DZELO, IL WEB SEMANTICO NEI SISTEMI EDITORIALI


Un nuovo sistema editoriale permette di produrre automaticamente pagine su supporti diversi – Un articolo di Jeff Mignon su Mediacafè

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Dzelo, o il web semantico.
Ne parla Jeff Mignon su Mediacafè, spiegando che lo scopo del web semantico è permettere la condivisione, l’ aggregazione e la pubblicazione di contenuti su supporti diversi in maniera automatica. Il contenuto e il contenente/format sono separati*.
 
Con il termine Web Semantico – spiega la definizione di Wikipedia – si intende la trasformazione del World Wide Web in un ambiente dove i documenti pubblicati (pagine HTML, file, immagini, e così via) siano associati ad informazioni e dati (metadati) che ne specifichino il contesto semantico in un formato adatto all’interrogazione, all’interpretazione e, più in generale, all’elaborazione automatica.
Con l’interpretazione del contenuto dei documenti che il Web Semantico propugna, saranno possibili ricerche molto più evolute delle attuali, basate sulla presenza nel documento di parole chiave, ed altre operazioni specialistiche come la costruzione di reti di relazioni e connessioni tra documenti secondo logiche più elaborate del semplice link ipertestuale.

Concretamente – si chiede Jeff Mignon – tutto questo che senso può avere nel caso di uno o più giornali? I giornalisti accedono al sistema editoriale online e nutrono il sistema di contenuti: testi, video, suoni, immagini, sono – come si dice in gergo con una brutta parola – ‘’taggati’’ (contrassegnati da un ‘tag’).

Il contenuto viene quindi pubblicato su supporto di carta e/o elettronico sulla base di una serie di ‘’templates’’ (format) integrati al sistema.
In pratica, si può generare automaticamente delle pagine HTML, un documento Quark, In Design, ecc. La pagina generata, nel caso di un giornale, può essere rilavorata al computer singolo se necessario.

Immaginate un gruppo editoriale con varie pubblicazioni che adotta un sistema editoriale di questo genere. Questo gruppo produce, per esempio, vari argomenti che possono interessare i quadri: informazione generale, economia, life style, ecc. Con un sistema editoriale di tipo semantico, si possono generare automaticamente dei portali per quel target specifico in cui viene ripreso l’ insieme dei singoli argomenti dalle diverse pubblicazioni.

Se, al contrario, questo gruppo ha diverse pubblicazioni che producono, per esempio, delle recensioni sui vini ma non ha alcuna testata specifica, potrebbe generare automaticamente un sito internet di enologia che raggrupperà l’ insieme dei contenuti ‘’vino’’ delle varie testate. E, se lo può fare sul web, lo può fare anche su carta. Niente impedisce di stampare una guida sul vino.

E, beninteso, se aggiornate una informazione all’ interno del sistema – per esempio una scheda tecnica o una biografia – tutti i contenuti che avranno quella informazione si aggiorneranno automaticamente.

Quello che io amo anche in questo tipo di sistemi – aggiunge Mignon – è che esso permette delle navigazioni personalizzate sul web. Mi spiego. Siete su un sito economico, questo sito prevede una n avigazione per industrie (media, agroalimentare, finanza…) e una navigazione per professioni (contabilità, management, marketing, ecc.). Se i scelgo il settore ‘’media’’, tutta la navigazione per professioni si concentrerà su argomenti che hanno un legame con i media.

Confesso, sono stato colpito da Dzelo e dalla sua équipe. Il sistema è veramnente sorprendente, semplice e di una efficacia che non  ho ancora visto sul mercato (ovviamente non ho visto tutto).

Come coronamento finale, il sistema è tutto open source e comprende una serie di API. In sostanza, gli editori non dipendono dall’ azienda che ha creato il sistema editoriale e possono farlo evolvere come vogliono.
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* Mignon non fornisce alcun link a Dzelo e sui motori di ricerca – come gli hanno fatto osservare anche alcuni lettori del suo blog – non c’ è nulla. Attendiamo anche noi che Mediacafé dia delle precisazioni.