Fine dei Mass Media? Ovvero l’apocalisse della comunicazione

Il processo di convergenza tra mass media tradizionali ed informatica e telecomunicazioni porta alla “Fine dei Mass Media”, ci dice Paolo Ferri in un suo recente saggio con questo titolo e con sottotitolo: “Le nuove tecnologie della comunicazione e le trasformazioni dell’industria culturale”(Guerini Studio-14,50 Euro).

Paolo Ferri � docente di Teoria e tecniche dei nuovi media e di Sociologia dei media presso la Facolt� di Scienze della formazione dell’Universit� degli Studi Milano Bicocca.

Il cuore del suo saggio, agile e ricco di esempi concreti delle trasformazioni in corso nell’industria culturale e della comunicazione sono i capitoli: “Dall’editoria tradizionale al content providing” e i successivi “Imprese del settore ITC che si infrastrutturano come content provider digitali” e “Nuove specie in via di evoluzione: le universit� e i centri di formazione come content provider digitali globali”.

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Ferri analizza innanzitutto bene come l’industria editoriale venga trasformata, innanzitutto dal punto di vista economico anche in ragione di un abbattimento dei costi di produzione e distribuzione, da industria che fabbrica libri, quotidiani e periodici ad industria che produce contenuti digitali che vengono stampati su richiesta, venduti on line su abbonamento o richiesta.

Una trasformazione che parte dagli Usa ma che investe radicalmente il pi� grande editore italiano, la Mondadori che � parte di una galassia mutimediale come Mediaset.

Concorrenti diretti in questo processo dei vecchi editori che diventano produttori di digital contents sono gli stessi gestori telefonici e Provider Internet: nel libro viene analizzato il caso eBiscom-Fastweb, prima della cessione di ApCom a Telecom Italia e della chiusura de Il Nuovo ma le dinamiche descritte sono le stesse del Gruppo Telecom Italia che ha al suo interno la produzione di contents con La7-Mtv-Virgilio.

Anche il caso dell’Enciclopedia Britannica viene visto come un caso di successo anche imprenditoriale, dopo la breve stagione del tutto gratis, che avrebbe dovuto essere sostenuto dalla pubblicit�, per la sua capacit� di vendere i contenuti in molte forme e attraverso pi� canali.

Molto originale � il capitolo dedicato alle Universit� come imprese della comunicazione digitale che si faranno sempre pi� spazio: viene preso in considerazione il caso della Open University inglese che vende i suoi corsi on line e sulla tv satellitare ma pi� che sulla semplice offerta di insegnamento a distanza e tutto il mondo universitario che pu� trovare nuove ed importanti forme di autofinanziamento nella vendita dei contenuti letterari, scientifici, di software attraverso i canali on line.