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A proposito di Hate Speech

Cominciamo da oggi la pubblicazione di una serie di materiali che andranno a comporre un dossier sull’ << incitamento all’odio >>, una pratica sempre più diffusa online assieme al trolling.

 

La gestione/moderazione dei commenti, del resto, è una delle componenti più importanti per editori e giornalisti che vogliano realmente comprendere il cambiamento in atto nel comparto dell’informazione con l’avvento del digitale. Si tratta di una parte, importante,  del complesso meccanismo che viene definito “gestione della community” ma che in realtà nel rinnovato sistema editoriale dell’informazione online che non a caso nel frattempo è divenuto un << eco-sistema >>, significa molto di più: collaborazione, cogestione, scrittura collettiva. Il ruolo della comunità nella vita di un organo di informazione è da sempre centrale ed evidente. Quello che è cambiato con l’avvento del digitale e il diverso rapporto che si è andato a costruire fra chi fa informazione e chi riceve tali informazioni. L’equilibrio fra emittente e ricevente, con l’avvento della rete e degli strumenti digitali, è cambiato. Il pubblico non si limita a ricevere e commentare al bar o con una lettera alla redazione, le notizie pubblicate dal giornale, ma le condivide, le fa proprie e le rilancia, le commenta direttamente sul sito o sulle pagine social dell’organo di informazione che le ha diffuse, le implementa filtrandole attraverso le proprie competenze ed esperienze, le rende ancora più circostanziate e puntuali aggiornandole direttamente dal luogo in cui avvengono, le trasforma in altro, richiede punti di vista e approfondimenti diversi della stessa notizia.

 

La comunità diventa parte in causa nel processo della costruzione del flusso informativo, e allo stesso modo entra a far parte del processo distributivo dei contenuti. La lettura, la moderazione, la partecipazione alle discussioni che si sviluppano online attraverso i commenti diventa una della azioni fondamentali del lavoro giornalistico e deve essere gestita da professionisti assunti per adempiere precipuamente a tale compito: << i community manager >>. Al più presto ogni organo di informazione anologico/digitale o nativo digitale dovrà mettere a punto i necessari regolamenti, detti anche policy, per gestire e regolare il flusso degli apporti della community in rete. Non dovrà trattarsi di creare nuovi regolamenti, leggi, leggine o altre gabbie normative per alimentare la stritolante burocrazia di cui tutti siamo continuamente vittime. Si tratterà di trovare la giusta sintonia per mettere a punto una serie di prassi per collaborare tutti alla corretta gestione della notizia o di qualunque altra pratica collettiva si vada componendo online. In altri termini:  << creare conversazioni >>.

 

Lo storify sull’hate speech è stato realizzato dalla nostra giovane associata Iris Rossi, buona lettura:

 

 

 

                                                                                #NOHATESPEECH

 

 

 

 

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