
Scrivere in italiano sul web

Una grande confusione

<< So che questa mia apparirà come l'ennesima richiesta di pronto soccorso che si rivolge al giornale o sito di turno, però spero di meritare un po' della vostra attenzione, e di conseguenza una risposta. Si fa da tempo un gran parlare di blog, non blog, crisi, il giornalista ci sarà sempre e bla bla a continuare. Io stessa ho seguito alcuni vostri panel, però a dirla tutta, da utente (forse un po' distratta ), io sento e vedo UNA GRANDISSIMA CONFUSIONE nella comunicazione di quel che potrebbe essere il futuro del giornalista disoccupato come me, oggi. Le vere offerte sono disponibili per pochi addetti ai lavori, e se non si ha una squadra dietro, difficile emergere. Faccio un esempio: in un panel sul giornalismo imprenditoriale si parlava del gran successo di Varese News, e il direttore diceva che è possibile anche realizzare un'attività imprenditoriale autonoma. Bene, a parte le americanate che
Nel 2012 metà della rete sarà occupata da video

Nel 2012 il 50 per cento del traffico internet sarà costituito da immagini in movimento. E anche le entrate pubblicitarie relative sono destinate a impennarsi. A sostenerlo è la Cisco nel suo Visual Networking Index. Lo spiega Emanuela Di Pasqua in un articolo su Visionpost, aggiungendo che “per i filmati sul web si prospetta un futuro più che roseo”.
"Tutti pazzi per i video", insomma, commenta Di Pasqua, ricordando che si tratta di una “tendenza, in piena esplosione, trainata da YouTube, dal file sharing, dalla filosofia del contributo dal basso e confermata da realtà come Hulu”.
Si tratta di una “neonata operazione commerciale di alto profilo (e che non per niente porta le firme prestigiose di Murdoch, Nbc Universal e General Electric) che ha l'ambizione di realizzare un'ampia rete di distribuzione di internet video.
Tv: ma anche il giornalismo partecipativo cede al mainstream

di Andrea Fama
È un’emorragia ‘patecipativa’ inarrestabile, un virus multiforme e contagioso, la febbre gialla dell’informazione ‘dal basso’, ma non fa male. O almeno così pare, finora. Parliamo del citizen journalism, che in questi giorni si è arricchito di una nuova, luccicante vetrina che già ammicca dall’affollato portale di YouTube: si chiama Citizen News ed è la piattaforma di Mountain View dedicata al giornalismo partecipativo.
Già a febbraio la CNN aveva tentato l’ esperimento di un sito alimentato dai contenuti prodotti dai cittadini, i-Report. E la stessa strada era stata seguita anche da Yahoo e Reuters con You Witness News