
Ci è venuta voglia, in questa epoca presente in cui le smanie per il metaverso stanno attanagliando un pò tutti - frequentiamo gente davvero poco raccomandabile, ce ne rendiamo conto - di provare a vedere nel nostro archivio cosa avremmo trovato digitando la parolina magica del momento:
metaverso. Non avevamo dubbi sugli esiti della ricerca, quello che ci ha impressionato è la distanza abissale che abbiamo avvertito fra quelle cronache provenienti dal passato e che raccontavano il
"futuro/presente" di allora, e i resoconti del nostro quotidiano
"futuro/prossimo". Il metaverso nostro precedente si chiamava
"second life", l'avevano creato i programmatori dei
"linden lab" - se cercate con attenzione scoprirete che esiste anche un disco in vinile firmato linden lab
- , ed era un mondo virtuale in cui riprodurre la realtà, analogico-reale, in formato digitale. Per frequentare quel mondo bisognava imparare i rudimenti dei programmi di modellazione 3D - simil autocad, per capirsi, ma molto più facili - e costruire, letteralmente, o meglio ricostruire in formato digitale: posti, luoghi, palazzi, città e regioni dentro internet- Tante isole - questa
"l'unità di luogo" in cui si articolava il mondo in 3d dove andava in scena