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World data cup, sfida di dati ai calci di rigore

Pil, disoccupazione, libertà di stampa, burocrazia. E se fossero questi i parametri, anzi i palloni, con cui le Nazionali si sfidassero negli stadi brasiliani? Questa la curiosità che ha mosso il team di giornalisti, sviluppatori e grafici del team Viz&Chips, di cui faccio parte, per la realizzazione di World Data Cup, primo lavoro di data journalism per il quotidiano La Stampa.
 
Un’opportunità nata dopo la partecipazione a La Stampa Academy, corso di data journalism in collaborazione con Google, che si è concluso con un contest in cui i primi tre team classificati si sono guadagnati la possibilità di misurarsi su progetti reali e retribuiti per il quotidiano.

 

di Donata Columbro

 

Divertirsi con i dati

 

“Quand’ è l’ ultima volta che avete sentito due persone discutere in un caffè di una notizia su Vox?” si chiedeMilo Yiannopoulos su Business Insider, citando uno dei nuovi siti di informazione nati per “spiegare le notizie” con abbondante uso dei dati. Probabilmente mai, perché “i lettori non si fidano del data journalism”, o forse lo trovano semplicemente noioso. Ma se al giornalismo dei dati manca appeal, “la soluzione ai problemi del mondo potrebbe essere stata pubblicata in un pdf della Banca Mondiale che nessuno legge”, come riportava qualche settimana fa il Washington Post, in un articolo che dovrebbe far riflettere sull’ imminente necessità di collaborazione tra ricerca, giornalismo e visualizzazione dei dati. E proprio le statistiche raccolte da Banca Mondiale, Onu, Cia Factbook sono un tesoro inestimabile, anche perché pubblicate in formato aperto. Ma non bastano. Difficilmente il grande pubblico può essere incuriosito da file di numeri in un foglio Excel, neanche se confezionate dentro eleganti report da centinaia di pagine.

 

 

Ed ecco World Data Cup, nato come un esperimento di infotainment, collegato a un evento di attualità e pop come sono i Mondiali, per invitare i lettori a divertirsi sfidando le nazionali in gara e imparare informazioni nuove, magari inaspettate, su come si vive nei paesi della Coppa del Mondo. Scoprendo ad esempio che la Costa d’Avorio ha un tasso di disoccupazione più basso dell’ Inghilterra o che l’ Algeria batte il Giappone per numero di donne in parlamento. Nessuna sorpresa invece per la difficoltà di fare business in Italia, battuta da Cile, Colombia e Messico, oltre che dal resto dei paesi Ue in gara, tranne la Grecia, e dalle nazionali asiatiche.

 

Di concezione simile è l’ interattiva “The world cup of everything else” del Wall Street Journal, che visualizza i paesi del mondiale in diverse classifiche, basate sui dati del CIA World Factbook, con una grafica che ricorda i gironi di un torneo di calcio, ma senza la parte di gamification.

 

Per World Data Cup l’ elemento della partecipazione attiva del lettore invece è stato fondamentale per il suo successo.  Il gioco funziona anche su mobile e prevede quattro fasi di gara, dai quarti di finale alla finale. Si seleziona la squadra con cui giocare e il sistema sorteggia gli avversari. A ogni turno si possono scegliere 5 palloni/parametri con cui si crede di poter battere l’ altra squadra, si tira e se i dati sono a proprio favore si passa il turno. Ad oggi sono più di 600 le condivisioni sui social direttamente dalla pagina de La Stampa, con commenti positivi dei lettori/giocatori.

 

Con i dati ci si può divertire. L’esperimento ha funzionato.

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