Il Canard non sguazza ancora nel web, per ora…

Canard1 Il sito web ufficiale della centenaria rivista satirica francese serve solo a bloccare il dominio per evitare ‘appropriazioni indebite’ ma non si esclude che un giorno, se venisse a galla un modello economico interessante… – Una intervista a Louis-Marie Horeau, giornalista del Canard dal 1979 e attualmente redattore capo aggiunto del giornale, che si è sempre retto unicamente sulle vendite in edicola (mezzo milione di copie settimanali)

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« Le Canard ne vient pas barboter sur le net », il Canard non sguazza ancora in internet.  E’ così che l’ internauta viene accolto sul sito web del Canard enchainé,  la rivista satirica francese famosa per la sua irriverenza nei confronti del potere e per il suo giornalismo d’ inchiesta.

Il Canard ha deciso per ora di limitarsi ad occupare uno spazio sul web registrando un sito col suo nome per evitare appropriazioni indebite ma aspetta ad imbarcarsi in una vera avventura sulla Rete, rinviando la costruzione di un sito internet degno di questo nome. Perché?

Louis-Marie Horeau, giornalista del Canard dal 1979 e attualmente redattore capo aggiunto, racconta questa scelta in  una intervista a Journalismes.info.

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Perché il Canard non ha un sito Internet degno di questo nome ?

Louis-Marie Horeau
: Non è una negligenza. C’ è una prima ragione, di carattere economica: molti gionali che avevano investito su internet hanno perso un sacco di soldi perché i lettori tendono a leggere l’ edizione online. Questo crea delle forti perdite. E in più bisogna finanziare il sito stesso, che ha bisogno di nuovi addetti. Nel nostro caso, dovremmo fare gli equilibristi fra carta e internet, dovremmo essere più scattanti. Ora noi siamo una piccola equipe di una quarantina di persone, fra giornalisti, addetti alla segreteria di redazione, disegnatori. Semplicemente non abbiamo i mezzi per farlo. Bisognerebbe inventare una funzione editoriale specifica, con un redattore capo.

Ma nonsostante questo avete occupato un dominio col vostro nome…

Esatto. Ma lo scopo fondamentale era di bloccare qualsiasi possibilità di essere copiati, impedire che qualcuno potesse usare il nostro nome e farsi passare per noi. E poi questo ci consente anche di fornire qualche informazione pratica.

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La decisione di non svilupparsi su internet è definitiva?

Può sembrare straordinario, ma il nostro giornale deve guadagnare dei soldi per preservare una gestione perfettamente sana. Non vogliamo impegnarci rischiando di metterci in pericolo. Comunque  Le Canard Enchaîné osserva internet con molta attenzione. Ci rendiamo conto che al momento non c’ è un modello economico affidabile. Alcuni siti sono a pagamento, altri sono gratuiti. Si sta affermando un modello basato sulla pubblicità, ma l’ esperienza ci ha dimostrato che questo sistema non va bene. E poi, soprattutto, Le Canard Enchaîné, che esiste dal 1915, non ha mai pubblicato una sola inserzione pubblicitaria. E’ la ragione della nostra indipendenza. Comunque, nonostante tutto questo, se un modello economico divenisse interessante per noi, perché no?

Avete registrato un calo di lettori dopo l’ affermarsi di internet ?

Assolutamente no. La nostra tiratura è sempre sul mezzo milione di copie settimanali.

Qual è il vostro rapporto con Internet ?

Io lo utilizzo molto. Ho un computer in ufficio. Ovviamente c’ è un problema di fonti, ma con un po’ di buon senso e di precauzioni è uno strumento formidabile.

Sul vostro sito raccontate che vi è stato offerta più volte la possibilità di creare un vero sito di informazione………

Sì. Molte persone ci hanno offerto i loro servizi per ospitare il sito del giornale. Persone più o meno benintenzionate. Ma per le ragioni che ho spiegato prima fino ad ora abbiamo sempre rifiutato.

Quali sono le prossime tappe verso la vostra interfaccia online?

Abbiamo intenzione di arricchirla, specialmente sul piano della storia del giornale. E’ una cosa che volevamo fare da tempo e cominceremo presto. Molte persone che fanno delle ricerche sul Canard potrebbero rivolgersi direttamente al nostro sito. E poi vogliamo renderlo più allegro, in modo che gli internauti possano ritrovare sulla rete l’ arte del “Canard”.