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Copertina "Print and Online Newspaper in Europe"I GIORNALI CARTACEI E ON-LINE IN EUROPA

L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online

Leopoldina Fortunati

Introduzione
Negli studi sui mass media una questione rilevante è costituita dal modo in cui l'interattività viene incorporata nel modello delle comunicazioni di massa e, in particolare, nei giornali on line (McQuail and Windahl, 1993). Secondo Thiel (1998) è proprio l'interattività uno dei fattori che rende il giornale on line un mezzo post-moderno. Va detto subito, comunque, che l'interattività non è propriamente un'invenzione dei new media (Rafaeli, 1988). Gli storici del giornalismo riportano che i forum e le tribune libere sono vecchie istituzioni del giornalismo (Murialdi, 1982, p.106). In Italia nel 1990 uscì addirittura un settimanale “La Pubblicazione”, scritto interamente dai lettori, che tuttavia dopo pochi mesi chiuse (Ambrosi, Tessarolo, 1991, p.73). Esaminando i vari media tradizionali -radio, televisione e stampa – (Bretz, 1983; Deuze, 2003), il mezzo meno dotato per l'interazione con i lettori è, a nostro avviso, proprio il giornale. Nei primi due mezzi citati - la radio e la televisione è presente da anni un'"interattività" piuttosto vivida, che si è diffusa largamente attraverso una pratica transmediale. Telefono e cellulare vengono spesso utilizzati per fare telefonate in diretta alla radio e alla televisione (Williams, 1988; Fortunati, Manganelli, 1995) (cui oggi si aggiungono anche SMS ed e-mail). Tra queste varie modalità, le telefonate hanno il merito di introdurre la spontaneità e la vivacità della conversazione quotidiana in un ambiente dialogico che sarebbe altrimenti molto ingessato. In special modo la radio oggi non potrebbe sopravvivere senza il telefono come strumento di costruzione delle trasmissioni e senza il pubblico come "ospite fisso". Tuttavia, questa interattività legata ai media tradizionali è tecnicamente più 'povera' rispetto a quella resa possibile dall'hardware e dal software dei nuovi media (Kim & Sawnhey, 2002, p.219).

Nei giornali tradizionali, invece, il luogo dove un certo tipo di "interattività" si dispiega è la sezione “Lettere all'editore” (Schultz, 1999). Ma questa rubrica rimanda a un rapporto con i lettori che nella maggioranza dei casi non passa per la forma di un dialogo. Infatti, la strategia giornalistica più diffusa nei quotidiani è quella di pubblicare le lettere senza risposta. Una ricerca italiana aiuta a quantificare nei due terzi dei casi il perseguimento di questa strategia (Ambrosi, Tessarolo, 1991, p.119). Il motivo è semplice: se il direttore concorda con il contenuto espresso in una determinata lettera, la sua risposta sarebbe inutile; se invece non è d'accordo, egli/ella si arrogherebbe in tal caso l'ultima parola, compiendo un'azione scorretta nei confronti del lettore, che a questo punto non potrebbe più replicare. Quello che avviene nella rubrica delle lettere al direttore non è quindi un dialogo, ma una comunicazione monodirezionale di ritorno, perché è chiaro che un lettore può mandare una sola lettera al suo giornale, con la speranza che sia pubblicata (magari con una risposta). Eppure - e questa è la nostra ipotesi - è proprio la lettera al direttore il modello che ispira largamente la "nuova"  interattività dei giornali on line. E, come vedremo nel corso del lavoro, la ispira sia come struttura e significato dei messaggi sia come modello di gestione degli stessi.

Dedicheremo la prima parte dell’articolo a illustrare scopi e metodi della ricerca effettuata in Italia nelle cinque testate generaliste più diffuse. Nella seconda parte, passeremo a esporne i risultati, analizzando la struttura e i modelli prevalenti dell'interattività nei giornali on line, l'organizzazione delle varie tipologie di forum, il flusso comunicativo tra lettori e testate, le modalità di presentazione sia dei lettori che dei giornalisti e la ritualità del loro rapporto nei forum. Le domande che ci siamo poste sono le seguenti. In Europa, dopo un primo decennio di sperimentazione e implementazione dell'interattività nei siti dei quotidiani on line, gli utilizzatori con i loro comportamenti hanno realmente sfidato il potere dei media? E se sì, in nome di che cosa? Di un ampliamento della democrazia, come sostengono molti studiosi? Le tematiche delle notizie sono ancora definite dai gruppi mediatici o le possibilità di interattività procurate dalla rete hanno esteso il numero di voci che discutono delle questioni pubbliche?

 

Scopi e metodologia della ricerca
Per rispondere a queste domande abbiamo messo a punto un progetto di ricerca che mira a esplorare come i siti dei più importanti quotidiani stiano incorporando nella loro pratica comunicativa quotidiana l'interattività in quattro paesi europei, quali la Bulgaria, l'Estonia, l'Irlanda e Italia. Questi paesi rappresentano solo una parte di quelli (18) che sono stati analizzati nella ricerca sui giornali offline e online svolta dal COSTA20 (Fortunati, Sarrica, 2004) e questo progetto dovrebbe essere visto come uno studio esplorativo derivante da quello. In questo articolo, riporteremo, per ragioni di spazio, solo i risultati conseguiti dalla ricerca in Italia, dove il campione dei giornali on line comprende Il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 ore, La Stampa e Il Messaggero.

Dati i continui cambiamenti che intercorrono nella struttura dell'interattività dei giornali on line, abbiamo deciso di raccogliere i dati relativi alle testate giornalistiche contemporaneamente in tutti e quattro i paesi. Il giorno prescelto è stato il 12 ottobre 2004. Di solito si considera che l'interattività on line sia costituita da molti elementi: e-mail, forum, chat, newsgroup, sondaggi, link ipertestuali, portali, giochi in rete, possibilità di individualizzazione della homepage (scelta della lingua, ad esempio), personalizzazione delle notizie da inviare e ricevere, e così via (Downes, McMillan, 2002; Greer, Mensing, 2003; Aoki, s.d.). Tra tutti questi elementi, abbiamo scelto di esplorare i seguenti elementi: e-mail, forum, lettere al giornale, sondaggi, chat e/o interviste con personaggi di rilievo e infine una categoria mista dove abbiamo inserito appelli, richieste di segnalazione e concorsi. A partire da qui, abbiamo cercato, come primo passo, di ricostruire la struttura dell'interattività e i modelli prevalenti della sua gestione.

Il secondo passo è stato quello di osservare in particolar modo i forum presenti nella front page delle edizioni on line dei quotidiani. Abbiamo scelto i forum come unità di analisi perché, tra i vari elementi che compongono l'interattività, i forum forniscono dati obiettivi, facilmente accessibili da parte del pubblico e anche dei ricercatori (Chae, 2004). Anche e-mail e sondaggi sono elementi "interattivi" che sarebbe interessante analizzare, ma, i primi, sono un dato problematico da raccogliere, poiché generalmente non sono accessibili nel sito e, i secondi, sono uno strumento usato più irregolarmente nelle testate. Nei forum sono state esaminate la dimensione e le caratteristiche dei flussi comunicativi con i lettori e i modelli organizzativi applicati dalla testata per gestirli. Più specificamente, per studiare il ruolo di gate-keeper delle testate abbiamo preso in esame anche da chi è gestito il forum.

Il nostro terzo obiettivo è stato quello di analizzare i messaggi dei lettori e dei giornalisti pubblicati il giorno 12 ottobre 2004 nei forum di ogni testata, per analizzare più da vicino alcune loro caratteristiche. Questa operazione ci ha consentito anche di studiare i modelli applicati dai lettori per interagire con le testate giornalistiche on line, cioè di esaminare la misura del flusso comunicativo tra lettori e redazione del giornale, l'identità espressa nei forum sia dai giornalisti che dai lettori e il tipo di rapporto e di ritualizzazione che si instaura tra lettori, giornalisti e forumisti. 

Sul piano metodologico, il nostro punto forte è stata la possibilità di avere con questa ricerca una visione, seppure parziale, del fenomeno dell'interattività nei giornali on line a livello europeo. Vi è infatti un certo bilanciamento tra i paesi prescelti, in quanto al loro interno vi è un paese del Nord (Irlanda), uno del Sud (Italia) e due paesi dell'Est. I punti deboli sono l'inevitabile imprecisione che perseguita la raccolta di dati nelle ricerche come questa. Ad es., per ragioni tecniche non è stato possibile fissare il tempo del salvataggio delle pagine on line, a fronte del fatto che il numero di forum e messaggi può variare nel corso della giornata. Inoltre, il numero di messaggi rilevati sarebbe stato più preciso se le versioni on line dei giornali fossero state salvate alle 24 e se fosse stata effettuata un'altra rilevazione di dati durante un fine settimana, per valutare se vi erano differenze rilevanti rispetto ai giorni lavorativi. Altri limiti metodologici derivano dalla frequente incertezza nella categorizzazione dell'identità dei lettori, visto che spesso risulta difficile distinguere un nome da un cognome o da un soprannome, e dalla limitata comprensione delle strategie di gestione dei forum, essendo i nostri dati inerti, in quanto non supportati da interviste con i giornalisti stessi che li gestiscono.

Nonostante questi limiti, i dati raccolti hanno consentito di affrontare l'analisi dell'interattività da varie angolazioni. Precisiamo che tali dati sono stati analizzati per mezzo di analisi descrittive (analisi di frequenza) e per mezzo della costruzione di tavole di contingenza derivanti dall'incrocio delle variabili osservate (i siti dei giornali on line) con le variabili relative all'interattività.

Risultati

 

1. La struttura e i modelli prevalenti dell'interattività nei giornali italiani on line

La struttura dell'interattività nella front page delle cinque testate considerate così come appare il 12 ottobre 2004 è piuttosto variegata, come si può vedere in tabella 1. L'unico elemento interattivo, che è presente nella prima pagina in tutte e cinque le testate, è l'e-mail, cioè l'indirizzo di posta elettronica del giornale, che in principio consente ai lettori di poter scrivere alla testata on line. La gestione dell'e-mail rimane comunque molto misteriosa, nel senso che nei vari siti non vi è traccia di questo flusso comunicativo tra lettori e testate, seppure esiste.

Quanto agli altri elementi considerati, i forum e i sondaggi sono i più diffusi, in quanto sono presenti nella front page di tre testate su cinque. Tutti gli altri elementi, cioè le lettere al direttore e a esperti, le interviste o chat con personaggi di rilievo, gli appelli, le richieste di segnalazione e i concorsi, sono presenti più sporadicamente. Quali sono i modelli prevalentemente messi in atto in Italia dalle testate giornalistiche nella front page dei loro siti? Si può dire che il Corriere, la Repubblica e La Stampa perseguono un modello di alta articolazione dell'interattività, mentre Il Sole 24 ore mostra una bassa interattività e il Messaggero un’interattività molto scarsa.


La fissazione del secondo obiettivo in questo termini ha purtroppo avuto come conseguenza che non abbiamo potuto rilevare i forum del Sole 24 ore che sono contenuti all'interno di varie rubriche, senza essere indicati nella homepage.

La fissazione di questa data ha fatto sì che, nonostante la Repubblica sia uno dei siti più importanti per la discussione on line,  non è stato rilevato alcun messaggio pubblicato quel giorno su La Repubblica, in quanto vari forum erano stati chiusi da poco.

Tabella 1.  La struttura dell'interattività nelle front page di cinque testate

Giornali

Struttura dell'interattività

 

Forum

E-mails

Sondaggi

Lettere al direttore o al giornale

Interviste o chat con personaggi famosi

Appelli, richieste di segnalazioni, concorsi

Il Corriere della Sera

X

X

X

X

0

0

La Repubblica

X

X

X

0

0

X

Il Sole 24 Ore

0

X

0

X

0

0

La Stampa

X

X

X

0

X

0

Il Messaggero

0

X

0

0

0

0

La rubrica "Lettere al direttore/giornale" è presente sotto forma di forum solo nel Corriere, dove a rispondere è Paolo Mieli (che è stato in seguito sostituito da Sergio Romano). Questa rubrica è l'esatta riproduzione di quella nel giornale cartaceo, con in più il piccolo archivio consultabile delle  "Lettere della settimana". Invece nel Sole24ore essa è presente attraverso un piccolo numero di lettere (8) mandate alla redazione on line. La prima pagina di questa testata esprime una strategia minimalista sull'interattività giornale/lettore, in quanto non sono evidenziati forum particolari, ma vi sono solo dei giornalisti/esperti (anche qui una identità ambivalente) che rispondono ai quesiti dei lettori. La cosa peculiare di queste risposte degli esperti è che esse vengono date in un link dove il lettore è stimolato a sapere di più sulla questione da lui/lei posta, tramite l'accesso, a pagamento, alle banche dati del quotidiano on line.
E' interessante osservare che la rubrica "Lettere al direttore/giornale" nella trasmigrazione dall'offline all'on line subisce vari cambiamenti. Intanto, in rete essa è molto meno popolare che sul cartaceo. In secondo luogo, on line viene pubblicata, come si è detto sopra, anche la rubrica intitolata "Le lettere della settimana", che costituisce una sorta di archivio breve delle lettere stesse. In questa rubrica, così come in generale nei forum, vengono pubblicati i messaggi nuovi e vecchi con una contiguità spaziale insolita per i siti dei giornali. Questa pratica è ancora più sorprendente, se si pensa che la struttura del giornale cartaceo generalmente distingue le notizie dalla memoria sociale, dedicando a quest'ultima una sezione speciale, che trova la sua collocazione fisica in una stanza particolare della redazione, che è propriamente la stanza dell'archivio.

Ciò che invece rimane inalterato nella trasmigrazione dal giornale cartaceo a quello elettronico è l'impostazione formale della lettera, che rimane a cavallo tra una comunicazione rivolta a una specifica persona nella sua funzione professionale e una comunicazione che si spera diventi di dominio pubblico. Questa modalità ambigua e spuria (in senso giornalistico) delle lettere tende a estendersi a tutti i messaggi dei lettori. Questi inoltre ricevono dalla redazione on line lo stesso trattamento messo in atto dalla redazione del giornale cartaceo nei confronti delle lettere. Come queste, infatti, essi vengono selezionati e viene loro attribuito un titolo.

Da quanto esposto finora, risulta evidente che la lettera dei lettori nei giornali on line non rappresenta un modello di interazione tra redazione e lettori, quanto l'introiezione nei lettori del modello monodirezionale delle comunicazioni di massa, che viene applicato dai lettori quando essi hanno una possibilità di replica.

 

2. I forum

Passando ad analizzare specificamente i forum, si possono osservare in tabella 2 i loro modelli prevalenti di gestione e la differente quantità di spazio di "discussione" aperto dalle varie testate da noi considerate. Si nota subito che la strategia prevalente di gestione è quella del forum con un moderatore anonimo, che si limita a fare il tradizionale lavoro giornalistico di selezionare i messaggi da pubblicare in base alle regole della net etiquette e del giornalismo tradizionale (cioè niente parolacce, bestemmie, insulti, ecc.), di dare un titolo ai messaggi che vengono pubblicati (il che rappresenta il secondo intervento fatto dal giornale on line) e di stabilire delle regole di condotta per il lettore (inviti a mandare messaggi brevi, non superiori alle 30 righe ecc.). Lo sforzo da parte dei moderatori di far assimilare ai lettori le regole di buona educazione, che è sempre necessario rispettare nello spazio virtuale, sembra essere piuttosto impegnativo, vista la frequenza con cui vengono lanciati appelli, inviti e promemoria in tal senso.

Quanto al contenuto, è la redazione a lanciare un tema che i lettori discutono, mandando un proprio messaggio. In questi forum, il tema della discussione è deciso dalla redazione, che perciò mostra di tenere ancora strettamente in pugno l'agenda setting anche dei forum. I lettori che scrivono hanno la possibilità solo di reagire, non di proporre e tanto meno di imporre. E' chiaro poi che i lettori che scrivono nei forum sono ospiti di uno spazio che è pubblico, ma che appartiene all’editore e la cui responsabilità è del direttore della testata, che perciò ha il potere di decidere ciò che viene pubblicato. Inoltre, il feedback da parte dei lettori è concesso, non sollecitato dalla testata, cosa che sancisce ulteriormente il rapporto asimmetrico tra lettori e giornale sia on line che offline. Infine, è sempre il moderatore che decide quando aprire e quando chiudere il forum con la classica formula "Il forum è chiuso, grazie per aver partecipato", quando vede che l'interesse dei lettori è ormai esaurito o che l'argomento ha perso freschezza. Tutti questi elementi delineano un quadro in cui la gerarchia di potere sembra rimanere inalterata, contrariamente a quanto affermato da altri (cfr. ad esempio Bucher, 2002). Ci sono dei timidi tentativi di superarla, ma sono dei balbettii, che comunque vale la pena di registrare. E' La stampa che qualche volta nel lanciare un nuovo forum fissa il tema, utilizzando, come supporto, uno o più messaggi inviati dai lettori, quasi a sancire il fatto che l'agenda setting dei forum comincia a essere co-costruita dai giornalisti e dai lettori insieme.

Tabella 2. Modelli di gestione dei forum e loro numero

Testata

Modelli di gestione dei forum e loro numero

 

Forum con mod. aperti

Forum con mod. chiusi

Forum con giornalisti

Forum con esperti

Totale

Lettere al direttore o al giornale

Il Corriere della Sera

2

41

7

5

55

1

La Repubblica

33

99

0

0

132

0

Il Sole 24 Ore

0

0

0

0

0

1

La Stampa

11

121

4

0

136

0

Il Messaggero

0

0

0

0

0

0

Totale

46

261

11

5

323

2

Ovviamente la bravura dei giornalisti che lanciano i forum è quella di trovare gli argomenti "giusti", cioè appetibili alla discussione da parte dei lettori. Il lancio dei temi per i forum, essendo una specie di sondaggio implicito, è anche un modo per saggiare la temperatura emotiva del popolo dei lettori in rete riguardo a determinate tematiche di attualità. Per esempio, finora nella Stampa solo un forum, intitolato "Truffe informatiche" è andato deserto, ma l'interesse con cui i lettori rispondono mostra un'alta variabilità. Tale variabilità sta a indicare da un lato che la redazione non sempre è in grado di intuire gli interessi e le curiosità dei suoi lettori, cioè la loro agenda setting, ma, dall’altro, che i lettori palesano la loro agenda setting, calibrando i messaggi che mandano ai vari forum. Una strategia messa in atto dai lettori per determinare, anche se in modo strisciante e silente, l'agenda setting dei forum, ma un’altra strategia ampiamente applicata dai lettori è quella di discutere di tutt'altro argomento rispetto a quello ufficiale del forum stesso. Invece una strategia per rendere effettiva la discussione è quella di articolare ampiamente il proprio pensiero. E, in effetti, i messaggi dei lettori sono mediamente piuttosto lunghi, al punto che si sprecano gli inviti da parte del moderatore (che qui è anonimo) a scrivere brevemente. Ancora più numerosi sono gli inviti a evitare insulti, minacce, parolacce ecc, pena la non pubblicazione del messaggio stesso. Evidentemente, i lettori usano i forum per sfogare rabbie e livori. E' come se tutta la frustrazione delle masse senza nome e volto dovesse in qualche modo tracimare nello spazio comunicativo pubblico. E lo sforzo dei moderatori è sempre quello di ricordare le "buone maniere" in versione democratica (fondamentalmente il rispetto nei confronti degli altri).

Abbiamo distinto in tabella 2 i forum chiusi da quelli aperti, per dare un'idea di quanto lo spazio dei forum sia appesantito da un doppio regime di archivio. Non vi è infatti solo un archivio interno a ogni singolo forum aperto, ma vi è anche un archivio storico dei forum che sono stati ospitati nella testata e che poi sono stati chiusi. I criteri di gestione di queste due categorie di archivio sono elaborati in modo diverso nelle varie testate. Ad esempio, nel Corriere  dentro lo spazio dedicato ai forum c'è una sorta di archivio dove vengono pubblicati gli ultimi messaggi, che è parziale perché funzionale solo al dibattito in corso, e, poi, vi è un altro archivio che viene presentato con il nome di "Tutti i messaggi", dove vengono conservati i messaggi arrivati al forum generalmente negli ultimi mesi (il periodo di tempo dei messaggi conservati varia in funzione della quantità dei messaggi ricevuti dal forum).

I forum gestiti da giornalisti sono piuttosto rari nel panorama italiano e la testata che investe di più in questo tipo di forum personalizzato è il Corriere della sera.  Qui, il forum nasce dagli articoli che il giornalista pubblica nel giornale cartaceo e che i "suoi" lettori commentano on line. Questi forum hanno generalmente un titolo, che può anche cambiare nel tempo. Severgnini gestisce Italians, Così è la vita è il titolo del forum di Fedrigotti, FegizFiles è il forum del critico cinematografico Luzzato-Fegiz, si chiama Noi e gli altri quello gestito da Allam.  E' intitolato Lessico il forum di Giorgio Di Rienzo, TeleVisioni quello di Aldo Grasso, il critico televisivo, e Titanic, quello di Gianni Riotta. La Stampa invece pubblica quattro forum, che sono "Caffè Buongiorno" e "Il Meglio del Web" gestiti personalmente da Massimo Granellini e da Anna Masera, e due forum più specifici "Ebusiness" e "Lettere & Cifre", tenuti da Luca De Biase, giornalista e professore di giornalismo on line, e Ennio Peres, un esperto di giochi matematici e linguistici. Questi ultimi due forum della Stampa ci danno l'occasione di precisare che non sempre è facile distinguere i giornalisti dagli esperti, dal momento che ci sono dei giornalisti che sono in realtà dei veri esperti su un determinato argomento e che quindi hanno un’identità professionale ambivalente, come Luca Di Biase o anche Luzzato Fegiz o Aldo Grasso.

Ma, a parte questi problemi di incertezza nella categorizzazione, è importante sottolineare che nei forum gestiti dai giornalisti viene espansa e personalizzata la rubrica delle lettere al direttore che è pubblicata nel giornale cartaceo.  La logica che sottostà ai forum giornalistici personalizzati è esattamente quella applicata nel giornale cartaceo. Il giornalista, come il direttore, si limita a rispondere, e spesso molto brevemente, a qualche lettera. A volte un forum diventa una spazio di discussione "transmediale", come quello del giornalista Luzzato- Fegiz che lo presenta come "il naturale approfondimento degli argomenti musicali trattati sul Corriere della Sera, sull'omonima trasmissione di Radiodue (sabato dalle ore 22.30 alle 24) e sulla rubrica di Corriere della Sera Magazine www.Marioluzzattofegiz.it." Quindi, il forum del sito del giornale on line diventa il luogo dove egli dà appuntamento trasversalmente a chi lo segue nei vari mezzi.

Ancora più rari sono i forum gestiti dagli esperti. Questi forum nel Corriere sono cinque : Chiedilo al matrimonialista gestito dall'avv. Cesare Romiti, Genitori e figli dove risponde lo psicoterapeuta Fulvio Scarparro, mentre Anna Bertolini si occupa di Il Salva prezzi, Gianna Schelotto discute con i suoi lettori su Questoni d'amore,  e infine il medico ed ex ministro della salute, Umberto Veronesi, gestisce il forum intitolato L'oggi e il domani della ricerca.  La presenza dei forum gestiti da esperti nei siti dei quotidiani on line è una contaminazione con la logica dei settimanali, i quali ospitano di solito varie rubriche dell' "Esperto risponde". Queste rubriche sono piuttosto seguite dai lettori, poiché esse consentono loro di chiedere pareri e indicazioni su problemi o questioni di carattere individuale. Generalmente esse servono a fidelizzare i lettori nei confronti della testata che le ospita.

E' vero che tale logica è lontana dalla logica del quotidiano, che normalmente informa su fatti ed eventi del giorno oppure discute sì di problemi sociali, ma senza occuparsi di problematiche individuali. Ma non è lontana dalla logica delle riviste che accompagnano una volta alla settimana il quotidiano. Non può stupire perciò che nel sito si rifletta una logica mista. Questa ibridazione ha probabilmente inteso a far confluire on line quegli esperti che hanno un largo seguito di lettori nei settimanali. La strategia comunque conclamata dagli esperti è la stessa applicata offline, per cui essi negano ai lettori che scrivono la possibilità di ricevere una consulenza gratuita su un argomento di interesse personale. Allo stesso tempo, evitano che uno spazio pubblico come quello del forum serva a comunicazioni troppo personalizzate, che rischierebbero di diventare poco interessanti per il resto dei lettori. Gli esperti coinvolti propendono perciò a fare un discorso che consenta una divulgazione più generale della loro competenza scientifica o professionale.

Considerando quanto esposto finora, rispetto all'offline c'è chiaramente una moltiplicazione dello spazio dedicato agli interventi dei lettori e anche una sua maggiore articolazione (tabella 3). Le possibilità tecniche di interattività fornite dalla rete sono sfruttate piuttosto ampiamente, ma la logica sembra rimanere quella classica del giornale cartaceo. Siamo ancora molto lontani dal poter considerare i forum come una cinghia di trasmissione di idee, riflessioni e stimoli che dai lettori si rovesciano sulla redazione del quotidiano, condizionandola con forza. Anche perché non vi sono ancora investimenti adeguati da parte delle proprietà dei giornali per costruire un modello organizzativo, all'interno delle redazioni, che possa supportare un simile scambio biunivoco in modo reale. Ma mentre è ancora minimo l'apporto dei lettori all'informazione vera e propria, l'impatto culturale dei forum sulla redazione ha di sicuro una sua rilevanza.

Per comprendere appieno la dimensione e le caratteristiche dei flussi comunicativi con i lettori, abbiamo ricostruito il numero di messaggi presenti nei vari forum. La tabella 3 ce ne fornisce un quadro sintetico.

Tabella 3. Numero dei messaggi pubblicati nei forum delle nostre testate on line alla data del 12/10/04

Giornali

Numero dei messaggi pubblicati nei forum

 

Forum con mod. aperti

Forum con mod. chiusi

Forum con giornalisti

Forum con esperti

Lettere al giornale

Totale messaggi

Il Corriere della Sera

67

46.656

191

59

8

46.981

La Repubblica

1865

318.278

 

 

 

320.143

Il Sole 24 Ore

 

 

 

 

8

8

La Stampa

 

23.410

 

 

 

23.410

Il Messaggero

 

 

 

 

 

0

Totale

1932

388.344

191

62

13

390.542

Tenuto conto che i lettori delle nostre testate (escluso il Messaggero) nel 2003 erano complessivamente 2.708.116 (Source: Ads) e tenuto conto che vi sono parecchi lettori che mandano più di un messaggio, l'interattività on line nel complesso riguarda solo il 10% circa dei navigatori. Il che significa che la grande maggioranza del popolo della rete non è interessata all'interattività. Preferisce rimanere anonima e silenziosa. Essa cioè non è interessata a investire tempo, denaro e fatica, per ridisegnare l'informazione in rete, per modificare il processo di produzione, elaborazione e distribuzione delle notizie in rete. Il navigatore a livello di massa è rimasto figlio/a del lettore del libro e del quotidiano e interprete di un modello che ha separato l'attività della lettura da quella della scrittura.

Detto questo, rimane comunque il fatto che esiste una minoranza di navigatori che interviene nei forum, che ha cioè introiettato un altro modello che non è quello di semplice lettore. Se si considerano i dati distinti per testata, emerge che i lettori della Repubblica on line, ad esempio,  si cimentano con l'invio di messaggi in circa un terzo dei casi. Ma la Repubblica rappresenta un caso a sé nel panorama giornalistico nazionale.

 

3. I messaggi dei forum

Il discorso sull'interattività può articolarsi ulteriormente, se si passa a utilizzare un'unità di analisi più circostanziata: i messaggi sia da parte dei lettori che da parte dei giornalisti, pubblicati on line il 12 ottobre 2004 (tabella 4). Il numero dei messaggi già ci dice molto: le risposte dei giornalisti, dei moderatori e degli esperti rappresentano solo un quinto dei messaggi complessivi. Il che significa che la percentuale dei casi in cui la pubblicazione del messaggio nella testata è accompagnata da una risposta è ancora meno che offline, dove la ricerca di Ambrosi e Tessarolo (1991) quantificava in Italia a un terzo la presenza delle risposte del giornale nella rubrica delle Lettere al direttore. Se paragoniamo poi la lunghezza dei messaggi dei lettori con quella delle risposte dei giornalisti, risulta che quest'ultima è 10 volte più corta della prima. Il che significa che, anche laddove la risposta esiste, generalmente essa è molto più laconica e veloce dei messaggi dei lettori. L'unica eccezione è costituita dalle risposte degli esperti, quali avvocati, medici e commercialisti, che, in quanto depositari di uno specifico sapere, devono dare ai lettori delle spiegazioni che richiedono un certo spazio. Anche il numero delle risposte e la loro lunghezza è un elemento che contribuisce a delineare un rapporto tra lettori e redazioni che continua a essere asimmetrico pure on line. Anzi, l'asimmetria tende, si è visto sopra, pure a peggiorare nel modello applicato in rete. Certo, lo spazio on line che complessivamente ospita gli interventi dei lettori è aumentato esponenzialmente, ma è governato con gli stessi criteri dell'offline. Per cui gli utilizzatori sembrano, come scrive Lieb (2003) una "minoranza protetta" e molti giornali on line sono "mausolei, anziché dei saloons".

Tabella 4.  Numero e grandezza dei messaggi dei lettori e delle risposte da parte della redazione, pubblicati il 12 ottobre 2004

Giornali

Numero dei messaggi e dei loro caratteri

 

n. messaggi
dei lettori

n. messaggi
giornalisti o moderatori

n. di caratteri dei loro messaggi

n. di caratteri delle loro risposte

Il Corriere della Sera

211

38

203.355

19.525

La Repubblica

0

0

0

0

Il Sole 24 Ore

8

8

2.254

41.200

La Stampa

51

11

34.583

4.789

Il Messaggero

0

0

0

0

Totale

270

57

240.192

65.514

Per rendere il quadro del rapporto tra lettori e testate più completo, esaminiamo adesso in quale modo i lettori scelgono di palesare la loro identità. La tabella 5 illustra come gli abitatori della rete siano un popolo davvero senza volto. Solo nel 25% dei casi i lettori si presentano con il proprio nome e il cognome e l'e-mail, cioè con il massimo delle credenziali usualmente fornite in rete. In realtà anche questa, che sembra la situazione più esplicita, può rivelarsi assolutamente vaga, per non dire evanescente. Un nome e un cognome senza un luogo di residenza e altri dati quali, ad esempio, l'età, il genere e la professione non significano nulla. Anche l'indirizzo e-mail può rivelarsi uno specchietto per le allodole, perché se ne possono creare tanti e abbandonare all'occorrenza e non aggiungono nulla all'identità dell'individuo in questione. Quasi il 40% dà solo il proprio nome o soprannome, cioè una testimonianza estremamente labile di sé. Questi dati giustificano pienamente il nostro parlare di "io minimo" (Lasch, 1984) a proposito dell'interattività nella rete.

Tavola 5. L'identità minima degli utilizzatori on line

Forum

L'identità degli utilizzatori on line

 

Soprannome

e-mail

Nome e cognome

Nome

Soprannome + e-mail

Nome e cognome + e-mail

Nome + e-mail

Anonimo

Totali

Il Corriere della sera

62

0

17

31

27

35

39

0

211

La Repubblica

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Il Sole24ore

0

0

0

0

0

0

0

8

8

La Stampa

4

1

4

3

8

13

18

0

51

Il Messaggero

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Totale

66

1

21

34

35

48

57

8

270

Il rapporto tra lettori e giornalisti può essere ulteriormente scandagliato, analizzando la misura della loro vicinanza relazionale. Per coglierla fino in fondo, abbiamo esaminato come il rapporto viene codificato e ritualizzato nelle formule di apertura dei messaggi. Cioè come i lettori si rivolgono alla redazione o a un singolo giornalista e ai forumisti (tabella 6) e, viceversa, come i giornalisti si rivolgono ai lettori (tabella 7).

 

Tavola 6. Modalità di apertura dei messaggi dei lettori nei forum

Giornali

Modalità di apertura dei messaggi dei lettori

Forum

Caro, gentile +
Nome giornalista

Caro + cognome del giornalista

Caro nome + cognome del giornalista

Caro nome + cognome + i forumisti

Caro + cognome + forumisti

Solo forumisti

Nessuna apertura

Caro, gentile +
prof. o altro

Totali

Il Corriere della Sera

8

7

2

0

1

49

128

16

211

La Repubblica

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Il Sole 24 ore

0

0

0

0

0

0

8

0

8

La Stampa

3

2

2

0

0

3

41

0

51

Il Messaggero

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Totale

11

9

4

0

1

52

177

16

270

Dai dati raccolti, emerge che c'è una certa articolazione delle modalità di apertura dei messaggi da parte dei lettori, anche se il 65% di essi entra nello spazio virtuale direttamente, senza alcuna mediazione. Un altro quinto circa dei messaggi, invece, si rivolge esplicitamente ai forumisti, ai propri interlocutori comunicativi di pari grado, mentre costituiscono solo il 15,2% i messaggi che si rivolgono espressamente ai giornalisti o agli esperti che tengono i forum. Il frequente scavalcare ogni formula di apertura accomuna i messaggi dei forum agli e-mail e, più in generale, alle varie forme di comunicazione nella rete, dove le procedure legate alla negoziazione personale e alla gestione progressiva del procedere del rapporto sono state ampiamente destrutturate. Risulta tuttavia evidente come permanga nei lettori un'incertezza relativa al modo più adeguato di rivolgersi al proprio interlocutore, data forse la complessità del rapporto comunicativo, che è, come si è visto, one to one and to many, contemporaneamente. Nel forum di Severgnini "Italians", ad esempio, le intestazioni-aperture delle lettere rivolte al giornalista sono piuttosto varie: caro Beppe, Caro Beppe Severgnini, Caro Severgnini ed Italians, Gentile Severgnini; Caro Severgnini, Stimatissimo Severgnini, Carissimo Beppe; Ciao Beppe, Beppe e così via. Si oscilla dunque tra una pretesa intimità tipica della lettera personale e la formalità tipica invece della lettera ufficiale, pubblica.

La tendenza a sottosviluppare la propria identità a livello virtuale sembra contraddire altri comportamenti degli utilizzatori, diffusi tra i pubblici di altri media, che rimandano a una forte tensione e desiderio di popolarità. Si pensi, ad esempio, al successo dei reality show. Ma, mentre  in televisione si fa una recita, una rappresentazione, uno show, qui si tratta di discutere idee, esprimere punti di vista, dire la propria opinione, cioè coinvolgere il proprio io autentico, profondo. Sicuramente non si può non tener conto del fatto che la rinuncia a dare informazioni sulla propria identità personale può mettere al riparo da eventuali auto/censure. Tuttavia, il comportamento degli utilizzatori nei forum dei giornali on line è molto semplice e chiaro: i lettori non percepiscono ancora la possibilità reale di una vera libertà di espressione, non sentono che possono avocare a un sé pieno le proprie idee e opinioni. Sono ancora molto reticenti nel calcare le scene di uno spazio comunicativo pubblico a partire dalla propria identità sociale, come se temessero di perdere in qualche modo il controllo sulla loro sfera personale. Un altro elemento che può spiegare la loro reticenza è che questi utilizzatori, oltre a essere lettori di libri e di giornali, sono anche figli del telefono e del cellulare, cioè di modi di comunicare in cui l'identità può essere in qualche modo celata.

Quanto alle risposte dei giornalisti, la disparità di comportamento emerge molto chiaramente (tabella 7). Nella grande maggioranza dei casi essi entrano direttamente nell'argomento; pochi si rivolgono con una formula di cortesia al singolo lettore chiamandolo per nome. Non c'è reciprocità di tono emotivo da parte dei giornalisti, che tendono a mantenere una distanza precisa dal lettore. Il lettore al massimo ha diritto a essere chiamato per nome; solo in un caso Paolo Mieli si rivolge a una lettore usando la formula "caro sig.+cognome". Ai lettori dunque generalmente i giornalisti si rivolgono in un modo che sancisce la loro inferiorità. Ma bisogna dire che ciò avviene anche per effetto dell’"identità minima" dei lettori in rete. Mentre i lettori si rivolgono in 16 casi agli esperti usando il titolo professionale che compete loro, non c'è un caso in cui avvenga il viceversa. Ma ciò anche perché i lettori non dichiarano di solito il loro titolo di studio, la loro professione ecc. E, comunque, anche quando questi dati emergono dalla lettera, l'informazione non viene affatto usata dal giornalista.

E’ interessante notare che la distinzione tra messaggi dei lettori e risposte dei giornalisti è segnata spesso anche graficamente Severgnini e Di Rienzo, ad esempio, per rendere subito riconoscibili le lore risposte le pubblicano, il primo, col colore rosso, il secondo, in corsivo. Bossi Fedrigotti e molti altri invece fanno apporre una R nell'indice dei messaggi dove è indicato quello che è corredato di risposta.

Tavola 7. Modalità di apertura dei messaggi dei giornalisti e della redazione nei forum

Giornali

Modalità di apertura dei messaggi dei giornalisti

Forum

Caro, gentile +
Nome

Caro + cognome

Caro nome + cognome

Caro nome + cognome + i forumisti

Caro + cognome + forumisti

Solo forumisti

Nessuna apertura

Caro, gentile +
prof. o altro

Totali

Il Corriere della Sera

6

1

0

0

0

0

31

0

38

La Repubblica

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Il Sole 24 ore

0

0

0

0

0

0

8

0

8

La Stampa

2

0

0

0

0

0

9

0

11

Il Messaggero

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Totale

8

1

0

0

0

0

48

0

57

Dal comportamento dei giornalisti nei forum emerge piuttosto chiaramente che il rapporto di potere tra loro e i lettori non è neppure lontanamente messo in discussione. Allo stesso tempo, dal comportamento dei lettori emerge altrettanto chiaramente che non c'è sufficiente democrazia per creare un'opinione pubblica, costituita da distinte e precise individualità e con la potenza di diffusione consentita dalla rete. E' ancora la massa anonima e senza volto a parlare. Una chiave di lettura del comportamento on line del lettore va rintracciata nel discorso e nelle mobilitazioni del movimento femminista degli anni '70. E precisamente nello svelamento dell'aspetto politico del privato, inteso come vita quotidiana, familiare, sessualità, sentimenti e lavoro domestico. Questo processo di svelamento del privato non è ancora riuscito a far dispiegare il carattere politico del privato. Siamo ancora a una fase antecedente, pre-politica, cioè siamo ancora al tentativo di rendere pubblico il privato. Più che alla democrazia, si dovrebbe pensare alla spettacolarizzazione della comunicazione. Nei giornali on line non è ancora in ballo la democrazia, quanto piuttosto lo spettacolo, l'esibizione del sé, anche se fondamentalmente anonimo. Quindi, questo è un fenomeno che attiene più alla sfera sociale che a quella politica.

Gli utilizzatori, nonostante le possibilità tecniche, non esprimono nella maggioranza dei casi la volontà di rafforzare il loro potere, rispetto all'informazione, all'interno dei giornali on line, ma probabilmente in altre forme, quali il we-journalism, i blog e così via. L'unico modo che ha la democrazia di rafforzarsi è quello di trovare la passione politica che nasce da una forte socialità. I forum dei giornali tradizionali sono invece abitati da socialità fragili, in cui la mediazione del mezzo significa comunicazione più limitata, mutilata, distorta, anche se più libera per certi versi, e sono abitati, come si è visto, da identità fragili, che sono timorose anche di confrontarsi con la dimensione pubblica.

Conclusioni

 

Questa ricerca mostra come in Italia la struttura dell'interattività dei giornali online sia molto variegata e come essa vari a seconda delle testate. Il modello dell'interattività nei giornali online è chiaramente basato sulla rubrica "Lettere al direttore/giornale". E' la modalità delle lettere che si estende ai messaggi pubblicati nei forum. Come le lettere, infatti, i messaggi sono uni-direzionali di ritorno. Anche la strategia che i giornali hanno sempre adottato nell'addomesticare le lettere -cioè selezionarle e attribuire loro un titolo- viene estesa ai messaggi. Sempre dalla rubrica delle lettere deriva l'inoculamento della memoria sociale nell'attualità all'interno dei forum. Una caratteristica dei forum è il perturbante mescolamento del presente e del passato nei flussi comunicativi tra lettori e giornali. Lo spazio dei forum è appesantito da un doppio regime di archivio (i messaggi della settimana e "tutti i messaggi" precedenti), che viene gestito attraverso una forte contiguità spaziale. Questa memoria storica dell'interattività serve più come prova e rappresentazione della grande vocazione del giornale nei confronti del lettore che come strumento utile ai lettori stessi. Il mescolamento tra presente e passato deriva ancora dalla lettera al direttore/giornale che è un "fuori attualità" nel quotidiano, in quanto essa, essendo per sua struttura un messaggio mono-direzionale di ritorno, reagisce, discute e contesta ciò che si è discusso o riportato sul giornale e negli altri media nei giorni precedenti.

La tipologia più importante di forum è quella del forum gestito da un moderatore anonimo. Se si analizzano i vari tipi di forum - chiusi, aperti, gestiti da giornalisti e gestiti da esperti (in forza di una contaminazione con la logica del settimanale), è evidente che on line c'è la moltiplicazione dello spazio dedicato ai lettori. Tuttavia, non è stato ancora disegnato né da parte delle testate né da parte dei lettori un vero e proprio modello dell'interattività. Le testate non hanno sviluppato un modello organizzativo nelle redazioni per reggere il volume enormemente maggiore dell'interattività, dal momento che i giornalisti rispondono on line in proporzione ancora meno frequentemente che offline (un quinto versus un terzo) e con messaggi dieci volte più laconici. Dal canto loro, neppure i lettori hanno disegnato finora un preciso modello interattivo "dal basso". La grande maggioranza dei lettori (90%) non è interessata all'interattività e quel 10% che in qualche modo lo è non è riuscito a influenzare i processi di produzione e distribuzione dell'informazione, anche se di sicuro i forum hanno avuto un certo impatto culturale nelle redazioni giornalistiche.
 
L'interattività nei giornali on line rimanda a un'identità "minima" dei lettori, che, a livello di massa, sono rimasti figli/e dei lettori del libro e del quotidiano cartaceo e interpreti di un modello che ha separato l'attività della lettura da quella della scrittura. Ma i lettori virtuali sono anche figli del telefono e del cellulare, cioè di modi di comunicare in cui l'identità può essere in qualche modo celata. Le formule di presentazione del sé da parte dei giornalisti e dei lettori non rimandono a un rapporto reciproco, poiché i giornalisti chiaramente mostrano di voler mantenere le distanze dal pubblico. Nel complesso la struttura delle testate e il rapporto di potere tra i giornalisti e i lettori non sono stati messi in discussione. Con la conseguenza che non c'è sufficiente democrazia per creare un'opinione pubblica. Si fa molto spesso l'errore di far coincidere l'utilizzatore dei media con la nozione di cittadino. Ma la nozione di cittadino è una nozione fondata su una rete di diritti/doveri, quella di utilizzatore di media sulla pratica di un consumo che è disegnato come forma di controllo sociale. Quindi il cittadino è molto di più di un utilizzatore di media e non necessariamente tale. In realtà, per comprendere ciò che sta avvenendo on line, è utile ricorrere all'analisi effettuata dal movimento femminista degli anni '70 sulla fallacia della separazione tra privato e politico (da cui il famoso slogan: il privato è politico). Applicando questa ottica, emerge che nei forum dei giornali on line siamo in una situazione pre-politica, in cui il privato diventa pubblico (non ancora politico). Per cui più che alla democratizzazione bisognerebbe pensare alla spettacolarizzazione della comunicazione "pubblica", dove il concetto di pubblico rimanda più a un “io minimo” che a una identità forte di cittadino e più alla comunità che alla società (Lieb, 1998). Questo nostro risultato è supportato anche dai risultati di una recente ricerca condotta sui newsgroup e sui forum di discussione da Digital Pr, un’agenzia specializzata nella comunicazione digitale. Secondo questa ricerca che ha preso in esame più di 36 milioni di messaggi pubblicati dal gennaio 2002 al giugno 2003 su 3778 comunità virtuali (767 newsgroup e 3011 forum), emerge che tra gli argomenti di cui si discute di più in rete la politica arriva solo al 13° posto, l’attualità al 26° e le news addirittura al 40°. Su un totale di 36.443.364 messaggi considerati, quelli di argomento politico sono appena il 3,3%, quelli sull’attualità sono l’1,2% e quelli sulle notizie sono lo 0,5% (Osservatorio sull’informazione on line, 2003).

Per finire, dovremmo smetterla di dire che il giornale on line non sfrutta ancora le sue possibilità tecniche, perché questo è un discorso ozioso. Tale discorso vale in realtà per tutti i mezzi, anche per i giornali tradizionali, per la televisione, il cinema. Così come non si dà che la gente usi un'invenzione perché esiste, analogamente il grado d'uso delle possibilità funzionali di un mezzo varia a seconda di quanto esso sia compatibile o meno con un assetto complesso in cui molti attori giocano la loro partita. Non va inoltre dimenticato che, in ogni caso, una possibilità tecnica come l'interattività presenta sempre vantaggi e svantaggi. Kim & Sawnhey (2000) hanno sottolineato che l'interattività è contraddistinta da comunicabilità, da malleabilità, da programmabilità e da creatività (Kim & Swahney, 2000), ma altri (cf.Heeter, 1989) hanno messo in luce che essa può essere vista anche come spinta a una scelta che può essere complessa, che impone una certa responsabilità, che richiede molto tempo, attenzione e impegno. Ora, considerando il comportamento espresso dalla massa degli utilizzatori dei giornali on line, dobbiamo concludere che il 90% di loro considera gli aspetti negativi dell’interattività superiori a quelli positivi.

 

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Intervista a Mauro Sarrica

Print and online newspapers in Europe
Capitolo 1 – Introduzione
Capitolo 2 – Lo sviluppo dei giornali online
Capitolo 3 – Profilo dei giornali online e a stampa in Europa
Capitolo 13 – L’ Italia
Capitolo 20 – Conclusioni
Bibliografia

L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online,

di Leopoldina Fortunati

 

Intervista a Mauro Sarrica

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Print and online newspapers in Europe

Capitolo 1 – Introduzione

Capitolo 2 – Lo sviluppo dei giornali online

Capitolo 3 – Profilo dei giornali online e a stampa in Europa

Capitolo 13 – L’ Italia

Capitolo 20 – Conclusioni

Bibliografia

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L’"io minimo" dell'interattività nei giornali online,
di Leopoldina Fortunati