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Il biografo di Steve Job: ‘’perché i media online si basarono sulla pubblicità e perché è stato un fallimento’’

Walter Isaacson , autore della biografia di Steve Jobs, ha scritto un nuovo libro su internet e il web.
 
In un estratto fornito a VentureBeat, Isaacson racconta come i fondatori del web, pur avendoci pensato,  non fossero riusciti a costruire un modello di pagamento, che forse avrebbe potuto salvare l’ industria giornalistica sotto assedio.
 

“Alla Time Inc., inizialmente, avevamo programmato di far pagare una piccola quota o un abbonamento, ma i compratori di spazi pubblicitari di Madison Avenue erano rimasti così affascinati dal nuovo mezzo che erano corsi in massa nei nostri uffici per comprare i banner pubblicitari che avevamo sviluppato per i nostri siti. Così noi e le altre testate decidemmo che era meglio rendere gratuiti i nostri contenuti e raccogliere quanti più occhi potevamo da offrire ai nostri  inserzionisti”, ricorda Isaacson, che all’ epoca era caporedattore di Time.
“Ma questo si è rivelato non essere un modello di business sostenibile”, conclude .

 

Il creatore del World Wide Web, Tim Berners-Lee e il leggendario investitore Marc Andreesen avevano previsto un modello di micro-pagamenti, che avrebbe permesso agli utenti di pagare per i contenuti. Ma non è accaduto.

 
E il risultato – commenta VentureBeat – è stato un calo delle entrate pubblicitarie con una inclinazione da pista nera di sci.

 

Il libro – The Innovators: How a Group of Inventors, Hackers, Geniuses, and Geeks Created the Digital Revolution – uscirà negli Usa il 7 ottobre prossimo.

 

L’ estratto dato a VentureBeat è consultabile qui.

 

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