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Digital life il film

Il modello VareseNews è uno dei pochi modelli vincenti del giornalismo digitale nativo. Il quotidiano online di Varese e provincia è finito come caso di studio dentro a diversi libri che nel tempo hanno provato a comprendere e spiegare  la rivoluzione digitale e in particolare i suoi effetti nel mondo dell’informazione e della comunicazione. Il direttore di VareseNews, Marco Giovannelli, è stato ospite più volte della nostra manifestazione dedicata al giornalismo e alla comunicazione digitale che si chiama digit. La manifestazione creata dal gruppo di VareseNews  che si chiama GlocalNews e che racconta il giornalismo iper(g)locale dal lontano 2012 è gemellata con digit.  Il modello imprenditoriale e comunicativo di VareseNews è forse impossibile da esportare e riprodurre fuori dalla provincia lombarda,  come spesso ammette e forse un pochino si rimprovera velatamente il suo stesso inventore e costruttore Marco Giovanelli, però molte delle cose che si sono inventati i giornalisti e i comunicatori che lavorano e collaborano con VareseNews valgono una gita sul sito o direttamente in redazione a Gazzada Schianno,  per essere studiate ed esportate. Negli anni abbiamo raccontato, anche qui sulle nostre colonne, alcuni degli esperimenti di giornalismo e comunicazione digitale realizzati da Marco Giovanelli e dalla sua squadra. Ad esempio abbiamo parlato a lungo e poi provato a riprodurre dentro a digit con l’aiuto di David Mammano di VareseNews gentilmente “prestatoci” dallo stesso Giovannelli,  il modello narrativo che risponde al nome di “liveblogging”, e che i giornalisti di VareseNews hanno utilizzato con grande profitto e competenza in prima battuta realizzando il 141tour. Abbiamo ammirato e studiato con grande interesse l’ultima invenzione di comunicazione scoperta durante l’ultimo Glocal a Varese del giornale cartaceo istantaneo ovvero realizzato da una vera e propria redazione giornalistica in diretta mentre si sta svolgendo uno specifico  evento live e poi stampato e distribuito  agli astanti intervenuti all’evento suddetto subito dopo la fine del medesimo mentre lasciano la sala. Una invenzione non propriamente del team di VareseNews ma che a Varese e durante Glocal è stata realizzata per volontà del direttore Giovannelli. Qualcosa vorrà ben dire. Oppure le lezioni video di cucina realizzate direttamente dentro i supermercati di una nota catena della provincia di Varese, sponsor di VareseNews, pensate, scritte e prodotte dalla squadra di VareseNews e poi distribuite sul portale di informazione diretto da Marco Giovannelli. Quest’ultimo forse un modo un “tantinello” forzato di realizzare materiale informativo? Può darsi. Ma non è proprio su questi temi che ci si interroga da anni, alla ricerca del fantomatico e irraggiungibile “modello di business” post rivoluzione digitale?

 

 

Se dovessimo provare a realizzare i dettami delle impareggiabili lezioni di Jeff Jarvis per fare business dentro al mondo digitale dell’informazione online,  i prodotti realizzati nel corso di oltre vent’anni di attività dentro e fuori alla redazione di VareseNews, confluirebbero certamente in una lunga e molto valida lista di esempi di sperimentazione e ricerca da seguire e studiare con grande attenzione. Per comodità e desiderio di sintesi riportiamo di seguito il modello di paywall alternativo messo a punto da Jarvis nei suoi studi – il reversed paywall – che rimane, a nostro avviso, ancora oggi il miglior riferimento per chiunque nella filiera produttiva della comunicazione e soprattutto dell’informazione volesse seriamente provare a realizzare compiutamente la rivoluzione digitale dentro al proprio giornale, tv, radio, o altro organo di informazione.

 

 

In alternativa al metered paywall praticato a vario titolo e in misura diversa da alcuni dei principali quotidiani del pianeta fra cui il New York Times e i nostri Corriere della Sera e Repubblica, Jarvis propone appunto il suo “reversed paywall” che non porta i lettori a pagare in moneta sonante le notizie, ma coinvolge direttamente l’utenza nella produzione e realizzazione del medium indirizzandola verso un percorso di “membership” riassumibile in alcuni specifici punti come spiegavano in un appuntamento digit  dal vivo e poi in un nostro successivo articolo Alberto Puliafito e Pierluca Santoro:

 

 

L’idea del reversed paywall è quella di premiare comportamenti virtuosi da parte dei lettori. Comportamenti che premiano  il lettore ma anche l’editore. Ci sono gli ad blocker ad esempio, bene, il lettore che non usa gli ad blocker ed è abbonato  al mio reversed paywall è un lettore virtuoso e quindi io editore ho la possibilità di profilare molto meglio il mio pubblico per poi proporlo ai miei inserzionisti usando il reversed paywall.

 

 

 

Lo stesso posso dire se il lettore attraverso il reversed paywall clicca su un determinato link che io ho inserito nella mia home page o fuori dal mio sito.

 

 

 

Promuove il mio giornale sui social media condividendo gli articoli. Concorrendo a creare notorietà di marca.

 

 

 

Compra prodotti o servizi nella mia sezione di e-commerce del sito aziendale.

 

 

 

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Offre i propri dati spontaneamente per aumentare la profilazione dei lettori del giornale.

 

 

 

Scrive buoni commenti in calce alle notizie

 

 

Sostiene progetti di interesse pubblico

 

 

 

Risponde alle domande dei giornalisti sui social

 

 

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Offre  uno spunto valido per un articolo

 

Perchè dunque tutta questa lunga premessa se nel titolo dell’articolo che avete avuto la bontà di leggere fino a qui (grazie dell’attenzione),  si parla di un film e non di fantomatiche strategie editoriali? Ebbene a nostro avviso un motivo valido è che VareseNews realizza o tenta di realizzare da tempo l’ipotesi di Jeff Jarvis di creare membership applicando non un pagamento diretto dei contenuti pubblicati sul proprio sito ma attraverso appunto l’applicazione di una sorta di  reversed paywall, al punto da arrivare ad investire una cifra davvero ingente di denaro, oseremo dire quasi eccessiva, in un progetto molto lontano dalle logiche tipicamente editoriali di un giornale sia esso analogico o digitale, come quello di produrre un lungometraggio, co-prodotto dalla Rai e presentato al festival del cinema di Venezia. Un’idea che anche noi, che qui a bottega proviamo a studiare e a prospettare le novità  provenienti dal mondo del giornalismo e dalla rivoluzione digitale da anni, abbiamo ritenuto “eccessiva”.  Per questo e per la stima che da sempre nutriamo nei confronti di Marco Giovannelli,  siamo davvero contenti di aver avuto torto e ammettendo pubblicamente il nostro errore, di poter tributare un doveroso omaggio a questa operazione sulla community e sulla definizione sempre maggiore del concetto di membership felicemente realizzata da Giovannelli e da tutto lo staff di VareseNews. C’è voluto più tempo del previsto,  sono occorsi forse ancora più capitali di quelli già molto ingenti e preventivati con,  immaginiamo legittimo  timore e apprensione,  all’inizio di questa avventura dal team che ha realizzato l’opera. Una squadra composita e in buona parte allestita al momento, su cui spicca in particolare la figura del regista dell’opera medesima: Francesco Raganato. E una nota di merito particolare merita anche il meccanismo di  selezione messo a punto dai produttori di VareseNews per scegliere il regista del film, un bando pubblico cui hanno partecipato 230 candidati.  Il risultato finale legittima qualsiasi sacrificio sia stato compiuto. Digital Life non è solo un buon film, e anche se non ci sono attori professionisti e se il formato non è esattamente quello di un’opera di finzione ma più simile a quello di un documentario, non pensate di annoiarvi o  di non riuscire a comprendere il significato dell’opera. Al contrario vi emozionerete fino alle lacrime e avrete, diversamente da quello che accade nella maggior parte dei casi con un’opera di finzione, la possibilità immediata, subito dopo essere usciti dalla proiezione,  di interagire “digitalmente”  con tutti o quasi i protagonisti del film, di tessere una relazione personale con alcuni di loro, di conoscerli e partecipare Voi per primi attivamente alla loro storia,  che non termina nel tempo della proiezione del lungometraggio, ma prosegue nelle relazioni che il film suggerisce di tessere.

 

 

Digital Life è una lezione magistrale di buon giornalismo, di strategia imprenditoriale, di marketing digitale, di innovazione, e di cinema perchè no? Ma è soprattutto il racconto di una comunità in divenire, la community allargata di VareseNews che partendo dalla propria e naturale dimensione iperlocale grazie a questo eccellente espediente narrativo trova una sua nuova collocazione globale permettendo a ciascuno di Noi di partecipare a questa particolare esperienza anche e soprattutto dopo la sua proiezione e quindi dopo la sua conclusione, che invece nel nostro mondo post rivoluzione digitale è solo un nuovo e più partecipato inizio.

 

 

Del resto come spiega in modo circostanziato proprio lo stesso direttore Giovannelli,  divenuto attore per un giorno nel film: ” è iniziato tutto al Circolino “.

 

 

 

 

 

Il film di VareseNews è ora in tour promozionale in giro per l’Italia e subito dopo come da contratto con la Rai diverrà un prodotto da cinema e uscirà nelle sale del circuito Rai Cinema, e, immaginiamo subito dopo sarà anche visibile in tv. Per il momento e per quelli che preferiscono il buio della sala:  buona prima visione a tutti!

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