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RSF: libertà di stampa a rischio anche nelle democrazie occidentali?

Appena diffuso, l’indice 2014 di Reporters Sans Frontieres  sulle violazioni della libertà di informazione nell’anno appena trascorso, indica un «lieve deterioramento mondiale» rispetto allo scorso anno. Restano stabili la Siria, 177esima su 180, subito prima di Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea, mentre  in testa troviamo ancora Finlandia, Paesi Bassi e Norvegia. Scendono invece drasticamente il Mal (122esimo), e la Repubblica Centro Africana (109esima).

 


Per inciso, l’Italia sale di 4 posti ottenendo la 57esima posizione (nel 2012 era al 61esimo posto). Quel che sorprende è però la posizione di alcune importanti democrazie occidentali,  le quali, secondo l’organizzazione non-profit, sono vittima «dell’aumento della sicurezza utilizzato abusivamente per restringere la libertà dell’informazione» – cioè gli effetti a tutto tondo del Datagate. È il caso degli Stati Uniti che perdono ben 13 posti, toccando la 46esima posizione, della Gran Bretagna (33esima) e della Francia (39esima). Dati su cui vale la pena di riflettere

 

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