Nuova ricerca: 85% degli internauti insistono per l’ online gratis

Nielsen Secondo la Nielsen, fra chi sarebbe disponibile a pagare (o ha già pagato) per contenuti e servizi online, film e musica sono in testa all’ elenco, con circa il 60% – Giochi, video professionali e riviste oscillano intorno al 50%, mentre i quotidiani si attestano solo attorno al 40%

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Una nuova ricerca della Nielsen su più di 27.000 consumatori di 52 paesi mostra che l’ 85% preferirebbe che le notizie e l’ intrattenimento online continuassero a restare gratuite. Tuttavia – riporta un post del Tampa Bay business journal -, le persone che sarebbero disponibili a pagare per i contenuti online sono le stesse che acquisterebbero prodotti professionali online come film, musica, giochi e show televisivi.

Film e  musica sono in testa all’ elenco dei servizi che la gente sarebbe disposta a pagare online, con circa il 60%, mentre meno del 20% degli interpellati hanno già utilizzato questi servizi a pagamento. Giochi, video professionali e riviste oscillano intorno al 50% di coloro che potrebbero valutare la possibilità di pagare, mentre i quotidiani si attestano attorno al 40%.

I servizi che si vorrebbe maggiormente lasciare gratuiti sono video e blog prodotti dagli utenti (user-generated content), che si aggirano sul 20%, davanti a  programmi radio, podcast e musica via radio.

Più del 78% degli interpellati sostengono che se fossero abbonati a servizi non online, come riviste, giornali o reti televisive, dovrebbero poter usare gratuitamente l’ online. In più, il 71% degli intervistati sostiene che, prima di pagare, i  servizi offerti dovrebbero ‘’migliorare considerevolmente’’ rispetto a come sono ora.

Circa il 79% afferma che non userebbero più un sito web che imponesse di pagare, ritenendo che potrebbero trovare altrove gratuitamente quegli stessi contenuti.

Quelli disponibili a pagare per contenuti e servizi accetterebbero di meno la pubblicità come ulteriore fonte di ricavo. Più del 64% ritengono che, se pagano i contenuti, non ci dovrebbero essere inserzioni, mentre solo il 47% affermano che potrebbero tollerare della pubblicità all’ interno di contenuti e servizi gratuiti.