Due americani su tre insoddisfatti del giornalismo di casa

Icos Una nuova ricerca di We Media/Zogby Interactive presentata al Festival di Miami – Sale al 48% (dal 40% dell’ anno scorso) la percentuale di chi usa internet come la fonte primaria di informazione

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I due terzi degli americani  – 67% – ritengono che il giornalismo tradizionale non si renda conto di cosa i cittadini vogliono dalle loro notizie. E’ quanto emerge da un nuovo sondaggio condotto da We Media/Zogby Interactive.

La ricerca – spiega mediachannell – ha rilevato anche che mentre la gran maggioranza degli americani (70%) ritiene che il giornalismo sia importante per la qualità della vita nelle loro comunità, due su tre (64%) sono insoddisfatti della qualità del giornalismo nelle loro comunità.
Lo studio documenta anche il passaggio dalle tradizionali fonti di informazioni, come giornali e tv, a internet – in maniera travolgente fra i cosiddetti “digital natives” (i nati nell’ era digitale), le persone che hanno meno di 30 anni.

Quasi la metà degli interpellati (48%) ha detto che la loro fonte primaria di informazione è internet, con un forte incremento rispetto al 40% che aveva detto la stessa cosa l’ anno scorso. Gli adulti giovani sono la fascia più ampia: il 55% delle persone fra i 18 e i 29 anni, mentre sono il 35% quelli di 65 anni e oltre.

“Per il secondo anno di seguito abbiamo documentato una crisi molto sera nel giornalismo americano”, sottolinea Andrew Nachison, co-fondatore di iFOCOS, il think tank sui media che ha ospitato nei giorni scorsi il “We Media Forum and Festival in Miami”.  “I cittadini riconoscono il valore dei giornalismo per le loro comunità e sono insoddisfatti per quello che vedono. Mentre l’ industria editoriale taglia i budget e si lamenta per il futuro, gli americani sono spaventati dal loro presente.

“Tuttavia, vediamo chiaramente la migrazione generazionale dalle notizie tradizionali all’ online – e quindi la sfida per le aziende editoriali tradizionali è molto complessa. Esse hanno bisogno di investire in nuovi prodotti e nuovi servizi, ma anche in qualità, influenza e forza di impatto. Devono investire in un giornalismo che faccia la differenza nella vita delle persone. E’ una sfida morale e una opportunità economica per tutti”.