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Simone Camilli: un giornalista ‘’con gli occhi’’, ma giornalista

Simone Camilli era un giornalista “con gli occhi”. Esperto, non uno buttato lì per scelta e passione propria senza adeguata professionalità,  o uno che improvvisava. No, era uno che il mestiere, la professione la sapeva fare. Insomma uno con molto cervello e molte scarpe nel senso che “era”  sulle notizie. E raccontava. Un giornalista, insomma.

 
Invece la vecchia mentalità corporativa dura a morire titola “videoreporter”.

 

di Marcello Zinola
 
Non che sia una diminutio, solo, è una delle tante figure nuove o quasi nuove del giornalismo. Poco conosciute, poco amate dai colleghi così attaccati alle loro ormai deboli sicurezze, di una professione che è cambiata.
 
Simone era e rimane un giornalista a tutto tondo. Certo videoreporter, ma giornalista con gli occhi e con il cuore, parole scritte con le immagini che spesso valgono più di molte “articolesse”. Parliamone come giornalista, non come se dire videoreporter fosse qualcosa di diverso.
 
E prendiamo esempio dalla splendida lezione data dal padre di Simone quando ha raccontato chi era Simone. Una lezione sul piano umano. Della dignità.  Mi verrebbe da dire una lezione di giornalismo. Senza retorica.

 

 

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