Lo chiameremo…giornalismo ordinario?



Il giornalismo è più ampio dell’ insieme dei giornalisti e molti non professionisti ora contribuiscono direttamente alla produzione di informazione di qualità – Questa novità fondamentale della rete porta uno studioso francese, Denis Ruellan (nella foto), a formulare il concetto di ‘’ordinario’’, nel senso che una parte del giornalismo può essere fatto anche da non-professionali e che intorno all’ atto del giornalismo aumentano le attività di supporto – Un articolo di Sophie Falguères

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Internauti non giornalisti-professionisti contribuiscono direttamente alla produzione dell’ informazione di attualità.

E’ questa, in estrema sintesi, la novità che caratterizza la rete, al di là dei tanti diversi dispositivi con cui si sperimenta e si costruisce in questi anni il ‘’giornalismo dal basso’’, partecipativo, ecc.

Della questione – che da un paio di anni è al centro di un robusto interesse, sia pratico che teorico, nel mondo del giornalismo professionale ma, soprattutto, nella cosiddetta blogosfera – non sono invece in molti ad occuparsi nell’ ambito dell’ Università, se non marginalmente o occasionalmente.

Con l’ eccezione di Denis Ruellan, professore di Scienze dell’ Informazione e della Comunicazione e ricercatore al Centro di Ricerca sull’ azione politica in Europa (CRAPE), che a Rennes, dagli inizi degli anni ’90, sta svolgendo una serie di ricerche sulle forme più recenti del giornalismo. E, come osservava ai primi di dicembre Sophie Falgueres in Observatoire des medias, ‘’è uno dei primi universitari – fra quelli che seguono le evoluzioni del giornalismo – a proporre un’ analisi delle mutazioni in corso’’.

In un suo recente saggio Ruellan rileva appunto che:
«dietro l’ eterogeneità dei dispositivi, appare un principio unico: degli internauti, non professionisti del giornalismo, contribuiscono direttamente alla produzione dell’ informazione di qualità».

Una riflessione di estrema semplicità a partire dalla quale il ricercatore francese si propone di Penser « le journalisme citoyen», intrecciando un discorso originale rispetto alle analisi tradizionali che i giornalisti e i professionisti dei media svolgono sul fenomeno « pro-am ».

Rifacendosi anche a un articolo del 2006 (intitolato « Pairs, sources et publics du journalisme » scritto insieme a Roselyne Ringoot), in cui articolava l’ ipotesi di una ‘’permeabilità’’ tra i giornalisti, le fonti e i pubblici, Ruellan sviluppa qui varie idee, tre delle quali – secondo Falgueres – sarebbero particolarmente interessanti.

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di Sophie Falguères

L’ elogio dell’ ordinario

Denis Ruellan respinge le espressioni «journalisme citoyen » (citizen journalism, in inglese) e « journalisme participatif » (giornalismo partecipativo), che giudica inappropriate e riduttrici e preferisce loro l’ espressione « giornalismo ordinario». Per lui, lo spazio del giornalismo eccede largamente quello dei giornalisti che fanno per professione questa attività.

Egli difende l’ idea di un giornalismo ‘’ordinario, fatto di ciò a cui i non professionisti si riferiscono quando lo praticano’’ («constitué par l’ordinaire, par ce que disent les non professionnels à son propos, leurs manières de le recevoir et de le pratiquer »). E propone di pensarlo accordando un posto specifico alle persone “ordinarie” che producono e/o diffondono informazione senza per forza prendere i giornalisti come riferimento. Anche altri ricercatori in seno al Réseau d’Etudes sur le Journalisme seguono e difendono questa tesi.

Da ‘amatori’ come « personale di rinforzo» a un mutuo sostegno

Per comprendre le articolazioni fra professionali e ‘’amatori’’, Ruellan s’ ispira alla sociologia interazionista americana di Howard Becker e al sua modo di immaginare l’ arte. Becker considera che l’ arte è il prodotto di una azione collettiva, della cooperazioni di più persone alle diverse attività senza cui l’ opera d’ arte non potrebbe vedere la luce. Un concerto esiste grazie a del « personale di rinforzo» come i macchinisti, i tecnici di scena, i costumisti, i registi, i trovarobe, ecc. che effettuano delle attività di supporto. Trasponendo questo ragionamento Ruellan present ail giornalismo come « una rete di cooperazione in cui tutti i protagonisti effettuano un lavoro indispensabile alla realizzazione dell’ opera ». Per lui la maggioranza dei progetti editoriali partecipativi vedono gli internauti come personale di rinforzo dei giornalisti che restano i pivot delle relazioni fonti/giornalisti/pubblico. Pertanto egli fa l’ ipotesi che “nci dirigiamo verso una situazione dir in forzo reciproco fra giornalisti e amatori”.

Questa visione non oppone i primi ai secondi e il fatto che non si cerchi di identificare dei ruoli predefiniti per ciascuno è piuttosto entusiasmante. Ma che cosa pensarne? Mica certo che essa venga apprezzata e condivisa dai giornalisti, che non rappresentano più che un ….. mallion …. Fra gli altri nei mondi del giornalismo …

Giornalisti che cercano di mantenere le « frontiere »

In effetti, i responsabili di siti di informazione partecipativa, come Rue89 o Lepost sottolineano le differenze fra i loro siti « misti » e Agoravox e non smettono di ricordare che essi « non chiedono agli internauti di diventare giornalisti » (Benoît Raphaël) e che « non ci si può improvvisare giornalisti, (perché) è un mestiere che ha le sue regole, che ha bisogno di competenze, di una formazione » (Laurent Mauriac). D’ altra parte la redazione del Post realizza un lavoro di verifica, correzione e riscrittura prima di pubblicare degli articoli di internauti in « Prima». Il messaggio è chiaro: non ci si improvvisa giornalisti! Da qui a pensare che i giornalisti si organizzino per « controllare l’ emergere » degli amatori e per mantenere la frontiera fra loro e i loro lettori, non c’ è che un passo e Denis Ruellan lo compie.

In effetti, egli si mostra critico di fronte a dei progetti come Ohmynews o Rue89, che relegano gli amatori al ruolo di « coadiuvanti » e che non situano in maniera sufficiente l’ ordinario, secondo loro, al centro delle pratiche redazionali. Forse Lepost, che a priori ha lanciato …………………. ????lancé après la rédaction de son article, trouverait davantage grâce ses yeux.

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L’articolo completo (fr) è disponibile qui, se avete coraggio…

Per i più curiosi, fare un giro sul sito di Denis Ruellan: ritorna sui suoi principali assi di ricerca e il suo modo di valutare il giornalismo e pubblica on line numerosi articoli. E’ una miniera di informazioni.

da stampare:
http://www.marsouin.org/IMG/pdf/Ruellan_13-2007.pdf