Russia: premio a giornalista scomodo, una manovra prelettorale?

Beketov Una serie di riconoscimenti ufficiali a testate e reporter scomodi per il potere, come Michail Beketov, feroce critico dell’ amministrazione filo Putin, rimasto invalido quattro anni fa dopo una brutale aggressione – Fra i premiati anche una giornalista della Novaya Gazeta, collega di Anna Politkovskaja – Polemiche e discussioni

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di Valentina Barbieri

E’ risaputo (sanguinosamente) che i giornalisti più critici in Russia possono subire conseguenze pesanti. E’ anche per questo che l’ assegnazione di un premio a Michail Beketov è stata una mossa davvero a sorpresa da parte del governo russo.

Ad ottobre di quest’ anno il nome del direttore di Chimskinskaja Pravda è apparso all’interno di una lista di 10 giornalisti selezionati per l’ impegno nella carta stampata, tra i vincitori di un premio di 1 milione di rubli (24mila euro).

Ma Michail Beketov è tutto fuorché un giornalista comodo e filogovernativo. Il suo nome è indissolubilmente legato alla critica nei confronti dell’ amministrazione di Chimki (zona a nord-est della capitale) e alla ferma opposizione al disboscamento  della omonima foresta per fare spazio all’autostrada Mosca-S.Pietroburgo.  Nel 2008 Beketov è stato barbaramente picchiato ed è rimasto invalido, avendo perso l’uso di 1/3 dei cervello, una gamba e tre dita. Nonostante non sia mai stato individuato il colpevole dell’aggressione, sono molti a vedere un legame tra la professione del giornalista e la violenza subita.

Nella lista dei premiati appaiono anche il critico televisivo Irina Petrovskaja della Novaja Gazeta (collega di Anna Politkovskaja), la rivista Vokrug Sveta e i suoi creatori (tra cui il giornalista Sergej Parchomenko), il giornale Novye Izvestija e il suo direttore Valerij Jakov.

Proprio per l’essere in prima linea di questi giornalisti, la notizia dell’assegnazione ha sollevato immediatamente reazioni e dubbi tra i giornalisti: accettare o non accettare il premio di un milione di rubli? Com’è da interpretare l’inserimento di Beketov nella lista dei candidati? Si tratta di un caso di pubbliche relazioni pre-elettorali del candidato alla presidenza Vladimir Putin oppure un desiderio di  discolparsi? Una risposta alle critiche?

Evgenia Chirikova, collega di Beketov e attivista, è per la linea dura.  “L’uomo che consegna il premio (Putin) è uno dei creatori di un sistema in cui un attivista può trovarsi con la testa rotta e invalido per il resto della sua vita. Ed è in questo stesso sistema che l’ uomo che pensiamo abbia “ordinato” l’aggressione a Michail resta al potere (il sindaco di Chimki, Vladimir Strelčenko], governa la città, continua con i suoi piani di costruzione e non è stato condannato per le sue azioni”.

Più moderata la posizione dell’ attivista Aleksej Simonov, presidente per lungo tempo della Fondazione Glasnost, secondo cui non sarebbe da criticare una eventuale decisione di Beketov di accettare il denaro “in quanto è sottoposto a trattamenti in Israele, dove stanno cercando di aiutarlo a parlare di nuovo. Ogni giorno gli costa oltre 1000 dollari, quindi ha davvero bisogno di quel premio”.

Valery Jakov, la cui Novye Izvestija ha preso spesso posizioni nettamente opposte al governo, ha dichiarato che accetterà il premio, che interpreta come il riconoscimento di una critica “giusta ed oggettiva”.  “Mi sarei sentito probabilmente a disagio se la lista dei premiati includesse persone che non rispetto, ma quando ho sentito i nomi di Michail Beketov, Ira Petrovskaja e Sergej Parchomenko, mi ha fatto piacere, perché rispetto questi giornalisti ed essere al loro stesso livello non scredita il mio nome, il mio lavoro o la posizione del giornale in alcun modo”

Sergej Parchomenko parla dell’assegnazione del premio a Beketov come una decisione politica ma anche di una manifestazione di “un cinismo politico assolutamente inaccettabile”. “Un uomo che è rimasto menomato a causa della sua opposizione alle autorità russe ora ne riceve la carità”.

Per altri ancora, come l’ esperto di politica Vladimir Pribylovskij, non si tratta di cinismo ma come di una mossa ideata soprattutto per dare all’ Occidente una spinta positiva dell’ immagine di Putin, in previsione delle prossime elezioni presidenziali.

Non è il primo caso comunque in cui il sistema premia chi protesta contro le azioni del sistema stesso. Ad aprile di quest’ anno il gruppo artistico “Vojna” (guerra) ha vinto il premio del Centro nazionale di arte contemporanea “Innovazione” per la manifestazione di strada “A fan***o la detenzione del FSB”.  In seguito alla critica della Camera sociale il premio è stato assegnato a Artem Loskutov, artista di Novosibirsk, per il progetto “Monstracija”. Tempo prima Loskutov era stato arrestato e accusato di estremismo.