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Tempus fugit

Il ragionamento che proviamo a mettere in piedi oggi parte da un vecchio articolo pubblicato su questo blog in epoca oramai remota, soprattutto nel computo del tempo “digitale”. Si tratta di questo pezzo risalente al 2008: “Google digitalizza e archivia 200 anni di storia sui giornali”. Siamo andati a rileggere il post e poi – da giornalisti – siamo andati a controllare l’esito – 12, anzi, 13 anni dopo – di quella “lodevole” (?), permetteteci di dubitare, iniziativa. Come si dice: “fidarsi è bene, na carbonara è mejo”. Ebbene fatelo anche Voi assieme a noi. Provate a cercare, come suggerisce nello stralcio dal nostro stesso post riportato qui sotto, Punit Soni,  il responsabile – allora – di questa iniziativa per Google:

 

 

“Per più di 200 anni questioni di portata locale e nazionale sono state riportate sulla stampa cartacea, dalle rivoluzioni alla politica fino alla moda e alle previsioni del tempo e ai risultati sportivi dei licei. Stimiamo che in tutto il mondo vi siano miliardi di pagine contenenti tutte le storie mai state scritte. Ed è nostro compito aiutare i lettori a trovarle tutte, dal più piccolo settimanale locale al più grande quotidiano nazionale”, ha scritto Punit Soni.

I giornali vanno dal Pittsburgh Post-Gazette — “il primo giornale a ovest degli Allegani (una catena monutosa, n.d.r.)” — al Quebec Chronicle-Telegraph, che, con i suoi 244 anni di ininterrotta pubblicazione, è il più vecchio quotidiano del Nord America ad essere ancora stampato.

“Non solo potrete cercare questi giornali, ma potrete anche cercare attraverso di essi esattamente come furono stampati: fotografie, titoli, articoli, pubblicità e tutto il resto”, continua Soni.

A chi per esempio cercasse articoli sul primo sbarco sulla luna, basterà digitare “Americans walk on moon” per risalire all’articolo originale del Pittsburgh Post-Gazette che racconta della passeggiata spaziale di Neil Armstrong.

 

 

 

Fatta la ricerca, assieme a noi? Dove Vi ha portato, oggi,  il “fidato” motore di ricerca? Avete provato a passare direttamente dal link nel nostro post originale? Beh quello non funziona. Facendo click su quel collegamento si va diretti ad una pagina d’errore. Un famigerato 404 non ce lo toglie nessuno. Vabbè può succedere. Il magma del web è in perenne mutamento, sono passati 13 anni – eoni – in tempo digitale. La pagina non esiste più, o meglio, probabilmente esiste,  ma mancano, forse,  i collegamenti intermedi che dovrebbero portarci,  dal nostro post al loro sito/archivio digitale. Niente di male. Google è Google, non si scherza. Proviamo a cercare in un altro modo. Digitiamo la frase “american walks on moon” direttamente sulla barra di ricerca di Google e vediamo cosa esce nel listato. Ovviamente,  e ve ne accorgerete se farete, anche Voi, questa semplice prova empirica, la lista dei risultati che riceveremo noi e che Vi racconteremo fra breve,  risulterà  diversa – in tutto o in parte –  da quello che potrà essere il risultato che visualizzerete sul Vs monitor.  Vedere per credere! Le foto, o meglio gli screenshot, che abbiamo pubblicato a illustrazione di questo post,  mostrano, appunto, alcuni dei risultati – i nostri risultati –  di questo piccolo esperimento. Ovviamente gli screenshot pubblicati sono solo relativi alla prima pagina di ricerche. Del resto, scagli la prima pietra,  chi va oltre la prima pagina, o anche solo i primi tre risultati della prima pagina, quando esegue una ricerca su Google.


Who has Walked on the Moon? – NASA Solar System …

solarsystem.nasa.gov › news › wh…
Dunque, cosa abbiamo individuato nella nostra esplorazione guidata? Nella prima pagina dei risultati di ricerca di Google troviamo due link al sito della NASA, due al sito di Wikipedia, due al canale televisivo (e web) tematico: History.com,  due a pagine dell’emittente multimediale tedesca Deutch Welle, espressamente dedicate allo sbarco sulla Luna,  uno ad una pagina dell’emittente televisiva americana Nbc news, ed infine uno ad una pagina del quotidiano inglese The Guardian. Nessuna traccia – per ora –  del lavoro di archiviazione di Google. Nessuna traccia del Pittsburgh Post-Gazette“il primo giornale a ovest degli Allegani” —  o del Quebec Chronicle-Telegrap. 
Mentre ci domandiamo che fine abbiano fatto i preziosi archivi digitali realizzati “gratuitamente” e per la “posterità” dagli sviluppatori di Mountain Views, proviamo a cercare risultati in altro modo. Andiamo a incrociare i nomi dei due quotidiani iperlocali citati qui sopra,  e le parole chiave che definiscono l’avvenimento specifico, ovvero lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Dunque torniamo sulla nostra pagina di Google e sulla barra di ricerca immettiamo: Pittsburgh Post-Gazette americans walk on moon. 
Come vedrete anche Voi, se proverete a proseguire assieme a noi nell’esperimento di ricerca, – differenze a parte – il primo risultato della nuova ricerca ci porterebbe in effetti sulla home del quotidiano di Pittsburgh ma non alla pagina “memorabile”   del 1969, quella che Google avrebbe dovuto digitalizzare per la posterità nei propri potentissimi server/archivi/cloud, già dal 2008, secondo il nostro stesso articolo. Che si sia stati noi a sbagliare? Scherzi a parte, sbarchiamo invece,  dentro ad un articolo del 2009. Una sorta di celebrazione dello sbarco sulla Luna, quaranta anni dopo. Un articolo diverso e molto più recente.  Evidentemente l’algoritmo di Google seguendo i suoi imperscrutabili criteri di indicizzazione,  piazza questo articolo al primo posto,  incrociando i nostri “gusti/bisogni” e il punteggio di visibilità che quella pagina sembra avere nei criteri di posizionamento del medesimo motore di ricerca. E’ questa per Google la  miglior scelta, assecondando i nostri criteri di ricerca.  (mah?) Nessun link nemmeno nella pagina dell’articolo segnalatoci del quotidiano di Pittsburgh,  per riuscire a risalire a quel leggendario primo articolo del 1969. Continuiamo a verificare gli altri risultati del motore di ricerca: al secondo posto della lista troviamo ancora il Post Gazette ma con un articolo celebrativo per il cinquantenario dello sbarco, quindi datato 2019. Al terzo posto finalmente un lampo nel buio. Il sito in cui ci invia il terzo link della ricerca si chiama Collectors weekly. Si tratta di un posto del web in cui collezionisti di oggetti vintage si scambiano cose, o meglio, vendono cose. E qui finalmente abbiamo modo di vedere quel famoso primo articolo dello sbarco sulla luna. Si tratta di alcune foto, scansioni, delle pagine originali del quotidiano di Pittsburgh e dell’oramai “famigerato”  – si scherza – articolo del 1969, come potete vedere Voi stessi, qui a fianco. Nulla di ufficiale, niente a che vedere con l’archivio digitale di Google.  Ma almeno abbiamo dato un senso pratico alla nostra ricerca. Cominciavamo a stare un poco in ansia, Voi no?
A seguire gli altri risultati della ricerca su Google portano a due pagine di E-bay, (due collezionisti privati vendono una copia del Pittsburgh Post Gazette del 1969); il link successivo suggerito da Google è il primo che ci soddisfa, un pochino di più,  “in senso giornalistico”. Si tratta di un account di Pinterest –  il social fotografico del momento assieme ad Instagram – che raccoglie una bella quantità di foto dei quotidiani di quel fatico giorno/evento. Dove, ovviamente, fa gran mostra di sé la prima pagina del Pittsburgh Post Gazette, ma dove troviamo anche molte altre prime pagine di tanti altri quotidiani, soprattutto americani, dedicate allo “sbarco”. Una sorta di riedizione per immagini del catalogo digitale promesso da Google nel 2008, e che per ora non riusciamo a trovare. A seguire  due link suggeriti che  rimandano a due pagine di Wikipedia dedicate all’evento. L’ultimo collegamento del listato di ricerca  ci manda al sito dell’Università di Pittsburgh che racconta di un’iniziativa pubblica svoltasi nell’anno del cinquantenario dello sbarco – il 2019 –  presso il college americano per celebrare lo sbarco sulla Luna. Cui hanno preso parte:  astronauti e cattedratici,  e un ex giornalista/dirigente del quotidiano di Pittsburgh.  Insomma, un altro buco nell’acqua. Nessuna traccia dell’archivio digitale dei quotidiani americani realizzato da Google. A dir la verità, non Vi sembra  strano che un progetto di proprietà di Google non risulti facilmente raggiungibile attraverso lo stesso motore di ricerca?   Bisogna farsi venire un’idea, migliore. Dove e soprattutto, come, potremo cercare questo archivio digitale? Dopo alcuni tentativi usando parole chiave diverse, accostate e incrociate in modi svariati e creativi; il motore di ricerca, finalmente, ci regala un risultato che sembra essere abbastanza utile alla nostra investigazione. Si tratta del sito di un blog indipendente tedesco che realizza ed edita in forma gratuita articoli e post informativi di vario tipo. Il nome del blog è “greelane”.
Crediamo nella scrittura di articoli approfonditi di alta qualità, crediamo che la conoscenza sia potere e cerchiamo di responsabilizzare le persone del mondo con i nostri contenuti.
In questa pagina del  blog ci sono una serie di informazioni per avviare la ricerca dei “cosiddetti”, a questo punto non possiamo definirli altrimenti, archivi digitali dei quotidiani americani, che  Google aveva annunciato di voler produrre nel 2008. Seguendo in modo pedissequo le istruzioni ivi riportate, abbiamo dunque avviato una nuova ricerca, confidando in un miglior esito. E indovinate? Il listato prodotto dal motore di ricerca, anche usando i criteri e i riferimenti segnalati dai blogger di greelane, continuano a riportarci agli stessi inutili risultati che avevamo già raggiunto nei nostri primi tentativi di indagine. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Che fare allora? Rinunciare? Giammai. Insistiamo e proviamo a fare, sempre usando Google, una investigazione diretta presso il quotidiano di Pittsburgh. In particolare digitiamo sulla barra di ricerca le parole fatidiche: archive pittsburgh post gazette. Et voilà, il gioco è fatto. Primo risultato della ricerca, ecco a Voi: il sito del Pittsburgh Post Gazette, e in particolare la sezione dell’archivio online del quotidiano statunitense. Nel motore di ricerca interno digitiamo le parole chiave: “americans walk on moon”; e ancora una volta facciamo centro. Ecco infatti comparire il file, immagine, della prima pagina del quotidiano del 27 maggio del 1969  – era un giovedì.   Insomma niente archivi digitali di Google? Sembra proprio di no!
La nostra “mini inchiestina simil ludica” a fini giornalistici, si è trasformata in una sorta di  gioco dell’oca che  ci ha portato in giro per il web, sempre utilizzando il potente e sovrano motore di ricerca “semi-total-monopolista”, e non ha prodotto alcun risultato utile, se non quello di farci tornare  all’inizio del cammino a mani vuote. Agli archivi del medesimo giornale. Dello stesso quotidiano locale statunitense citato dai responsabili di Google nel 2008 come uno dei giornali con l’archivio in via di digitalizzazione,  per opera dei tecnici di Mountain View. (?)    Nel frattempo, al Post Gazette,  hanno realizzato, in proprio, la traslazione digitale dell’archivio di proprietà. Non solo, ma, se volessimo ottenere un file immagine, o forse anche un pdf lavorabile  – chissà –  di quel fatidico articolo del 27 maggio del 1969 che raccontava il primo sbarco dell’uomo sulla Luna:  lo dovremmo pure pagare. Ebbene sì. L’archivio “digitale e online” del Pittsburgh Post Gazette, non è gratis, capito Google?
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