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I giornali continuano a perdere lettori, ma le prime pagine sono grande materia di condivisione

Mentre gli introiti pubblicitari della carta continuano a diminuire e le testate fanno licenziamenti in massa, le prime pagine dei giornali vengono sempre più condivise sul digitale. Un processo innescato anche dalla facilità di pubblicare le cose su Twitter, Facebook e altri social media .

 

Perché? Perché – sostiene Jeremy Barr in un  articolo su Poynter – vengono considerate come una sorta di incapsulamento di un evento storico da archiviare e conservare, come è sempre successo. Condividere una copertina su Twitter – o salvarne una copia in formato digitale o come Pdf – è l’ equivalente dell’ archiviazione di una copertina tagliata con le forbici.

 

” Qualunque siano i problemi che sta affrontando  l’ industria dei giornali, c’ è una lunga tradizione di ‘cattura’ della storia attraverso pagine ritagliate come forma di  permanenza’’, osserva Mark Jurkowitz , direttore associato del Pew Research Center’s Journalism Project.

 

Le prime pagine forniscono un “senso di permanenza in una cultura complessiva in cui le cose scompaiono rapidamente”.

 

Quando il 5 dicembre è stata annunciata la morte di Nelson Mandela – osserva Barr -, molti giornalisti hanno usato Twitter per condividere le prime pagine dei giornale in memoria dell’ ex leader sudafricano .
BuzzFeed ha pubblicato un articolo con un’ antologia delle prime: “Nelson Mandela’s Death, As Told By Newspaper Front Pages”. E anche Poynter  le ha raccolte in un ampio servizio, come fa di solito in occasione di grandi avvenimenti.

 

Richard Deitsch, un giornalista di Sports Illustrated, ha utilizzato Twitter per condividere le riproduzioni delle prime pagine su Mandela di diverse pubblicazioni nazionali e internazionali.

 

“Credo ancora nel potere rappresentato dalla prima pagina dei giornali, soprattutto per grosse notizie, come la morte di un leader mondiale’’, ha scritto Deitsch in una e-mail .
Rob Alderson, redattore capo di It’s Nice That, un sito britannico dedicato alla creatività e al design,  riferisce il vecchio adagio secondo cui i quotidiani sono la prima pagina della storia, segnala Barr.

 

“La natura del mondo digitale è per definizione molto effimera”, dice Alderson. “Le persone ricorrono ancora alla carta stampata per ricordare eventi come questo, per ripercorrere le loro reazioni e per inquadrare i loro ricordi”.

 

Tra l’ altro, a causa del ciclo continuo dell’ informazione –  24 ore al giorno -, chi disegna le prime pagine deve scegliere titoli e immagini per ‘’contestualizzare le principali notizie “, piuttosto che usare il metodo delle ‘cinque W’ per  una storia che la maggior parte delle persone già conoscono al momento di aprire il giornale la mattina, aggiunge Jurkowitz.

Ma le tragedie non sono l’ unico momento in cui le prime pagine vengono segnalate.

 

Quando i Boston Red Sox hanno vinto le World Series a fine ottobre, molti siti di informazione hanno fatto un ampio ricorso a delle antologie di prime pagine il giorno seguente.

 

Boston.com ha pubblicato un servizio chiamandolo “Red Sox hit the front pages”, e Masslive.com ha realizzato uno slideshow con le copertine delle varie testate del New England e del resto del paese.
Gran parte di questo lavoro è reso possibile dal Newseum, che ogni mattina pubblica le prime pagine di centinaia di giornali degli Usa e del resto del mondo, con accesso gratuito sul proprio sito.

 

Guardare le antologie di prime pagine – osserva Barr – offre una sguardo affascinante e consente di confrontare come le varie testate, a livello nazionale e internazionale, affrontano le stesse vicende.

 

“I miei follower su Twitter – racconta Deitsh, che ha più di 100.000 ‘seguaci’ – trovano molto interessante vedere come una notizia viene presentata in luoghi lontani fra loro”.

 

Il portale dedicato alle copertine è uno dei servizi più popolari del Newseum,  segnala Sharon Shahid, direttore editoriale della struttura.

 

 

Tra l’ altro, ispirandosi alle copertine delle riviste patinate, le prime pagine dei giornali sono diventate esteticamente più gradevoli e interessanti negli ultimi 15 anni, aggiunge Shahid. Che attribuisce questo cambiamento al desiderio di creare delle ‘prime’ che facciano parlare la gente, la invitino a leggere e, cosa forse ancora più importante, la spingano a stamparle o a condividerle online.

 

“Bisogna fare quello che si può fare per attirare i lettori, che leggono sempre di meno i giornali su carta’’, ha detto Shahid in un’ intervista. “I giornali non hanno niente da perdere”.

 

(Jurkowitz è d’ accordo con questo punto di vista: “C’ è stato un sacco di energia negli ultimi anni per dare alle prime pagine un aspetto migliore”), segnala Barr.

 

“Penso che la condivisione delle copertine porti un maggiore interesse verso il giornalismo delle grandi testate – sostiene Deitsch -, ma mi immagino che che alla fine si rifletterà più sul braccio digitale delle testate che sull’ edizioni a stampa’’.
La grande varietà di toccanti tributi alla memoria di Mandela sui giornali di tutto il mondo è, secondo Shahid, la prova “che i giornali a volte offrono qualcosa che nessun altro può dare’’.

 

Anche se, ha aggiunto, “non credo che le cose andranno avanti così per sempre”.

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