Open Data, grandi opportunità per il giornalismo

 

Una delle esperienze italiane più importanti nell’acquisizione,  elaborazione,  controllo e successiva divulgazione dei dati è costituita da Openpolis. Una comunità di internauti nata spontaneamente in rete grazie al lavoro di alcuni esperti di informatica e alla volontà condivisa di molti cittadini con l’intento di  far applicare o aggiornare leggi già esistenti sulla divulgazione e la pubblicazione di dati.

 

 

 

(a cura di Marco Renzi)

In un video la nascita di Openpolis, dal racconto di Vittorio Alvino, fondatore della comunità assieme a  Ettore Di Cesare e Guglielmo Celata.

 

Il video è stato estrapolato dalla presentazione del libro Autopsia della politica italiana cui abbiamo partecipato nel dicembre scorso a Firenze.

 

 

Vittorio Alvino : L’anagrafe degli amministratori locali, tutti gli eletti dai sindaci fino ai consiglieri regionali,i parlamentari, etc. etc.  in Italia per legge deve essere gestita dal Ministero degli Interni, che si occupa di racogliere e inserire  in un archivio tutti i dati trasmessi dalle amministrazioni locali. L’ archivio con tutti questi dati  è stato reso digitale e messo on line dal Ministero già da una decina di anni, però i dati sono stati salvati  in formati non accessibili alle persone. La comunità Openpolis è nata per effettuare il lavoro di traduzione e liberazione di questi dati, per rendere “aperti” dati che erano “chiusi”.

 

Quindi abbiamo acquisito i dati, li abbiamo messi in un nostro database e li abbiamo pubblicati in un sito su internet. Abbiamo adempiuto in proprio ad un compito che, a nostro avviso, dovrebbe competere alla pubblica amministrazione. A tuttoggi chiunque voglia scoprire come si chiamano i nostri amministratori, quando siano stati eletti, e tutti i dati pubblici che li riguardano,  li trova sul sito del progetto Openpolis nato nel 2008.

 

Il secondo progetto nato in seno alla comunità di Openpolis è stato quello di rendere visibili, comprensibili e soprattutto accessibili a tutti,  i dati sul lavoro dei Parlamentari italiani, ed a questo proposito è stato  realizzato uno studio che si chiama Openparlamento. Nel caso di questo secondo progetto non ci siamo limitati a rendere visibili i dati a tutti, ma abbiamo anche elaborato dei sistemi  di valutazione per permettere a tutti, soprattutto ai non addetti ai lavori, di capire con facilità e tempi brevi chi dentro al Parlamento lavora e chi meno, chi  si è occupato di un certo argomento e chi di altri.

 

Prima ancora di dare vita ad Openpolis mi ero già confrontato con l’argomento open data. E’ successo qualche anno prima quando ho scoperto una legge la  441 del 1983 che impone   non solo ai Parlamentari ma anche a tutti i nostri rappresentanti politico/amministrativi democraticamente eletti dal Consiglio Comunale al Parlamento Europeo di  pubblicare e depositare quindi rendere visibile e consultabile a tutti la propria dichiarazione dei redditi e la propria dichiarazione patrimoniale (interessi mobili e immobili).

 

Per lavoro mi stavo occupando, all’epoca, proprio di reperire alcuni dati relativi ad alcuni Parlamentari e quindi quando ho scoperto questa legge ho pensato di trovare facilmente questi dati sul sito della Camera dei Deputati. Invece ho scoperto che così non era. E che queste informazioni erano disponibili per la consultazione solo presso la Camera dei Deputati. Mi sono dunque recato presso gli uffici del Parlamento e dopo una lunga e complessa procedura, dopo essere stato identificato, sono stato introdotto in una stanza che dava su una porta blindata, stile caveau di una banca, in cui ho scoperto essere contenuti i dati patrimoniali e le dichiarazioni dei redditi degli amministratori pubblici italiani. La legge non prevede la pubblicazione on line di questi dati ma solo la loro consultazione in loco presso gli uffici parlamentari. Durante la consultazione è vietato scattare foto e fare copie dei documenti, ai può soltanto prendere appunti.

 

Ad oggi, la legge non è stata ancora modificata, e dunque i dati ancora non sono stati tutti pubblicati on line,  ma grazie al lavoro di comunità come la nostra e dei Radicali molti parlamentari hanno dato il consenso a far pubblicare on line i propri dati patrimoniali e le proprie dichiarazioni dei redditi sul sito del Senato e della Camera . Quello che noi, come Openpolis abbiamo fatto in più è aver creato un software che automaticamente controlla e aggiorna il dato “dichiarazioni” in tempo reale.  Attualmente i Parlamentari che hanno autorizzato la divulgazione dei loro dati sono ca. il 22 % del totale. Un aspetto molto interessante è stato scoprire che quando si avviano processi di trasparenza e quando queste notizie dopo essere state rese pubbliche rimbalzano sui media e vengono sottoposte all’attenzione dei cittadini, si esercita una “pressione postiva” che porta a cambiamenti.  I media stessi, dopo l’avvenuta “liberazione” dei dati,  vanno periodicamente a verificare essi stessi l’aggiornamento dei numeri e fanno pressione anche localmente presso i  rappresentanti istituzionali affinchè rendano trasparenti i loro dati patrimoniali, se ancora non lo hanno fatto.

 

Un altro lavoro svolto in questi ultimi mesi da Openpolis operando  sui dati si chiama “Camere Aperte” ed è già in rete  sul sito della nostra comunità. Questo rapporto, attraverso l’eleborazione dei dati sul lavoro svolto alla Camera e al Senato dai Parlamentari, dà la possibilità a chiunque voglia consultarlo di poter verficare chi fra gli eletti lavora di più, quali argomenti sono più discussi alle Camere, e inoltre a quali Regioni d’Italia viene dedicato più tempo/lavoro in sede parlamentare.

 

Il nostro lavoro è stato pubblicato sotto forma di diagramma sul sito Openpolis ma ha assunto molto più valore quando i giornalisti lo hanno tradotto in una o più infografiche. A sottolineare quanto sia importante il lavoro dei ricercatori ma quanto poco valore avrebbe se poi alle pratiche di ricerca non fosse affiancata l’interpretazione e la divulgazione di questi dati realizzata dalla stampa.