
C'è un delizioso saggio uscito nel bel mezzo della pandemia - 2020 - scritto a quattro mani da
Maria Pia Rossignaud e
Derrick de Kerckhove che si intitola
"Oltre Orwell il gemello digitale" di cui oggi vorremmo parlarVi. Nel breve pamphlet la giornalista scientifica e il sociologo e accademico dell'Università di Toronto, si occupano di una delle questioni centrali della cultura digitale: come si sta trasformando la nostra società dopo la transizione digitale. In particolare proprio prendendo spunto dalla metafora che abbiamo usato per il titolo di questo articolo, i due studiosi ci portano a riflettere sulla questione della corretta percezione che ognuno di noi ha delle trasformazioni in corso.
"Nessuno vorrebbe svegliarsi in un mondo cambiato completamente senza averne avuto la percezione" - dicono fra le altre cose gli autori
- eppure a noi sembra che l'atteggiamento più diffuso fra le persone sia di accettare passivamente un modello sociale totalmente dipendente dai
"cosiddetti" progressi tecnologici. Fino ad arrivare ad esempi davvero
"impressionanti" di controllo sociale, realizzato attraverso l'uso di apparati tecnologici. Come già accade in Cina, dove i cittadini vengono monitorati e gestiti da appositi algoritmi, che li premiano o penalizzano stilando