Usare i dati in mancanza del FOIA, l’ esempio de La Naciòn

 

Il secondo quotidiano argentino ha adottato una strategia di innovazione che ha messo al centro del progetto editoriale  il data journalism, che frutta alla redazione più dei contenuti originali.

La creazione di un team di 10 persone tra giornalisti e tecnici  –  La realizzazione da zero di data base aperti e liberamente consultabili e riutilizzabili.

Un’ iniziativa che serve da stimolo alla domanda e alla conseguente offerta di informazione, particolarmente preziosa in un Paese privo del Freedom of Information Act.

Ogni riferimento a situazioni o redazioni di altri paesi è assolutamente volontario.

 

 

di Andrea Fama

 

Trentaquattro miliardi di dollari in 8 anni per sostenere un’ operazione relativa al sistema dei trasporti in Argentina. 9.516 autobus privati solo a Buenos Aires. Costi dell’intervento lievitati del 1.965 % rispetto a quelli preventivati. 20 aziende tra i maggiori beneficiari del piano.

 

Queste e altre le informazioni nascoste in 285mila registri ufficiali e disseminate tra siti Web e documenti governativi.

 

A raccoglierle, elaborarle e darne conto è stata La Nación, il secondo quotidiano argentino, in un’inchiesta che ha visto i suoi giornalisti lavorare gomito a gomito con i programmatori.

 

E non si tratta di un episodio isolato.

 

La strategia dell’ innovazione del giornale argentino, infatti, vede reporter, redattori, designer e sviluppatori impegnati in una specifica formazione su come accedere alle informazioni e come, a loro volta, renderle accessibili al grande pubblico.

 

Il data journalism frutta a La Naciòn più della produzione di contenuti originali, e le visualizzazioni fanno sì che il giornale possa offrire ai propri lettori una migliore esperienza online.

 

“Stiamo accrescendo la dimensione interattiva dei nostri contenuti”, commenta Angélica Peralta-Ramos, Multimedia Development Manager del quotidiano.

 

E sulla scia del Guardian e del New York Times, anche la Naciòn è tra i finalisti del Data Journalism Awards (il primo riconoscimento internazionale dedicato al mondo dei dati, nella cui graduatoria finale figurano anche due progetti italiani, Toxic Europe e People Movin) che saranno assegnati il 30 maggio.

 

“Colleghi esteri ci dicono che stiamo facendo grandi progressi, sebbene riteniamo di trovarci ancora ad uno stadio iniziale”, continua Peralta.

 

 

Creare un team

 

Alla Naciòn si sono resi conto di aver bisogno di un team formalmente dedicato al data journalism a seguito della copertura fatta dal giornale dei cabli rilasciati nel 2011 da Wikileaks, nonché di una data-inchiesta riguardante l’ex ministro dei trasporti argentino. In entrambi i casi era chiaro che le tradizionali tecniche giornalistiche non sarebbe state sufficienti per portare la storia a casa. Servivano sì giornalisti, ma anche programmatori.

 

Nasce così la Nación DATA, una squadra di giornalisti e designer che è figlia del dipartimento per la formazione multimediale istituito 3 anni fa dal giornale e guidato proprio da Peralta.

 

La prossima sfida consisterà nell’affiancare i giornalisti nell’uso di Excel quale strumento per la professione, e due workshop hanno già contribuito ad accorciare la distanza che notoriamente separa i giornalisti dai numeri.

 

“Sin dall’inizio l’obiettivo era quello di vedere Excel non solo quale strumento per l’analisi delle informazioni, ma anche come mezzo per organizzare i dati in modo da consentirne la visualizzazione e la condivisione attraverso data base aperti”.

 

La Naciòn DATA è composta da 10 persone, di cui 6 tecnici (un project manager, un formatore, due designer e esperti di IT) e 4 data-giornalisti a tempo pieno. Si tratta di un piccolo team, che però è in forte espansione all’interno della redazione.

 

Due settimane fa, ad esempio, il giornale ha creato la posizione di data producer al fine di individuare e convertire i dati utili provenienti da comunicati stampa, e-mail o PDF. Vi sono 8 data producer in differenti sezioni della redazione, e il progetto si sta ampliando.

 

“Arriverà un punto in cui si potrà effettivamente lavorare con quei dati”, conferma Peralta.

 

 

Trascendere il giornalismo

 

In Argentina, gran parte del giornalismo informatizzato implica la creazione ex novo di dataset. La maggior parte delle informazioni è disponibile sui siti del governo, ma principalmente in formato PDF, che deve poi essere convertito in CSV o in Excel.

 

“Quando i documenti non possono essere scannerizzati o non sono digitalizzati, dobbiamo inserirli maualmente”, continua Perlata. Per l’inchiesta relativa alle sovvenzioni ai trasporti, ad esempio, i giornalisti della Naciòn hanno dovuto convertire 6 anni di PDF (circa 13 MB). Inoltre, i dataset e le visualizzazioni sono stati aggiornati con cadenza mensile (e continueranno ad esserlo compatibilmente all’interesse del pubblico).

 

Ma a prescindere dalla frequenza degli aggiornamenti, il database creato dalla Naciòn resterà comunque a disposizione del cittadino-utente. Questo è un dato particolarmente importante per un Paese che non gode dei diritti sanciti dal Freedom of Information Act, e la Naciòn è consapevole che del valore che l’informazione ha non solo per i giornalisti, ma anche per i cittadini. Ecco perché il giornale ha lanciato anche una piattaforma open data, accessibile e riutilizzabile da chiunque.

 

“Vogliamo aprire nuove fonti di dati”,  conclude Peralta. “Parte della nostra missione sta nell’attivare la domanda di informazione. Altrimenti non ci sarà nessuno a generarla”.