L’ Arca del giornalismo esplicativo ci salverà dal diluvio di informazioni?

Burg Il giornalismo esplicativo (explanatory journalism), al centro negli Usa di alcune recenti iniziative editoriali –  Vox (Ezra Klein), The Upshot (New York Times), QuickTake (Bloomberg) e FiveThirtyEight (Silver Nate) sono solo quelle più note (ne abbiamo parlato qui e qui)  – non è una novità di queste ultime settimane, ma un genere che esiste per lo meno dalla metà degli anni ’80, tanto che fu inserito fra le categorie del premio Pulitzer nel 1985.

 

Lo ricorda Natalie Burg su Contently.com, spiegando che i primi Pulitzer erano andati a un reportage in sei capitoli del New York Times sul programma strategico delle ‘’Guerre stellari’’ e a una serie di servizi dell’ Atlanta Journal-Constitution relativi al declino dell’ efficacia di antibiotici e pesticidi.

 

Ma perché questo massiccio ritorno proprio ora?

 

Se Internet è ormai un diluvio di dati – spiega Burg – la recente ondata di giornalismo esplicativo cerca di essere l’ arca che ci consente di sopravvivere. Il direttore di Upshot,  David Leonhardt,  ha detto che i dati saranno al centro della loro attività, anche se i loro servizi non affogheranno nei numeri.

 

“Ci rivolgiamo a tutte quelle persone che vogliono capire meglio il mondo”, ha scritto Leonhardt. “Lavoriamo sul giornalismo eccellente che il New York Times sta già producendo, per aiutare i lettori a fare collegamenti tra storie diverse e capire come le cose funzionano”.

 

Se Internet ha contribuito al sovraccarico di dati che ha prodotto questa rinnovata domanda di giornalismo esplicativo, esso offre anche la possibilità di una pratica più efficace che mai, attraverso strumenti online che permettono una migliore presentazione dei servizi, come video, infografica, aggregatori,podcast, micrositi, guide interattive, diagrammi di flusso, ecc.

 

Forse nulla ha scosso di più il mondo sul piano del collegamento fra big data e informazione – osserva Burg – del perfetto lavoro fatto da Silver con le previsioni stato-per-stato  dell’ andamento delle elezioni presidenziali del 2012. Se oceani di dati complessi sono in grado di prevedere le elezioni presidenziali, quante altre cose si possono fare?

 

“In questo momento quello che tira di più sul mercato è l’ informazione ‘ultim’ ora’ – spiegava  Mathew Ingram su Gigaom -. A pochi minuti da un evento ci sono già centinaia di migliaia di tweet, post sui blog, video e foto, al punto che cercare di dare un senso a tutto questo diventa una sfida enorme”.

 

Lara Setrakian, una giornalista siriana, ha cercato di vincere questa sfida creando nel 2012 Syria Deeply, un sito dedicato alle notizie sulla crisi siriana. Attraverso cronache, video, analisi, mappe aggiornate dei conflitti e altri strumenti, Syria Deeplyl cerca di fornire un contesto a una vicenda di lungo periodo che gran parte del mondo segue solo in frammenti . Secondo Gigaom, Setrakian ha in progetto nuovi siti, fra cui un Arctic Deeply,  che offra una copertura in profondità di altri argomenti.

 

Il futuro

 

La storia del giornalismo esplicativo copre decenni, ma il suo futuro su Internet è solo all’ inizio – dice ancora Burg -. I progetti di Setrakian e Silver ne sono stati i precursori, ma Vox, QuickTake, UpShot e FiveThirtyEight sono nati negli ultimi sei mesi. Se Rick Edmonds, di Poynter, sostiene su Digiday che giornalismo esplicativo è  una “categoria abbastanza difficile da monetizzare”, dato lo squilibrio fra lettori casuali e lettori motivati, l’ arrivo sul mercato di tanti grandi nomi potrebbe far pensare che questo scetticismo sia infondato.

 

Ingram – osserva la giornalista – definisce il giornalismo esplicativo una tendenza da accogliere con entusiasmo, anche perché la democratizzazione della diffusione ha annullato il valore che finora avevano le breaking news.

 

“Le notizie sono tutte intorno a noi, quasi ovunque, in ogni momento – ha scritto -. Cercare di venderle è come cercare di vendere ossigeno o spazzatura – ne abbiamo già più di quanto potessimo desiderare”.

 

Allora qual è il prodotto raffinato che si può distillare da questa abbondanza di notizie? Una spiegazione di cosa significhi tutto questo, alimentata dalla  potenza delle nuove tecnologie.

 

Chiunque spera che il giornalismo esplicativo possa essere il segreto per il futuro del giornalismo deve stare attento, visto che gli analisti stanno già meditando sui suoi limiti. Ma – conclude Burg – il fatto che esso ha un futuro è abbastanza eccitante per molti. Fra cui anche Roy Peter Clark (di Poynter) , che vede questa nuova generazione di giornalismo esplicativo come una svolta in quella conversazione che il suo mentore (Gene Patterson, direttore del St.Petersburg Times, ndr) aveva cominciato 30 anni fa. Insomma, possiamo finalmente aiutare “i lettori a dare un senso a un mondo più complicato, più tecnico e più disordinato”.