Leggere i giornali su Kindle? Non è proprio la stessa cosa, ma…

Kindle Peter Osnos, ex giornalista del Washington Post e ora vicepresidente della Columbia Journalism Review, racconta che cosa si prova leggendo un quotidiano su Kindle – “Il giornale di carta e’ un prodotto molto più ricco della versione digitale. Ma avere i contenuti su una macchina ai miei ordini e’ un surrogato accettabile che senza dubbio migliorerà con l’evolversi della tecnologia”

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di Peter Osnos (The Century Foundation) 

L’altra mattina, quando alle otto non mi era ancora arrivato il New York Times (cosa, dovrei aggiungere, che capita molto raramente), ho deciso di provare a leggere il giornale sul mio Kindle, il lettore digitale della Amazon (vedi l’ articolo del 4 dicembre 2007). Sistemato su una poltrona, ho comprato il giornale per 75 centesimi e l’ho scaricato attraverso wi-fi in pochi secondi. Non poteva essere più facile di così.

Ho comprato Kindle quando fu distribuito nei negozi lo scorso autunno e l’ho usato per leggere l’ultimo libro di David Halberstam, The Coldest Winter, principalmente durante recenti voli per e dalla Cina, e ho trovato l’esperienza soddisfacente e conveniente. Controllando di tanti in tanto i best-seller di Kindle, ho notato che molti dei maggiori giornali del paese dominano la lista. Il New York Times è stato il numero uno e il Wall Street Journal il numero due fino alla scorsa settimana, quando una nuova selezione di libri consigliati della famosa conduttrice televisiva Oprah Winfrey li ha spazzati via. Anche il Washington Post e il San Francisco Chronicle sono venduti stabilmente e, tra le riviste, Time, Fortune, Atlantic, Nation e soprattuto Reader Digest fanno capolino.


Un abbonamento mensile al New York Times costa 13,95 dollari su Kindle, poco rispetto ai 10,20 dollari settimanali per avere il giornale cartaceo a casa, mentre sul web la consultazione è naturalmente gratuita. Io la uso per un controllo di routine dei titoli e di tanto in tanto leggo un articolo sul mio Treo (un cellulare che può anche navigare su Internet, ndr). Dal momento che pago un abbonamento mensile per avere Internet a casa, i contenuti potranno anche essere gratuiti, ma consultarli ha un prezzo. Una volta sistemato l’account per Kindle su Amazon, si può, con un solo click, comprare il giornale a 75 centesimi, contro 1,25 dollari dell’edizione cartacea. Si possono comprare anche libri, riviste, pubblicazioni telematiche come Slate o Salon e, cosa abbastanza significativa, libri audio. Tutto questo molto tranquillamente, senza problemi. Se si sceglie un abbonamento mensile, il giornale compare sulla home page appena è disponibile.

Quello che si ottiene ordinando il giornale su Kindle è una lista di tutti gli articoli. Niente fronzoli, niente immagini, niente approfondimenti elettronici e niente pubblicità: soltanto le parole. Dò un’occhiata  alla prima pagina, quindi leggo, sezione per sezione, finché ho tempo. Come è stato? All’inizio mi è sembrato un pò complicato, come tutte le incursioni nelle esperienze digitali tendono ad essere. Ma se fossi stato su una metropolitana affolata, un bus o un aereo, mi sarei abituato velocemente. Mi è piaciuta soprattutto la possibilità di evidenziare articoli che volevo leggere, potevo tornarci dopo aver dato un’occhiata veloce e generale.

Più tardi, quando il giornale è arrivato alla porta, l’ho letto di nuovo e, devo dir la verità, era un prodotto molto più ricco della versione digitale. Ma avere i contenuti su una macchina ai miei ordini era un surrogato accettabile che senza dubbio migliorerà con l’evolversi della tecnologia.

In tutto ci sono nove giornali americani in vendita e diversi stranieri, e, comprese riviste ed agenzie, circa venti dei primi cento articoli in vendita su Kindle sono basati su notizie e commenti. Il resto sono libri, si può scegliere tra 80 mila titoli, e ho il sospetto che è questo ciò che conta di più per Amazon, visto che è ancora in corso il processo di digitalizzazione di tutti i documenti nel loro sistema. Il Sony Reader è il concorrente di Kindle. La sfida è offrire una selezione di materiale simile a quella di Amazon e senza dubbio ci si arriverà. Il che dovrebbe significare che il consumatore beneficerà di queste opzioni.

Amazon non ha reso noti numeri sulle vendite degli strumenti o dei contenuti. Ma dal giorno in cui è stato lanciato, le scorte di Kindle nei magazzini sono esaurite e la scorsa settimana il dirigente Jeff Bezos ha detto che le cose stanno andando molto meglio di quanto anticipato. Amazon sta inoltre spendendo 300 milioni di dollari per Audible, leader per il download di libri digitali e podcast che ha stretto un accordo in esclusiva con iTunes, il negozio elettronico della Apple. Quindi Kindle potrebbe diventare tanto uno strumento audio quanto uno strumento per la lettura. Dopo almeno un decennio di anticipazioni, pubblicità e frustrazioni su libri elettronici e lettori portatili, Kindle e Sony Reader fanno definitivamente sentire che siamo vicini.

Per quanto riguarda il dibattuto futuro dei giornali, la loro presenza molto forte sulla lista delle cose che la gente compra su Kindle è un altro indice del loro potenziale nei media digitali. Fino a quando i grandi fornitori nel settore informativo continueranno ad usare le loro abilità uniche – raccogliere informazioni, storie e commenti – e penseranno a come raggiungere i lettori in tutte le nuove, eleganti, maniere in cui noi otteniamo informazioni, allora il futuro sarà, beh, davanti a noi. Ero felice di poter leggere il New York Times sul mio Kindle e di pagare per farlo, come sono felice di vederlo sul mio cellulare o sul mio portatile. Ma soprattutto, mi piace sentire la copia cartacea che colpisce la porta, la mattina.

Ciò che può fare l’amalgama Amazon, Kindle, Audible, e wi-fi ad un prezzo ragionato, trasmettendo informazioni di prima classe e lumi letterari deve essere una buona cosa per i lettori, a condizione che gli editori continueranno a fornire i beni che producono.

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(traduzione di Matteo Bosco Bortolaso)

* Peter Osnos è un ex giornalista del Washington Post, vicepresidente della Columbia Journalism Revue, esperto di media e collabora con The Century Foundation.