NON BASTA RIDECORARE I GIORNALI PER AUMENTARE LE VENDITE
Cambiare il design è il risultato finale di un processo di rifondazione di un giornale. Non l inizio. Non la soluzione ai suoi problemi – Lo mostrano alcune tabelle realizzate da Mark Friesen, giornalista visuale in un quotidiano di Portland e animatore del sito newsdesigner.com Un articolo di Jeff Mignon su Mediacafé
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di Jeff Mignon
(da mediacafè ).
Cambiare il design è il risultato finale di un processo di rifondazione di un giornale. Non l inizio. Non la soluzione ai suoi problemi. Da anni i quotidiani cambiano la loro formula grafica, senza veramente toccare il loro taglio editoriale e, soprattutto, il loro modo di fare giornalismo.
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Non si può distinguere la sua forma dalla sua natura . L una non va senza l altra. Quando un giornale va male, non è, prioritariamente, la sua forma che va male. E il suo taglio. Il soggetto che tratta. Il modo con cui lo tratta. Il design non cambia niente a tutto questo. Il design esprime un cambio di politica editoriale, di organizzazione della redazione e di modo di fare giornalismo.
Quando un giornale va male è la sua strategia editoriale che va male. E il suo posizionamento. La sua offerta di servizi ai lettori csì come agli inserzionisti. Non il colore o la grandezza delle foto.
Attenzione. Da giornalista visuale considero il design dei giornali come uno degli elementi determinanti della loro riuscita commerciale. Ma UNO degli elementi. Non l elemento principale. Notate, en passant, che parlo di giornalismo visuale. Un concetto che, insieme a pochi altri, ho cercato da anni di introdurre in Francia per finirla con i direttori artistici o i decoratori di giornali. Senza successo comunque.
Il visuale è un mestiere dell informazione. E un modo di informare. Chiede di essere affidato a degli specialisti dell informazione visuale. Non a dei pittori!
E tempo che la stampa si impadronisca di questa idea e sviluppi il giornalismo visuale. E tempo che le scuole di giornalismo sviluppino dei corsi dedicati al giornalismo visuale, sul modello del Poynter Institut, negli USA. La migliore scuola di giornalismo al mondo.
La stampa quotidiana ( ) ha bisogno di queste competenze. Di questi pensatori a più dimensioni texto, informazione visiva, navigazione che sono i giornalisti visuali. E ne ha ancora più bisogno per il futuro, che va verso il multimedia. E ne hanno ancora di più quei giornalisti che riscrivono le notizie di agenzia.
Perché, ecco la decorazione e i suoi risultati sul sito newsdesigner.com . Mark Friesen, giornalista visuale in un quotidiano di Portland e animatore del sito, ha realizzato una serie di grafici che mostrano i dati della diffusione di alcuni importanti giornali che sono stati ridisegnati, in GB e Usa. Potrete notare la differenze di risultati fra certi giornali britannici, come il Guardian, che ha rivisto la sua strategia, e la stampa americana, che si contenta di ridecorare, a parte lo Star-Tribune. A voi giudicare.
(Le tabelle sono anche qui ).