Un ‘’quadricottero’’ drone per un servizio giornalistico sulla siccità in Nebraska

Il Laboratorio di Giornalismo coi droni dell’ University of Nebraska-Lincoln ha realizzato il suo primo servizio utilizzando un velivolo telecomandato per scattare una  serie di immagini su una delle vicende più rilevanti dell’ anno nello stato del Nebraska, la siccità.

Il drone, soprannominato ”quadricottero” per i suoi quattro rotori e controllato da terra, ha agito allo stesso modo di una troupe televisiva,  utilizzando una camera sistemata sulla parte anteriore, che ha scattato immagini con una risoluzione di 720 pixel.

 

“Le foto sono fantastiche’’ ha spiegato al Dailynebraskan Travis Shafer,  uno dei ricercatori del progetto. “Avevamo una visione a volo d’ uccello dei danni provocati dalla siccità’’, come dimostrano le immagini pubblicate sul blog del Dronejournalismlab.

 

 

Il servizio comunque non è stato cosi semplice da realizzare, visti i limiti imposti dalla Federal Aviation Administration sulla vicinanza a persone o case, l’ altezza, la visibilità dell’ operatore e la rilevanza delle informazioni da raccogliere.

 

Però è andata bene; tra l’ altro era una bella giornata e non c’ era vento.

 

 

Oltre a scattare le foto del Platte, il Team Drone ha fatto un esperimento per controllare la capacità del drone di ‘’interagire con l’ ambiente fisico’’. Utilizzando una serie di strumenti, il drone infatti è riuscito a raccogliere anche un campione di acqua dal letto del fiume.

 

Il progetto è stato realizzato con l’ intervento del NIMBUS (Nebraska Intelligent MoBile Unmanned Systems) Lab, situate presso lo Schorr Center for Computer Science and Engineering. NIMBUS, specializzato nella ricerca sui velivoli senza equipaggio, ha fornito il drone e le attrezzature, mentre il  Drone journalism Lab si pè occupato degli aspetti giornalistici.

 

Secondo Ben Kreimer, uno dei docenti che ha guidato l’ esperimento, vi sono varie tipi di droni disponibili, fra cui il ‘quadricottero’ utilizzato per l’ esperimento. ‘’Possono fermarsi in volo e vengono controllati da un semplice portatile con GPS.

 

Ma non si è ancora riusciti a controllarli per bene, spiegano al Laboratorio. ‘’Sono molto delicati e non è facile gestirli. Ma potranno presto essere di grosso aiuto al giornalismo’’.

 

In particolare potranno sostituire le troupe specializzate nelle riprese aeree e permetteranno a emittenti e giornali di risparmiare molti soldi che potranno essere investiti in altri modi. E potranno essere utilizzati in aree instabili e in situazioni particolarmente pericolose al posto dei cameraman.

 

Ed è molto importante anche l’ aspetto tecnico: avere una camera a 200 metri d’ altezza offre una prospettiva completamente diversa.