Russia: una partita decisiva intorno alla legge quadro sui media

out-1211.jpg Una partita molto importante si sta giocando in Russia nel campo dei media, dove tra l’ altro la lotta per la sopravvivenza è sempre più dura (vedi l’ articolo sotto). Questa volta non tanto in relazione al controllo delle testate tramite la proprietà e la nomina dei vertici (che comunque non si arresta mai), quanto sul piano istituzionale dove gli equilibri e i rapporti di forza fra potere pubblico e informazione sono ancora fluidi e tutti da verificare.
Il terreno della legislazione non è meno importante di quello del controllo economico, anche se a volte viene sottovalutato. Valentina Barbieri in questo articolo ne offre uno spaccato, analizzando le ultime proposte di modifica della legge quadro in materia di stampa, che riguardano in particolare la questione delle smentite e quella della privacy. Due temi chiave per l’ informazione giornalistica, come sappiamo molto bene anche noi in Italia. (p.r.)

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di Valentina Barbieri

Negli sport di gruppo quello che conta è la coordinazione di attacco e difesa. A volte guardando il rapporto tra stampa russa e governo mi sembra che valga lo stesso principio, con la differenza che attaccare è un privilegio che la stampa russa non può permettersi e che, per una serie di motivi economici e non, è sconsigliato.

Rimane l’importanza di una buona difesa, di una buona capacità di reazione quando l’avversario passa la metà del campo, anche i tre quarti.

Il campo la maggior parte delle volte è un terreno istituzionale, perché le piazze i convegni e le strade sono scelte che ancora non coinvolgono la comunità russa quanto quella internazionale.

Il campo dello scontro è quindi la legge, che nelle definizioni pone il confine tra ciò che è legale e ciò che non lo è e che definisce gli spazi di manovra dei soggetti.

Ancora una volta viene rimessa mano alla legge quadro sui media in Russia. Il progetto di legge, proposto dal Consiglio Federale russo, è stato presentato sabato 8 ottobre all’analisi della Camera bassa (la Duma russa). Le modifiche proposte toccano due temi, la regolamentazione della smentita e il trattamento dei dati personali.

La smentita

I fautori dell’iniziativa pongono il problema in questi termini: al momento, se un giornale mette in prima pagina delle notizie che si rivelano poi essere dei falsi clamorosi, può dare la smentita in ultima pagina utilizzando un carattere molto piccolo. Insomma, il risultato è che la smentita passa inosservata e la "bufala" no.

Quindi i deputati propongono di modificare l’articolo 44 della legge dei media, indicando che la smentita nei giornali e nelle riviste deve utilizzare la stessa misura di carattere delle informazioni contestate, trovarsi nello stesso spazio e sotto il titolo "smentita" (unica eccezione, quella in cui la pubblicazione abbia cessato di esistere).

Se gli emendamenti alla normativa vigente entreranno in vigore, la legge risulterà in linea con quella italiana, che all’articolo 8 della legge 47 del 1948 (come modificato dall’art. 42 della legge 416 del 1981) prevede che:
   "Per i quotidiani, le dichiarazioni o le rettifiche di cui al comma precedente sono pubblicate, non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono.
   Per i periodici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, non oltre il secondo numero successivo alla settimana in cui è pervenuta la richiesta, nella stessa pagina che ha riportato la notizia cui si riferisce. Le rettifiche o dichiarazioni devono fare riferimento allo scritto che le ha determinate e devono essere pubblicate nella loro interezza, purché contenute entro il limite di trenta righe, con le medesime caratteristiche tipografiche, per la parte che si riferisce direttamente alle affermazioni contestate."
Per quanto riguarda radio e televisione, il progetto di legge russo prevede che "la smentita deve essere trasmessa nella stessa fascia del giorno e nella stessa trasmissione della comunicazione o delle informazioni."

Analoghe richieste vengono rivolte alle pubblicazioni online, che devono presentare la smentita nella pagina principale.

Fin qui, si tratta quindi di emendamenti che non sembrano danneggiare il giornalismo russo.

La privacy

La seconda modifica all’analisi della Duma tocca invece un tema più sfuggente e delicato.
Anche nei paesi "occidentali", le normative sui dati personali hanno sollecitato dibattiti che sono stati cogeneratori di un equilibrio tra l’esigenza di controllo e il rispetto dei diritti costituzionali del cittadino.

In Russia questo confronto è inevitabile, soprattutto per l’indefinitezza di alcuni termini usati nel progetto di legge.

Il testo di legge presentato alla Duma recita:

"La raccolta, il mantenimento, l’utilizzo e la diffusione di informazioni sulla vita privata (информацию о частной жизни) di un cittadino da parte dei mezzi di comunicazione di massa é consentita solo previa autorizzazione da parte dello stesso cittadino o dai suoi rappresentanti legali. Eccezione fatta solo per i casi in cui azioni simili siano indispensabili per la difesa di interessi pubblici" si legge nel testo.

Questa correzione del tiro, secondo gli autori, aiuterebbe a difendere i  diritti costituzionali dei cittadini.
Rimangono però aperte alcune questioni, nell’attesa di una vera definizione di "informazioni sulla vita privata" e di "interessi pubblici".
Per "informazioni sulla vita privata" si intenderanno i dati personali o anche i dati sensibili? I dati giudiziari? Quale tipo di informazione verrà meno? Le informazioni concernenti la situazione finanziaria di una persona importante? I processi in atto a danno di personaggi pubblici? Il gossip, di cui i lettori russi sono voraci divoratori?

In merito a questi interrogativi, Boris Reznik, vicepresidente del comitato sull’informazione della Duma, chiede provocatoriamente:  «Se qualcuno ruba o compie altri reati intenzionalmente senza far rumore ed essere notato, bisognerà mica chiedergli l’autorizzazione per smascherlo?».

Domanda retorica, certo, ma che serve a dare un’idea delle questioni deontologiche che rimangono aperte, e che l’uso improprio del concetto "interesse pubblico" approfondisce.

Per permettere un approssimativo confronto, ricordiamo che la legislazione italiana sancisce il diritto alla protezione dei dati personali da parte dei cittadini, identificando questi dati come

"qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione,  ivi compreso un numero di identificazione personale".

La stampa può diffondere notizie o fatti di rilevanza pubblica facendo prevalere la propria funzione di divulgazione e informazione sull’obbligo dell’autorizzazione.

La trasparenza

Oltre a tutto ciò, in Russia si apre un nuovo "fronte" di modifica, che tocca da vicino il diritto dei giornalisti all’ottenimento di informazioni dalle istituzioni e, secondo il giornale "Nezavisimaja Gazeta", minaccia lo status di quarto potere dei giornali.

Il progetto di legge sulla trasparenza informativa degli organi del potere di tutti i livelli e le derivanti correzioni alla legge sui media sono in realtà all’attenzione della Duma da oltre un anno, presentati addirittura all’inizio del 2007 dal governo di Michail Fradkov. Dopo la prima lettura a giugno dello stesso anno e una prima bozza  per la seconda lettura sono caduti nel dimenticatoio.

Fino a quando il 6 ottobre il comitato sulla politica dell’informazione della Duma ha esaminato la nuova redazione e ha chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di raggiungere un rapido accordo con il governo e l’amministrazione ad esso legata.

Il progetto di legge già alla prima lettura ha provocato un certo dibattito, in cui la stampa è stata spalleggiata dalla Camera Pubblica della Federazione Russa, un organismo creato per l’interazione tra cittadini e autorità locali, che mira alla difesa di diritti e libertà dei cittadini,  sviluppo sociale e controllo pubblico sulle attività governative.

I parlamentari hanno promesso di rimettere mano al testo di legge entro la seconda lettura, che sarà all’inizio di dicembre. Al momento non sono state fatte grosse modifiche sull’emendamento. Sono spariti i riferimenti al fatto che i media debbano ricevere le informazioni nel corso di 30 giorni, in modalità standard.

Ma la nuova formulazione lascia dei buchi legislativi enormi. Sulla tempistica, ad esempio. La gamma di casi non regolati è tale che esitono molte situazioni in cui, a detta di Andrej Šarov (capo di un dipartimento del Ministero dello sviluppo economico) saranno gli stessi organi e la redazione del giornale a decidere a quale legge fare riferimento.

Insomma, nel giro di poco più di un mese la cornice legislativa dei media russi potrebbe essere alterata significativamente.

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Fonti:

Госдума РФ приняла на рассмотрение поправки в закон о СМИ
La Duma russa ha preso in visione gli emendamenti alla legge dei media, Profile, 1.11.2008
http://www.profile.ru/news/?mnew=4764&idc=3

Российские сенаторы предложили поправки в закон СМИ
I senatori russi hanno proposto degli emendamenti alla legge dei media, RIA Novosti, 1.11.2008
http://www.rian.ru/society/20081101/154256685.html

Diritto di rettifica: la stampa e la tv, Paolo Santalucia, Giuffre, 2004
http://www.giuffre.it/age_files/dir_tutti/archivio/santalucia_1004.html

Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 – Codice in materia di protezione dei dati personali
http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=722132

Депутаты поставили четвертую власть на место. Государственная Дума лишает СМИ первоочередного права на получение информации от чиновников
I deputati hanno rimesso a posto il quarto potere. La Duma toglie ai media un diritto di primo ordine sull’ottenimento delle informazioni dai funzionari, Ivan Rodin, Nezavisimaja Gazeta, 07.11.2008
http://www.ng.ru/politics/2008-11-07/1_4vlast.html?mthree=9