Site icon LSDI

Su Fb impazza la doccia gelata, mentre in Twitter prevalgono le notizie su Ferguson

Su Facebook vanno fortissimo notizie e annunci del filone “Ice Bucket Challenge” – che ha visto protagonista qui da noi anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi -, mentre su Twitter passano assai di più le notizie sugli scontri e le rivolte a Ferguson (Missouri), dove un agente di polizia il 9 agosto scorso aveva ucciso il diciannovenne Michael Brown.

 

Le implicazioni di questa differenza sono enormi sia per i lettori che per gli editori che considerano la presenza crescente su Facebook come uno dei principali canali (referrer) di traffico. In sostanza – spiega John McDermott  su Digiday.com – , affidarsi troppo massicciamente ai flussi degli algoritmi di contenuti di Facebook può provocare una censura de facto. I lettori di FB vengono privati ​​di un argomento importante, contrariamente a quello che avviene su Twitter.

 

McDermott cita i dati forniri in questi giorni da SimpleReach, un servizio di analisi dei social che monitora un migliaio di case editrici e testate, tra cui Forbes, Gawker, The New York Times e Vice. Secondo cui le notizie su Ferguson e/o Michael Brown pubblicate a partire dai primio di agosto hanno generato in media su Facebook molti meno referrals (256) rispetto a quelle sulle docce gelate (2.106), che, sempre su FB, hanno registrato un grandissimo numero di interazioni – mi piace, condivisioni, commenti – , in media 796, rispetto a quelle su Ferguson (518).

 

La tabella qui sotto è molto esplicita.

 

 

Per quanto riguardo Twitter, invece, fra il 9 e il 17 agosto ci sono stati più di 3,6 milioni di tweet sulla vicenda Ferguson, rispetto ai 2,3 milioni di quelli relativi alle docce gelate. Dati della Crimson Hexagon.
E’ difficile comunque fare un confronto diretto tra come Facebook e Twitter per verificare come sono state trattate le due vicende – osserva Digiday -. Twitter è un flusso diretto, senza alcun filtro, di tutto quello che fanno quelli che uno segue. La piattaforma fornisce alle aziende delle analisi con l’ accesso ai propri dati completi. Facebook, il cui algoritmo cura quello che teoricamente vi interessa di più, non fornisce l’ accesso completo ai propri dati, rendendo impossibile confrontare con precisione il numero di post pubblicati su FB rispetto ai tweet su un determinato argomento.

 

Ma è significativo che ci fossero più tweet (3,6 milioni) su Ferguson in otto giorni rispetto al volume di post su Facebook in 10 giorni. E se si prende in esame il numero di visitatori unici Usa su Twitter nel mese di luglio, si parla di 121 milioni, mentre quelli di Facebook sono stati 203 milioni, e quindi la diversità di comportamento editoriale diventa ancora più ampia.

 
La differenza – aggiunge McDermott – suggerisce qualcosa di fondamentale per le due piattaforme: al di fuori della stagione elettorale, Facebook semplicemente non è un forum per le grandi notizie di attualità, osserva Matt Heindl, senior director di Razorfish, azienda di social media marketing.

 

“Facebook è un posto per gli amici e le famiglie, uno spazio per il divertimento’’.
Una discussione accesa e motivata sulla militarizzazione della polizia e la dolorosa storia razziale americana sembra stonare accanto alle foto dei bambini o agli annunci di fidanzamento. Ma l’ incapacità di Facebook di promuovere quelle conversazioni su temi di attualità finisce per minare i suoi sforzi – introduzione di argomenti trend, più valore ai “contenuti di alta qualità” – per diventare un vero e proprio medium giornalistico.

 

L’ algoritmo di Facebook “può realmente ostacolare la possibilità che emergano notizie di avvenimenti importanti’’, ha osservato Jill Sherman, direttore del settore strategia social e contenuti a DigitasLBi, parlando con DigiDay.
“Facebook deve ancora capire davvero se intende essere un fornitore di breaking news più serio – ha aggiunto Sherman -. Ma entrambi hanno un loro valore specifico. Le persone usano quello o quell’ altro per motivi diversi. ”

 

 

Exit mobile version