Foia, negli Usa il Sunshine Week. I Pink Floyd salveranno il giornalismo italiano?

Si terrà negli Stati Uniti tra l’11 e il 17 marzo la Sunshine Week, un’ iniziativa a sostegno dell’Open Governement  e della libertà di informazione (Freedom of Information).

 

Nata grazie ad un finanziamento iniziale della Knight Foundation (da sempre impegnata anche nel campo dell’ innovazione nei media e nel giornalismo), la Sunshine Week è stata lanciata nel 2005 dall’American Society of News Editors.

 

Dal 2011 il coordinamento nazionale dell’iniziativa conta anche sul sostegno del Reporters Committee for Freedom of the Press.

 

 

di Andrea Fama

 

Se l’organizzazione fa capo al mondo giornalistico, l’obiettivo finale riguarda il diritto pubblico di sapere cosa fa il proprio Governo e perchè. La partecipazione agli eventi organizzati nel corso della settimana, infatti, è estesa a tutti: ai media, naturalmente, ma anche a istituzioni, gruppi civici, biblioteche, associazioni e organizzazioni no profit, scuole e singoli cittadini poiché “anche la partecipazione individuale può fare la differenza, come testimoniano i Local Heroes Awards”.

 

I Local Heroes Awards sono dei riconoscimenti assegnati a quei cittadini americani che hanno contribuito a migliorare la propria comunità attraverso l’utilizzo positivo delle leggi per la libertà di informazione vigenti nelle città, stati e governi federali di riferimento (Freedom of Information Legislation o, nella comune accezione americana, Sunshine Laws).  Nel 2011, ad esempio, il riconoscimento è andato a  tale Gloria Howell, la cui azione ha reso possibile la divulgazione di atti pubblici attestanti fenomeni di corruzione all’interno degli uffici contabili della contea di Stevenson (Washington), portando alle dimissioni del responsabile dell’ufficio.

 

 

L’organizzazione della Sunshine Week offre numerosi spunti interessanti, già a partire dal sito, dove sono disponibili ampie raccolte di informazioni, articoli giornalistici, esperienze, risorse e strumenti utili in materia di libertà di informazione.

 

 

Di seguito alcuni esempi raccolti nella sezione Reading Room.

 

 

Il Reporters Committee for Freedom of the Press ha messo online una Guida all’Open Governement ed una Guida al Federal Open Governement, corredata da un generatore automatico di FOIR – Freedom of Information Request, ovvero le lettere con cui i cittadini richiedono alla propria istituzione l’accesso alle informazioni pubbliche.

 

 

La Associated Press, invece, ha realizzato uno studio sull’efficacia delle leggi sulla libertà di informazione nel mondo. I risultati sono liberamente accessibili attraverso un’apposita pagina di Facebook.

 

 

Openthegovernment.com ha pubblicato il proprio Secrecy Report, un rapporto annuale che raccoglie dati sulla segretezza dei Governi, le richieste di FOIA inoltrate e altre statistiche sulla openness.

 

La rete Knight Citizen News Network, infine, ha prodotto una guida all’open government per i citizen journalist,  uno strumento formativo multimediale su come accedere ad atti e incontri pubblici, contenente una mappa interattiva che guida gli utenti a raggiungere le informazioni open su ognuno dei 50 siti Web statali dedicati.

 

Gli eventi, poi, sono tantissimi e, oltre a quelli di natura civico-istituzionale, si segnalano, ad esempio, i panel tra giornalisti locali al fine di condividere esperienze in materia di accesso alle informazioni pubbliche presso il Denver Press Club, nonché l’opera di divulgazione che il quotidiano News Press realizzerà per tutta la settimana, raccogliendo e dando voce alle esperienze dei cittadini in materia di Open Government.

 

Al fine di tradurre ancor più concretamente l’impegno e l’interesse manifestati da molti funzionari pubblici, la Sunshine Week promuove anche l’adozione di un atto ufficiale (di cui fornisce apposito modello) da parte dei governi statunitensi che li impegni a promuovere ulteriormente il diritto pubblico a conoscere, attraverso l’adozione di misure specifiche di Open Government.

 

 

In breve, la Sunshine Week è un condensato di iniziative per la promozione della trasparenza dei governi e del diritto di accesso dei cittadini, e il propulsore di questa grande macchina che intende avvicinare istituzioni e cittadinanza è il giornalismo, in nome della libertà di informazione.

 

Inevitabile domandarsi quale sia, invece, il ruolo del giornalismo italiano nella stessa battaglia per la trasparenza e l’accesso. Altrettanto inevitabile continuare a rispondersi che tale ruolo è ben distante da questo campo di battaglia.

 

Quando si parla di certi temi, infatti, certo giornalismo nostrano pare isolarsi placidamente nella sua torre d’ avorio, lontano da chi lo vorrebbe in prima linea nella difesa della libertà di informazione e dei diritti dei cittadini.

 

L’ immagine è efficacemente resa dalla rilettura di alcuni versi dell’ immortale canzone dei Pink Floyd “Wish You Were Here”, che già dal titolo – Vorrei che tu fossi qui (… giornalismo) – tradisce un’assenza della professione che molti, credo, vorremmo fosse al più presto colmata.

 

Nel testo, denso e immaginifico, si fa riferimento all’ex leader del gruppo che ha “barattato i propri eroi in cambio di fantasmi” e che ha abbandonato “la trincea del conflitto per un ruolo di comando in una gabbia”.

 

 

Ebbene, forse è il momento che il fantasma del giornalismo abbandoni la sua gabbia dorata e torni ad essere leader, in trincea, riappropriandosi di un ruolo di comando, ma nel conflitto. Senza esitazioni, quanto piuttosto attraverso azioni concrete.

 

E un primo punto di partenza potrebbe essere proprio la posizione assunta dalla Federazione Nazionale della Stampa attraverso un articolo a firma di Raffaele Fiengo sulla pagina internazionale del sito della FNSI, secondo cui è giunto il momento che anche l’Italia si doti di un Freedom of Information Act – FOIA.

 

“L’Italia – scrive Fiengo – non offre le condizioni nelle quali il giornalismo possa compiere il proprio dovere. È l’unico paese, in tutto l’Occidente, privo di un Freedom of Information Act”.

 

La FNSI  aveva già sostenuto l’impegno di LSDI in materia di trasparenza e accesso, e lo spunto per rilanciare un tavolo operativo che riunisca giornalismo e politica potrebbe essere fornito dall’esperienza che sta avendo luogo in Basilicata, dove è stata recentemente presentata una proposta di legge che – per la prima volta in Italia – intende recepire i principi dell’Open Data e del FOIA.

 

Come già scritto più volte, si tratta di una grande occasione per il giornalismo e, soprattutto, per il Paese. Un’occasione che entrambi avrebbero un gran bisogno di cogliere.