Meglio soli che google

“Faceva caldo, la notte che bruciammo Chrome. Nei viali e nelle piazze le falene sbattevano fino a morire contro le luci al neon, ma nella mansarda di Bobby l’unica luce era quella del monitor e dei led rossi e verdi del simulatore di matrice”.

 

“Mentre entravamo nella griglia mi parve che il programma avesse dato un sobbalzo. Se qualcun altro si fosse inserito in quella parte della matrice avrebbe visto un’ombra guizzante uscire dalla piccola piramide gialla che rappresentava il nostro computer. Il programma era un’arma mimetica, progettata per assorbire il colore locale e assumere la priorità assoluta in qualsiasi contesto incontrato”.

 

“Bobby era un cowboy, e l’ICE era il suo campo di azione: ICE significava “Contromisure Elettroniche d’Intrusione”. La matrice è una rappresentazione astratta delle relazioni fra i Sistemi di dati. I programmatori autorizzati si inseriscono nel settore della matrice appartenente ai loro datori di lavoro e si trovano circondati da luminose forme geometriche che rappresentano i dati della società”.

 

“Il castello di Chrome si sta dissolvendo, lastre di ICE scuro svaniscono lampeggiando, divorate dai sistemi di sabotaggio che si dipanano dal programma russo, espandendosi dal nostro nucleo logico centrale e infettandone la struttura stessa”.

 

Estratti da  “La notte che bruciammo chrome” di William Gibson

 

 

Quando cade il mondo, non è facile pensare al presente. Non qui e non adesso. Non dopo che la peggiore delle premonizioni, a lungo evocata e prospettata si è appena realizzata. Quando un’azienda si trasforma in una infrastruttura e poi questa infrastruttura viene giù più o meno fragorosamente, trascinando con sé tutto il nostro mondo; le conversazioni, le lezioni, le sessioni di lavoro, le videochiamate, le mail, i documenti ancora non salvati, i nostri pensieri, i video, le nostre emozioni, i nostri scambi commerciali, i pagamenti, le bollette, le multe, persino le tasse. Quando tutto casca a terra e noi rimaniamo lì con il cerino in mano ad aspettare. Aspettare che torni la luce, e assieme alla luce anche il gas, e assieme al gas pure l’acqua, e assieme all’acqua anche la poltrona cui siamo seduti, il tavolo su cui poggiamo le stoviglie, la scrivania e i cassetti coi documenti e le lettere, e poi il pavimento e le mura della nostra casa, del nostro ufficio, della nostra scuola, e poi anche i nostri vestiti, tutti gli oggetti che abbiamo in tasca…

 

Quando succede questo – anche per un solo minuto – e non ci rimane altro che aspettare, e non abbiamo neanche una candela da accendere per non stare al buio; forse è il momento di pensare a noi, al nostro presente e agli scenari futuri che ci si prospettano. Non esistono vie di fuga da un google crash o google down. Quello che è successo qualche giorno fa lo ha dimostrato in modo chiaro e incontrovertibile. Non ci sono scenari alternativi, se non li pensiamo e li realizziamo con presenza di spirito, coscienza e conoscenza personale, qui e adesso. Ognuno di noi può e deve farlo. Non ci sono sistemi alternativi al momento, ma soltanto la nostra personale e innata reazione davanti al pericolo. Si chiama istinto e ci ha permesso di sopravvivere sino ad ora davanti a qualsiasi circostanza il “progresso” dell’Umanità abbia prodotto. Siamo a questo, purtroppo, all’applicazione del mero “istinto di sopravvivenza”, non c’è altro. Lo diceva così bene William Gibson già negli anni ‘80 del secolo scorso, evocando mondi differenti, coniando termini differenti come “ciberspazio”, che ci portano a considerare un diverso modo di vedere la realtà. Una percezione amplificata, filtrata, differenziata attraverso le macchine, l’uso di interfacce, un approccio mediato dall’intelligenza artificiale e dagli apparati che agiscono e interagiscono assieme a noi in questa diversa realtà e in tempo reale. Lo diceva Gibson, lo dicevano e lo hanno scritto e detto tanti autori di fantascienza, ma non è forse questo il nostro mondo attuale?

 

Esageriamo? Ditelo Voi?

 

 

Questo è il testo di una lettera/mail/messaggio che Google in persona ci ha inviato – a noi e ad alcuni altri milioni di persone nel mondo –  proprio in questi giorni, leggiamolo assieme:

 

Scegli il modo in cui le tue informazioni possono essere utilizzate e condivise in Gmail, Google Chat e Google Meet prima del 25 gennaio 2021

 

Gentile xxy,

 

Per darti un maggiore controllo sulle tue informazioni e supportare i requisiti di conformità, stiamo per presentare due nuove impostazioni per Gmail, Chat e Meet. Queste impostazioni ti permettono di scegliere come vengono utilizzate le tue informazioni in Gmail, Chat e Meet e in altri prodotti Google.

 

Cosa devo sapere?

 

1) Funzionalità intelligenti e personalizzazione in Gmail, Chat e Meet è la prima impostazione e consente di scegliere se i tuoi dati di Gmail, Chat e Meet possono essere utilizzati per fornire funzionalità intelligenti all’interno di questi servizi. Le funzionalità intelligenti di Gmail, Chat e Meet che dipendono dai tuoi dati includono:

 

Filtro automatico/categorizzazione automatica (Principale/Social/Promozioni) delle email

 

Scrittura intelligente e Risposta rapida nelle email

 

Schede riepilogative sopra le email (monitoraggio delle spedizioni, viaggi e non solo)

 

Estrazione dei dettagli di eventi per creare voci di calendario

 

2) Funzionalità intelligenti e personalizzazione in altri prodotti Google è la seconda impostazione e consente di specificare se i dati di Gmail, Chat, and Meet possono essere condivisi con altri prodotti Google per attivare le funzionalità di personalizzazione. Le funzionalità in altri prodotti Google che dipendono dai dati di Gmail, Chat e Meet includono:

 

Promemoria dell’assistente per le fatture in scadenza

 

Maps che mostra prenotazioni dei ristoranti

 

Google Viaggi che raggruppa i tuoi itinerari

 

Google Pay che mostra le tue carte fedeltà

 

Che cosa devo fare

 

Se vuoi continuare a utilizzare queste e altre funzionalità anche dopo il 25 gennaio 2021, devi scegliere di mantenerle attive nelle impostazioni di Gmail. Se hai già preso una decisione in merito a queste impostazioni nell’app Gmail per dispositivi mobili o nella versione desktop, non dovrai fare altro. Puoi modificare queste opzioni in qualsiasi momento in Gmail. Ulteriori informazioni

 

Da desktop  

Se utilizzi un computer desktop, accedi al tuo account Gmail per configurare queste impostazioni

 

Da telefono

Se utilizzi il telefono, apri l’app Gmail (installabile su iOS e Android) per configurare queste impostazioni per l’account xxy  

Se utilizzi l’app Gmail per dispositivi mobili, ma non hai ancora visualizzato alcuna richiesta riguardante queste impostazioni, potresti dover aggiornare l’app. 

Se non riesci a farlo, puoi comunque configurarle da un browser per desktop, come descritto sopra. Ulteriori informazioni

 

Grazie per aver scelto Gmail.

—Il team di Gmail

 

Che significa? Ditelo Voi a noi, per favore. A noi sembra la solita manfrina per continuare nella strada tracciata da anni, oramai decenni, dai signori di Alphabet. Impossessarsi del controllo, detenere sempre maggiore potere, e tramutare questo potere in sonanti dollaroni.

 

Niente di male, intendiamoci, per un’azienda privata, voler fare denaro. Dividendi. Profitti. Molto male farlo proponendo una strada da percorrere univoca. Nessuna alternativa. Nessuna vera richiesta ma solo un modo “educato”  – e anche un po’, anzi parecchio criptico – di spremerci, di estorcerci fino all’ultimo byte di informazioni per convertirlo in denaro.

 

Possibile che non ci sia un alternativa plausibile?

 

“Shoshana Zuboff il capitalismo della sorveglianza”

 

Ca-pi-ta-li-smo del-la sor-ve-glian-za

  1. Un nuovo ordine economico che sfrutta l’esperienza umana come materia prima per pratiche commerciali segrete di estrazione, previsione e vendita;

  2. Una logica economica parassitaria nella quale la produzione di beni e servizi è subordinata a una nuova architettura globale per il cambiamento dei comportamenti;

  3. Una mutazione pirata del capitalismo caratterizzata da concentrazioni di ricchezza, conoscenza e potere senza precedenti nella storia dell’umanità;

  4. Lo scenario alla base dell’economia della sorveglianza;

  5. Un’importante minaccia per la natura umana nel Ventunesimo secolo, proprio come il capitalismo industriale lo era per la natura nei secoli Diciannovesimo e Ventesimo;

  6. L’origine di un nuovo potere strumentalizzante che impone il proprio dominio sulla società e sfida la democrazia dei mercati;

  7. Un movimento che cerca di imporre un nuovo ordine collettivo basato sulla sicurezza assoluta;

  8. Un’espropriazione dei diritti umani fondamentali che proviene dall’alto: la sovversione della sovranità del popolo.