È di un borsista l’articolo più letto del New York Times nel 2013

NYTcopL’ articolo più letto sulle edizioni digitali del New York Times nel corso del 2013 non è stato scritto da qualche grande nome del giornalismo americano e nemmeno da Angelina Jolie (quarto posto) o Vladimir Putin (quinto in classifica), ma da un giovane borsista, Josh Katz. Si tratta di un pezzo dal titolo ‘’How Y’ all, Youse and You Guys talk’’, un sondaggio sull’ uso della lingua negli Stati Uniti che, attraverso un questionario, consentiva di tracciare una mappa linguistica del paese. E’ stato pubblicato il 21 dicembre e in soli 10 giorni ha conquistato il primo posto nella classifica degli articoli più letti, superando come numero di lettori persino due servizi sulla vicenda degli attentati alla Maratona di Boston (secondo e terzo posto).

 

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Josh Katz (sotto)  nel marzo dello scorso anno era solo uno studente della Facoltà di Scienze Statistiche alla University of North Carolina. Fu allora – racconta 233grados – che aveva iniziato a sviluppare un’ applicazione basata sui dati che aveva visto in un sondaggio pubblicato dieci anni fa ad Harvard sull’ uso della lingua e dei dialetti nelle diverse zone degli Stati Uniti. A giugno aveva pubblicato una serie di mappe sul sito web dell’Università (sotto). Due mesi dopo, in agosto, era stato chiamato dal New York Times e a settembre aveva iniziato il suo periodo come borsista nella prestigiosa testata americana. (A proposito, i borsisti del NYT guadagnano 960 dollari a settimana).

 

NYT2Appena arrivato nella redazione della Ottava Avenue, Katz ha cominciato ad aggiornare e migliorare i dati che già possedeva. Poi si è concentrato nella progettazione delle domande del questionario e infine ha iniziato a lavorare con un redattore grafico del Times, Wilson Andrews – che firma con lui il progetto -, nello sviluppo dell’ applicazione.

In pratica il lettore, rispondendo al questionario e scegliendo fra le varianti proposte, individua in  quale zona degli Stati Uniti si parla come lui.

Josh Katz, che  ovviamente è stato assunto come redattore, è il primo ad essere sorpreso dal successo che ha avuto il suo servizio, ma dice di avere una spiegazione.

‘’I dialetti sono un elemento chiave della costruzione dell’ identità delle persone – dice -. Ci dà il senso di quello che siamo e da dove veniamo’’.