Il messaggio di LSDI al Congresso FNSI

openfnsiRiportiamo qui di seguito i contenuti della comunicazione di LSDI al Congresso Fnsi,  inizialmente doveva assumere la forma di un intervento, alla fine è stata distribuita a tutti i presenti.

 

“Vi ringraziamo per averci concesso di salutare il congresso dato che non siamo fra i delegati, ma abbiamo voluto dare una nota di ottimismo e realismo. Vi portiamo anzitutto i saluti del nostro presidente Pino Rea che tutti conoscete. Lsdi opera oramai da 11 anni.

 

Pensiamo ci conosciate soprattutto perché da un po’ di anni pubblichiamo un rapporto sullo stato della professione giornalistica in Italia che per molti e’ ormai un momento importante per capire dove va il settore e che molti hanno citato durante il congresso.

 

Forse ci conoscete anche perché siamo quelli che hanno lanciato l’hashtag #openfnsi che abbiamo condiviso per raccontare questo evento. I numeri del traffico sui social network dicono che e’ stato un successo anche di simpatia per quella che sarà la futura Fnsi. Molti hanno seguito in rete i lavori apprezzando questo sforzo.

 

Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi che nonostante un’oggettiva problematicità di connessione a internet in sala stanno raccontando questo evento insieme a noi dimostrando che non ci vuole troppo per fare cose diverse …
Siamo stati molto fortunati nel nostro percorso perché abbiamo visto lungo e ci abbiamo creduto, ma anche perché abbiamo trovato sulla nostra strada enti che ci hanno finanziati e aiutati a crescere: alcuni ordini regionali illuminati, alcune federazioni sindacali regionali, la stessa Fnsi ci ha aiutato. Li ringraziamo e soprattutto ringraziamo Assostampa toscana e il nostro presidente Paolo Ciampi che ci ha adottato e incubato da inizio il nostro progetto e le nostre attività. Noi siamo un gruppo di giornalisti sparpagliati per l’Italia e per l’Europa ma abbiamo sede a Firenze presso la sede di Assostampa e ne siamo orgogliosi e speriamo di riuscire a restituire alla Toscana l’aiuto avuto sperando che continui ad essere una delle regioni con la maggiore capacita di rinnovare nel giornalismo e nell’informazione. Proprio in Toscana abbiamo creato un gruppo che si occupa dei giornalisti digitali portando o riportando al sindacato giornalisti e professionalità che da questo si sarebbero allontanati senza ritorno.
Che cosa facciamo ? Oltre a quanto accennato: abbiamo un sito che da anni cerca di raccontare il cambiamento di questo mondo del giornalismo con interventi e soprattutto documenti e approfondimenti, pubblichiamo dossier e materiale dalle università con cui collaboriamo in formato ebook, abbiamo dato il nostro contributo a eventi come il festival del giornalismo di Perugia o il festival Glocal di Varese. Da tre anni ne organizziamo uno : digit dedicato integralmente al giornalismo digitale prima a Firenze e dal 2014 a Prato, anzi vi invitiamo alla prossima edizione a fine settembre 2015.
Ci occupiamo di organizzare e gestire eventi di formazione in giro per l’Italia per raccontare il cambiamento, ma soprattutto per dare strumenti operativi ai colleghi. Abbiamo lanciato una campagna per un Foia in Italia per offrire ai cittadini e ai giornalisti uno strumento in più per la trasparenza e la chiarezza.
In questo congresso si è parlato poco dei lettori e dei cittadini ovvero di quelli che poi generano direttamente o indirettamente il reddito dei giornalisti. E’ evidente da tempo che moltissime cose nel mondo del giornalismo sono cambiate. C’è la trasformazione tecnologica che impatta il lavoro e il prodotto editoriale e giornalistico, ma anche la trasformazione nella fruizione dell’informazione da parte dei lettori.
C’è un radicale cambiamento nella tipologia concettuale del lavoratore del giornalismo in Italia da figura nella percezione macroscopica tipicamente dipendente a figura freelance che troppe volte vuol dire precario e sottopagato. Questa mutazione sta portando molti colleghi a pensare diversamente il lavoro che diventa imprenditorialmente evoluto che permette di andare oltre l’editore e farsi editore passando sopra il caporalato e la vergogna del giornalista che sfrutta altro giornalista.
C’è una definizione formale professionale in Italia della professione giornalistica che ha portato ad avere fino a centomila iscritti all’Ordine per poter ragionevolmente pensare che ci siano posti di lavoro seri per 20-30 mila professionisti del settore non molti di più, siamo sinceri.
Nel frattempo è arrivata la crisi economica che ha complicato cose già complicate, ha tolto definitivamente il tempo di transitare lentamente dal vecchio al nuovo.
Poi c’e il mondo fuori di questo congresso. Come l’economia insegna quando ci sono i cambiamenti epocali si distrugge il passato e si ricrea un futuro diverso … Come sapete in cinese la parola crisi vuole anche dire opportunità. Non è bene, non è male … e così.
Il mondo fuori, anche se in Italia siamo al solito lenti, ha lavorato per sfruttare le nuove opportunità. E‘ andato oltre: sono nati nuovi gruppi editoriali e nuovi mestieri, si creano nuovi spazi che varrebbe la pena di pensare come occupare e trasformare in lavoro e occupazione.
Il cambiamento e il digitale e il futuro sono un’occasione che occorre prendere al volo … in molti già lo fanno e con buoni risultati. Un esempio c’e e’ un uomo di 24 anni che si e’ laureato alla Bocconi qualche mese fa si chiama Salvatore Aranzulla, gestisce un sito di informazione tecnologica genera un fatturato di circa un milione di euro. Perché molti giornalisti non ci provano ? Qualcuno in effetti ci ha provato e gli sta andando bene, ad altri meno, ma è la competizione del mercato a decidere. Uno degli ultimi articoli del 2014 di Lsdi era di questo tono.
Gli ultimi 12 mesi sono stati un periodo tonificante per l’industria dei quotidiani negli Stati Uniti e i prossimi 12 si preannunciano ancora migliori. Ne è convinta presidente e Ceo dell’ American Newspapers Association, secondo cui il 2014 ha visto l’ industria dei giornali traboccare di ‘’nuove idee, di nuove tecnologie e di nuovi contenuti’’. Il settore ha sviluppato modi migliori per raggiungere i lettori e dar loro quello che vogliono in maggiore quantità: più storie, più impegno, più coinvolgimento, informazione più personalizzata e più contenuti sulle loro piattaforme preferite. Il futuro dei giornali è la loro presenza su tutte le piattaforme, dalla stampa al digitale e al mobile. Il pubblico dei lettori di giornali digitali è salito a 166 milioni di visitatori unici nel mese di ottobre: un livello record’’.
Loro ci hanno provato e gli sta andando bene … avanti il prossimo.
Buon lavoro
LSDI”