Dal NYT flussi RSS personalizzati

nyt6 Messo apunto un nuovo strumento che permette di filtrare e richiamare gli articoli disponibili online attraverso tag e parole chiave per trasformarli in flussi RSS personalizzati e suddivisi per argomenti – Il quotidiani newyokese ‘’non cessa di innovarsi per tentare di reinventarsi’’ – Tagging, web semantico, linked data, redazioni integrate, giornalismo di dati, il NYT sembra avere una lunghezza di distacco sugli altri

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Il New York Times ha appena messo online un nuovo strumento che permette ai lettori di filtrare e richiamare i suoi articoli disponibili online attraverso tag e parole chiave per trasformarli in flussi RSS personalizzati e suddivisi per argomenti.

Gli sviluppatori potevano accedere da tempo a queste funzionalità ma per i lettori è una novità.

Una delle funzioni più interessanti (secondo ReadWriteWeb) è la possibilità di inserire nel campo destinato alle ricerche l’ url di un determinato articolo e lasciare che il sistema suggerisca degli articoli correlati.

Il sistema utilizza per farlo i tag attribuiti a ciascun articolo, che normalmente non sono leggibili per i lettori, ma che vengono attribuiti dai redattori del NYT a ciascun articolo.

Un approccio più moderno

Malgrado una situazione finaziaria difficile – rileva ReadWriteWeb – il NYT non cessa di innovarsi per tentare di reinventarsi. Tagging, web semantico, dati collegati (‘’linked data’’) , redazioni integrate, giornalismo di dati, il grande quotidiano americano sembra avere una lunghezza di distacco (precisazione: RWW è un partner del New York Time).

Il lancio di questo strumento sembra riflettere una profonda presa di coscienza della fine del giornale come aggregatore di informazioni, ruolo che ormai è passato a sistemi come NetVibes o Google News. Piuttosto che lottare contro l’ ineluttabile, il NYT sembra qui voler accompagnare il movimento per rinforzare la sua posizione di produttore di in formazione e di assicurare la sua sopravvivenza.
Huffington Post, altro grande innovatore nel settore dei media, già propone da un po’ di tempo dei flussi di informazione iperlocali, che permettono di ricevere solo le informazioni relative a singole zone geografiche, cosa che – conclude RWW – può essere ugualmente percepito come la volontà di HufPo di far parte di un mix informazionale, piuttosto che di essere il mix informazionale.