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Anche la CNN studia l’ uso dei droni nel giornalismo

La catena televisiva americana, in collaborazione con l’ Istituto di Tecnologia della Georgia, analizzerà l’ uso dei droni per accelerarne  la regolamentazione. Ne parla su Mexico.cnn.com Brian Stelter, spiegando che l’ uso degli aerei senza pilota  potrebbe essere una parte interessante dello scenario del  futuro prossimo  del giornalismo.

 

I due partner l’ hanno definita una “iniziativa investigativa” ed hanno dichiarato che condivideranno  le informazioni ottenute con la Federal Aviation Authority. L’annuncio giunge nel pieno di un’ onda di interesse generalizzato delle redazioni  giornalistiche per quello che è stato definito “giornalismo dei droni”

 


 
La CNN e l’Istituto di Tecnologia della Georgia hanno comunicato che studieranno congiuntamente come utilizzare droni (UAV secondo l’ acronimo in inglese)in modalità sicura ed efficace, per sollecitare ed accelerare la regolamentazione governativa circa l’uso di questi aerei “senza umani a bordo” per la raccolta di  notizie.

 

In una conferenza stampa, i partner l’  hanno definita una ‘’iniziativa di ricerca’’ ed hanno dichiarato che condivideranno  le informazioni raccolte con la Federation  Aviation Authority nel momento in cui questa affronterà il problema della regolamentazione del settore, per consentire un utilizzo sicuro ed efficace degli UAV per i mezzi di comunicazione.

 

L’ annuncio arriva nel bel mezzo di un’ ondata di interesse generalizzato da parte delle redazioni giornalistiche di tutto il mondo per quello che è stato definito “giornalismo dei droni” e nel pieno di una incertezza altrettanto generalizzata sulla legittimità  dell’uso di tali mezzi.

 

La FAA, infatti, ha severamente limitato l’ uso degli aerei privi di pilota per fini commerciali, includendo fra questi la raccolta di dati e notizie. Il termine di questa moratoria è fissato per il settembre 2015, dopodiché si procederà ad una nuova regolamentazione sull’ uso dei droni.

 

“La nostra speranza è che lavorare insieme per condividere le conoscenze ci possa porre in grado di accelerare il processo in cui CNN e gli altri mezzi di comunicazione possano integrare questa nuova tecnologia nella loro strategia di copertura delle notizie” ha detto David Vigilante, vice presidente vicario per gli affari legali di CNN in una dichiarazione.

 

“E’ una grande opportunità questa di lavorare con i nostri vicini del Georgia Tech Institute, i quali posseggono conoscenza ed esperienza in questo settore.

 

La CNN e l’ Università hanno annunciato la partenza del progetto per l’ estate. “Questo sforzo ci aiuterà a valutare quanta tecnologia, personale e mezzi di sicurezza saranno necessari per operare correttamente nello spazio aereo nazionale”, viene detto nel comunicato stampa.

 

“Siamo fieri di cooperare con la CNN nello studio dell’ impiego degli UAV  nella raccolta delle notizie e speriamo vivamente di lavorare al meglio con una delle testate più rispettate nel panorama giornalistico mondiale”, ha affermato Mike Heiges, capo del settore di ricerca dell’ Istituto tecnologico di ricerca della Georgia.

 

Giornalisti,  editori e professori di giornalismo  hanno proposto una grande varietà di usi per i droni: dal documentare gli effetti dei disastri naturali sino alle indagini sul cattivo uso delle terre federali.

 

I primi sforzi di incamminarsi  su questo sentiero sono stati ostacolati dalla FAA: il programma di giornalismo con droni dell’ Università del Missouri, per esempio, ha ricevuto una diffida ufficiale, lo scorso anno.

 

“Le norme che ci ha  comunicato la FAA sono estremamente restrittive ” ha asserito Matthew Dickinson, cofondatore del programma.

 

Le testate giornalistiche che vorrebbero usare questo strumento dovrebbero prevedere l’ uso dei droni con un anticipo di 60 o 90 giorni, per chiedere il permesso di far volare un drone.

 

Sino ad ora, i droni che si vedono volare nei notiziari televisivi – quelli  che, ad esempio, effettuano riprese aeree per anticipare il percorso di un tornado che sfiora una città –  sono utilizzati da persone che poi passano le riprese ai giornalisti.

 

E alcuni media sono stati riluttanti ad usare queste immagini a causa delle incertezze legali relative al loro utilizzo.

 

(EmmeDiBi)

 

 

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