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Poster di Bowling For Columbine
Documentari e giornalismo d’ inchiesta

Informazione come dati vissuti:
la magia del “Bowling for colombine”
di Michael Moore

Il documentario sta vivendo, soprattutto negli Stati Uniti, una stagione di grande successo: ne sono un esempio le opere di Michael Moore. Pamphlet che possono essere letti anche come una sorta di grandi reportage giornalistici tradotti nel linguaggio cinematografico.

Al controverso – ma in ogni caso grande – regista americano è dedicata la tesi che qui pubblichiamo: “Il caso di Michael Moore e il documentario; analisi semiotica del testo di Bowling for Columbine”. Ne e’ autrice Michela Finizio*, una studentessa di Padova che con questo lavoro – relatore il professor Alessandro Zijno - si è laureata nel febbraio scorso in Scienze della Comunicazione.

La tesi è un’analisi semiotica del testo di Bowling for Columbine, il film di Michael Moore che ha vinto l’Oscar come Miglior Documentario nel 2003. L’ autore – spiega Michela Finizio - è considerato come il regista più famoso e più conosciuto all’interno di una nuova generazione di filmakers americani che negli ultimi ha contribuito alla rinascita del genere documentario sul grande schermo, ottenendo un sempre maggiore successo di pubblico, anche a livello internazionale. Da “fratello povero” del grande cinema di finzione, il documentario oggi vive “una nuova era” grazie all’aumento della produzione e della distribuzione di film che ruotano intorno a tematiche sociali, innovativi nella resa cinematografica, ricchi di scoop giornalistici e di inchieste a tutto campo e provenienti spesso dal mercato del cinema cosiddetto indipendente.

Si tratta di piccoli specchi della società americana contemporanea che indagano alcuni aspetti della vita quotidiana, proponendone particolari prospettive e punti di vista: questi prodotti, destinati al grande pubblico, quasi sempre con un tono di denuncia e di polemica, sono dei piccoli phamplet, dei film saggio che, grazie ad una resa cinematografica innovativa e moderna, riescono ad argomentare delle tesi e a presentare riflessioni e ragionamenti, intrattenendo e catturando l’attenzione del pubblico.

In particolare l’analisi svolta su Bowling for Columbine mette in evidenza le sue dinamiche interpretative e il rapporto che il testo instaura con il suo lettore. Partendo da un tentativo iniziale di definire il genere di appartenenza del film, abbiamo visto che in realtà Bowling for Columbine rompe le regole tradizionali del genere documentario, allontanandosi da una semplice descrizione della realtà e spingendosi invece verso “una ricostruzione” della realtà, al servizio dell’esposizione di una tesi di fondo: l’intero film presenta un’argomentazione, una personale interpretazione della realtà nella quale in conclusione si afferma che la causa del così elevato numero di vittime d’arma da fuoco negli Stati Uniti risiede nella cultura di odio e di paura in cui crescono gli americani e nella mancanza di una politica assistenziale efficiente. Grazie a particolari strategie narrative il film riesce a catturare il lettore e a farlo immedesimare nel racconto presentando le informazioni raccolte come “reali”, come fatti vissuti in prima persona dal lettore, ma che in realtà, come dimostrato dall’analisi di alcune particolari sequenze, sono il risultato di alcune particolari scelte di montaggio ed effetti prodotti da alcune particolari strategie enunciative.

*Michela Finizio è cresciuta e ha studiato a Padova, dove è nata nel 1982. Nel settembre 2003 ha frequentato un corso di formazione professionale come videogiornalista-reporter presso la Lombardia Film Commission a Milano al termine del quale ha svolto uno stage di quattro mesi nella redazione del telegiornale di Telenova, un’ emittente locale lombarda. Oltre ad alcune esperienze di lavoro all’estero, a Londra e a New York, ha collaborato alcuni mesi con l’ Unicef di Padova. Ha frequentato alcuni corsi di fotografia e monta filmini amatoriali e cortometraggi realizzati con telecamere digitali.

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