro definiti nella tabella? Lo si vede a pagina 136 in cui viene esplicitato che, per “reti ultraveloci e 5G” (questo è il nome della voce), saranno previsti 6,31 Miliardi di Euro.

 

Sugli Investimenti della Componente 2 della Missione 1, invece, facciamo qualche considerazione puntuale (riportiamo per comodità tra virgolette i passi specifici del documento:

  • “deve essere garantita entro il 2030 una connettività a 1 Gbps per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate”

Perché garantire, a prescindere dai bisogni, la copertura 5G? Perché non spiegare questo punto così delicato?

 

  • “L’investimento è accompagnato da un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi che riconosce le infrastrutture per la cablatura in fibra ottica e per la copertura 5G come strategiche, velocizzandone così la diffusione sul territorio.”

Il punto che bisogna porre è quello della caratteristica strategica della infrastruttura. Non si dovrà prescindere dalle specificità dei territori e dai bisogni insistenti sui territori stessi.

 

  • “Scuola connessa” e “Sanità connessa”

Per la scuola e la sanità che tipo di bisogno deve soddisfare la connessione? Nel caso della sanità si dovrà capire quali specifiche performance del 5G devono essere garantite e per quali specifici servizi (il monitoraggio di parametri vitali come il battito cardiaco o la pressione sanguigna certamente non necessitano delle basse latenze che caratterizzano la comunicazione mobile di quinta generazione; per dirne solo una!). Per la scuola il discorso è analogo: cosa dovrà garantire il 5G che non può essere già garantito dal completamento dei programmi nazionali previsti per la BUL (o dalle infrastrutture della comunicazione mobile 4G).

 

  • “Dotare 18 isole minori di un backhauling sottomarino in fibra ottica (Piano “Collegamento isole minori”) per migliorare i collegamenti esistenti e rispondere alle crescenti esigenze di connettività BUL delle famiglie, imprese e enti presenti”

Siamo sicuri che non vi sia la possibilità di coprire queste isole minori con soluzione meno costose? Dove possiamo trovare le giustificazioni tecniche per questo specifico punto?

 

  • “Performance non adeguate del 4G”, “sicurezza stradale”, “mobilità”, “logistica”, “turismo”

Andiamo per punti su un paragrafo del PNRR che contiene tantissime implicazioni:

  1. 4G che non garantiscono performance adeguata – Quali sono le zone con 4G, senza performance adeguate? Di quali performance si sta parlando e a quali specifici bisogni esse dovrebbero rispondere e in quali specifiche zone? Perché serve il 5G e non è sufficiente il 4G?
  2. Corridoi europei e Strade Extraurbane per:

 

 

 

 

MISSIONE 3: INFRASTRUTTURE PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE

La missione mira a rendere, entro il 2026, il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea con le strategie connesse allo European Green Deal (in particolare la “strategia per la mobilità intelligente e sostenibile”, pubblicata il 9 Dicembre 2020) e di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

La digitalizzazione dei sistemi logistici, inclusi quelli aeroportuali, avrà un rilevante ruolo nel rilancio di questi settori, grazie all’utilizzo delle soluzioni tecnologiche innovative volte a rendere più efficiente il sistema e ridurre anche l’impatto ambientale. In quest’ottica, è necessario concepire le infrastrutture logistiche come un unicum di nodi e reti, adeguatamente interconnesse, che consentano una movimentazione dei carichi quanto più possibile fluida e priva di “colli di bottiglia”. Ciò è possibile solo attraverso un’efficace opera di digitalizzazione per garantire:

  • procedimenti “just in sequence”;
  • “industrializzazione” della catena di trasporto tra aeroporti, porti marittimi, dry ports;
  • “modularità” e standardizzazione necessaria per gestire grandi numeri di merci sbarcate nei porti.

 

La rivoluzione digitale e l’aumento di produttività a essa correlata saranno perseguite attraverso un investimento significativo per portare banda larga e 5G nei nodi principali della catena logistica. L’intervento è pertanto trasversalmente collegato con la Missione digitalizzazione M1C2 che contiene interventi destinati alla diffusione della Banda larga e del 5G sulle aree bianche e grigie del territorio.

 

 

 

Considerazioni

Come risulta dalla descrizione di questa Componente della Missione 3 e dal quadro degli investimenti, l’asse portante del salto tecnologico necessario per lo snellimento della logistica è tutto nella Componente 2 della Missione 1. A parlare sono i numeri degli investimenti.

Convinti della necessità di intervenire sulla logistica, la raccomandazione è di capire se e quante risorse della Componente 2 della Missione 1 finiranno davvero in quest’altra Componente (la 2 della Missione 3).

 

 

In conclusione vorremo anche dire che: dopo le mille fanfare e gli altrettanti proclami, suonati e cantati,  poco prima del “licenziamento” del PNRR da parte del nostro parlamento a “camere unificate”;  e la  relativa e successiva consegna, entro la scadenza prevista, alla Commissione Europea del medesimo; quello che non sta succedendo e che abbiamo provato a fare qui,  è che persone competenti – magari anche giornalisti assieme ai tecnici – provino a capire e  tentare di spiegare il “documento totale”, la “carta per tutte le stagioni”, il novello piano Marshall per “il rilancio e/o forse la ricostruzione” del Paese Italia, post pandemia (detto anche PNRR o Recovery Plan). Forse servirebbero azioni di questo tipo, come crediamo dimostri il post qui medesimo, a dare sostanza e utilità ai proclami e alle  inutili fanfare.

Non è usando un linguaggio che non comprendono nemmeno quegli stessi “esperti” che l’hanno scelto e scritto, e realizzando un documento inutilmente lungo – in modo quasi patologico – che si rimetterà in moto il Paese. Almeno noi la pensiamo in questo modo. E confidiamo davvero molto nell’aiuto e sostegno di tutti Voi per promuovere e richiedere altre, tante altre, azioni di questo tipo. Intanto grazie ancora della pazienza e  dell’attenzione e alla prossima. ;)