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Internet nuoce al ‘’giornalismo ragionato della carta stampata’’. Lo proclama l’ Odg

Mi chiamo Pino Rea. Scusate la personalizzazione ma questa volta è necessaria.

Faccio parte del Consiglio nazionale dell’ Ordine dei giornalisti. In gergo è il Cnog. Siamo 144 consiglieri che dovrebbero vigilare sull’ evoluzione del giornalismo e sui principi che ispirano chi lo pratica. Faccio parte di ‘’Liberiamo l’ informazione’’, l’ area di opposizione alla maggioranza raccolta intorno al presidente Enzo Iacopino.

Stasera sono sbalordito. Coordino Lsdi – un gruppo di lavoro (e un sito, questo) che da quasi dieci anni si occupa dell’ innovazione nel campo del giornalismo e dell’ editoria – e scopro che ‘’il giornalismo ragionato e d’ approfondimento della carta stampata rischia di essere indebolito dal primato della cultura di internet’’.

Lo proclama, a mia totale insaputa,  il Consiglio (il Cnog) di cui faccio parte.

 

Adesso non so che fare.  Mi sento fortemente imbarazzato, anche perché il lavoro di Lsdi punta a testimoniare i problemi ma anche le grandi opportunità che si sono aperte per il giornalismo con il mondo digitale.

 

Mi riesce difficile immaginare di far parte di un organismo retto da qualcuno che non solo la pensa in quel modo ma ritiene quel giudizio come un fatto assodato, un assioma ”deontologico”, tanto da farlo inserire (o permettere che esso venga inserito) fra i principi del Corso online sulla deontologia (ma che c’ entra il ‘’giornalismo ragionato’’ con la deontologia?) inaugurato qualche giorno fa nell’ ambito dei programmi per la Formazione professionale continua dei giornalisti italiani.

 

Il Corso è stato realizzato dal Centro di documentazione giornalistica, ma ‘’sulla base delle indicazioni del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti’’. Secondo cui, a questo punto, il giornalismo ‘’ragionato e di approfondimento’’ è inconciliabile con la cultura di Internet.

 

La documentazione è qui sotto.

 

Ho provato a dare al quesito la risposta che mi sembrava  più neutra e realistica. Ma era sbagliata.

 

La risposta esatta invece è questa:

 

Diciamo ‘’no comment’’?

 

Ah, un’ altra cosa. Non parteciperò a quel ‘’corso’’ se quella domanda non verrà rimodulata. Anzi, eliminata, anche perché non ha nessuna implicazione deontologica.

 

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