Satira sul ‘Trota’. Il blogger condannato: ‘’Due giorni a ridere per questa querela surreale’’

“Ho passato due giorni a ridere per questa querela surreale, più comica dei diari stessi.” Michel Abbatangelo, il blogger condannato nei giorni scorsi dal tribunale di Varese per aver diffamato il ‘’Trota’’, Renzo Bossi, racconta così – in una intervista a Roberto Favini per Lsdi, di cui pubblichiamo il podcast completo – la sua reazione di fronte alla vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto.

Abbatangelo è stato condannato dal giudice unico Anna Giorgetti a 1.000 euro di multa (il pm Monica Crespi aveva chiesto 7 mesi di reclusione e 30.000 euro di risarcimento), oltre al pagamento delle spese processuali e a quelle di costituzione di parte civile, ma non è stato adottato nessun provvedimento nei confronti dell’ opera incriminata, che è ancora tranquillamente online.

 

Si trattava di un diario satirico pubblicato nel 2009 sul blog 100cosecosì: una serie di racconti iperbolici aventi come protagonista principale il figlio dell’ ex leader del Carroccio, che secondo l’ autore ‘’è un’ icona, il bamboccione medio italiano, un personaggio che avrebbe potuto recitare bene Alberto Sordi”

 

di Roberto Favini

 

Per approfondire la vicenda abbiamo rintracciato Michel Abbatangelo in Francia e  abbiamo fatto con lui una lunga e interessante chiacchierata, nella quale il blogger ci rivela anche un aspetto non noto della vicenda: il fatto che l’ ex-ministro leghista Roberto Maroni si sarebbe rivolto a Google per risalire alle informazioni personali sull’ autore del blog, ottenendo però da Google un rifiuto secco.

 

Ecco in sintesi alcuni dei passaggi dell’ intervista :

 

Quale è stata la tua prima reazione quando ti è stata notificata la querela da parte di Renzo Bossi?

“Ho passato due giorni a ridere per questa querela surreale, più comica dei diari stessi.”

 

Molte persone al tuo posto avrebbero scelto di autocensurarsi, rimuovendo i contenuti dal proprio blog e sospendendo qualsiasi pubblicazione. Tu invece hai deciso di continuare a scrivere sul tuo blog. Perché questa scelta?

“Non ho mai sognato di censurarmi, di limitarmi; è inconcepibile”

 

Pensi che la politica italiana reagisca in modo differente alla satira fatta sui media tradizionali (tv, radio, stampa) rispetto a quella fatta invece sui social media?

“La satira in televisione è un po’ all’acqua di rose. Quando c’è un contenuto etico e morale, in televisione ti buttano fuori: basti pensare a quello che è successo al premio Nobel Dario Fo”

 

Pensi che quello di Renzo Bossi sia un caso isolato oppure che oggi siano ancora molti i politici che debbano comprendere la vera natura dei social media e della comunicazione on-line?

“Renzo Bossi è un’ icona, il bamboccione medio italiano, un personaggio che avrebbe potuto recitare bene Alberto Sordi”

 

Vivendo in Francia, hai notato differenze tra le reazioni dei politici francesi e quelle dei politici italiani?

“In Francia c’è da decenni un giornale d’inchiesta che fa satira e lì ogni settimana i politici vengono regolarmente massacrati. I politici francesi la prendono male ma difficilmente arrivano a querelare.”

 

Pensi di ricorrere in appello?

“Appena verranno pubblicate le motivazioni della sentenza il mio avvocato ricorrerà in Appello: se subirò un’altra condanna, ricorreremo ancora, fino ad arrivare alla Corte Europea. Io sono francese e, alla fine, devono venire qua a prendermi”.

 

 

Ecco il podcast completo dell’intervista.

 

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Per capire quali sono le valutazioni che hanno spinto il giudice lombardo alla condanna bisognerà aspettare il deposito delle motivazioni della sentenza, contro cui in ogni caso verrà presentato ricorso, come preannuncia il difensore di Michel, Gianmarco Beraldo.

 

“Si tratta di una sentenza ridicola, assurda e inaspettata”, ha commentato il legale, come racconta Rossella Ricchiuti su www.ossigenoinformazione.it.

 

“Ciò che più mi preoccupa – aggiunge l’avv. Beraldo -, è la difesa del principio della libertà di espressione, stroncato da questa sentenza. Il diario è stato registrato, in seguito alla querela, presso “L’albo degli autori” in Francia, a dimostrazione del fatto che si tratta di un’opera letteraria. Alla faccia di chi, come Renzo Bossi, non è capace di apprezzare la satira come una vera e propria arte”.

 

Dal punto di vista giuridico va poi sottolineato che  Abbatangelo è cittadino francese, residente in Francia e scrive sulla piattaforma di Google usando un dominio francese: cosa che fa sorgere dei dubbi sulla competenza a giudicare da parte di un tribunale italiano

 

In ogni caso questa sentenza rafforza le preoccupazioni sulla libertà di informazione in Italia, visto che proprio l’altro giorno è arrivata un’ altro duro pronunciamento della magistratura, quella del tribunale di Livorno che ha condannato una ragazza di 26 anni per “diffamazione a mezzo stampa” attraverso l’ uso di Facebook.

 

Qui la documentazione su quest’ ultima vicenda:

– Federico Lazzotti , Il Tirreno: Offendere su Facebook è diffamazione a mezzo stampa, la sentenza a Livorno

– Daniele Minotti su Giornalettismo: La diffamazione “a mezzo stampa” su Facebook

 

Infine una notazione. Ma la Cassazione non aveva detto, a proposito del caso Ruta,  che i blog non possono essere considerati ‘’stampa’’?