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L’ integrazione fra algoritmi e redattori è la ‘’migliore soluzione’’ per i lettori?

L’ aggregazione viene vista generalmente come un male necessario per stare al passo con il ritmo frenetico del flusso di notizie nell’ ecosistema digitale.  Ma Shafqat Islam , CEO di Newscred,  non è d’ accordo con la connotazione negativa che si dà in genere alla gestione degli articoli tramite algoritmi.
 

In una intervista al sito del Global Editors Network (che presentiamo qui di seguito), Shafqat sostiene che  l’ aggregazione può aiutare i giornalisti a conservare il loro ritmo di lavoro, portando in entrate supplementari per gli editori: insomma, uno scenario vincente per tutti.

 

Shafqat Islam sarà relatore in uno dei panel  al  GEN News Summit   in programma a Parigi (19-21 giugno), di cui Lsdi è uno dei media partner.

 

 

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GEN: Secondo lei, dove si situa il punto di equilibrio fra aggregazione di contenuti esterni e produzione originale della testata?

 

Sottolineo il concetto di vantaggio competitivo, che è la chiave che consente ad ogni editore di andare avanti con successo. Le cose che uno è veramente bravo a seguire dovrebbero rimanere i contenuti da creare in casa con i propri giornalisti. Per tutto il resto, è inutile reinventare la ruota e bisogna lasciarsi aiutare dagli altri. Ecco dove entrano in gioco l’ aggregazione e l’ uso di materiali altrui. Se si tratta di contenuti a cui i vostri lettori potrebbero essere interessati e che li spinge ad andare sul vostro sito, allora dovrebbero essere presi all’ esterno.

 

Newscred funziona perché consente agli editori di scoprire che cosa sono in grado di coprire per bene, liberando risorse per concentrarsi su questi temi. Se  disponi di risorse impegnate nella copertura di notizie internazionali ma questo non è il settore che produce il tuo vantaggio competitivo, noi possiamo provvedere fornendo quei contenuti attraverso le fonti di informazione che per voi sono più rilevanti. E diamo ai nostri clienti l’ accesso a un portafoglio di quasi 1500 fonti, in modo che ognuno di loro può curare quello che gli interessa e realizzare quel mix unico di contenuti  esterni che va bene per il loro sito.

 

Come lavorate con i grandi gruppi editoriali?

 

Prendiamo il Chicago Tribune, un esempio che si può applicare più in generale agli editori che hanno i vari tipi di paywall o di ‘’tassametro’’. Credo che un sacco di questi editori si siano resi conto che non si può semplicemente prendere i contenuti che fino ad allora davi gratis, metterli dietro un paywall e costringere la gente a pagare. Bisogna invece fornire agli abbonati un valore aggiunto. Ecco perché il Chicago Tribune compra dei contenuti aggiuntivi da noi, spesso con l’ esclusività. Si rendono conto che, se possono fornire queste fonti di contenuti aggiuntivi e organizzarle in modi intelligenti per i loro iscritti, questo rende l’ area membership e quella a pagamento molto più preziose.

 

Il New York Daily News è un altro buon esempio. La scorsa estate, quando erano in corso gli europei  di calcio, c’ erano un sacco di appassionati di calcio negli Stati Uniti ma la testata non voleva mandare degli inviati oltreoceano. A quel punto non hanno fatto altro che lanciare una sezione completamente nuova, che è stata ideata, progettata, e alimentata da Newscred. Tutti i servizi erano a cura di grandi giornalisti sportivi del Guardian e del Telegraph, oltre ad altre fonti sportive europee. In questo modo si riusciva a fornire ai lettori dell’ ottimo materiale senza dover inviare un numero rilevante di giornalisti in Europa.

 

Un altro progetto realizzato con il Daily News  riguarda una sezione del giornale dedicata ai cittadini che provengono dall’ Asia del sud e che vivono negli Stati Uniti. Si tratta di un pubblico in rapida crescita, molto poco servito dai media mainstream. Invece di spendere una quantità enorme di denaro per fare delle prove autonomamente, hanno preferito lavorare con Newscred  nel progetto e nella realizzazione di questa sezione del giornale, a cui noi forniamo contenuti e risorse editoriali. Lavoriamo a stretto contatto con loro e forniamo contenuti mirati provenienti da tutta l’ Asia del Sud e da altre fonti.

 

Come vede il rapporto di Newscred con i nuovi media che si stanno sviluppando?

 

Quello che per noi conta è il fatto che portiamo concretamente nuove entrate dentro l’ ecosistema dei media, pagando tutti i nostri fornitori di contenuti. Si tratta ovviamente di aziende editoriali, non usiamo assolutamente contenuti di altre aziende. Ci rivolgeremo sempre e solo a testate giornalistiche. Qualunque siano i ricavi che stanno realizzando oggi, noi dobbiamo raddoppiarli o triplicarli quest’ anno e capire come fare a incrementare entrate supplementari per questi editori, perché alla fine è così che possiamo far prosperare il  giornalismo.

 

E anche sul versante di coloro che acquistano i contenuti da noi continuiamo a lavorare per  l’ industria editoriale perché circa il 50% dei nostri clienti sono editori. Ma abbiamo anche scoperto una nuova e grande opportunità di mercato: quella dei  brand aziendali che sono alla ricerca di contenuti per alimentare le loro iniziative di content marketing , i loro portali e le loro applicazioni. Pensiamo che sia una nuova occasione per aumentare la diffusione e le entrate, e quindi siamo felici di lavorare con i brand. Se riusciamo a ottenere più diffusione e più contenuti venduti alle aziende, alla fine questo significa ottenere più entrate per  Newscred e quindi più ricavi per i fornitori di contenuti. E con questo torniamo al nostro primo obbiettivo, che è quello di sostenere l’ attività dei nostri fornitori.

 

 

Poco tempo fa avete annunciato di aver assunto dei redattori in carne ed ossa invece di basarvi soltanto su algoritmi. Perché avete fatto questa scelta?

 

L’ esperienza migliore, dove avviene una vera magia,  è nel punto di intersezione fra algoritmi e persone, redattori. Alcuni dei nostri clienti vogliono dei redattori in grado di entrare assai in profondità nelle cose modulando nel tono e nella voce le varie sfumature degli articoli prima di essere pubblicati. I redattori hanno un posto molto importante in questo ecosistema, e faremo tutto ciò che il cliente vuole per migliorare ancora questa esperienza. E ‘ stato un grande successo e abbiamo un sacco di clienti che utilizzano questo servizio.

 

 

Come esperto di aggregazione, ha qualche consiglio da dare alla comunità editoriale raccolta attorno a  GEN?

 

Noi non usiamo la parola “aggregazione” che spesso viene usato con una forte connotazione negativa: penso che si debba metterlo da parte. Forse è il termine Licensing il modo migliore per descrivere quello che facciamo: noi non grattiamo nulla, non ci limitiamo a usare i feed RSS, e, attenzione, facciamo pagare la gente.

 

Vorrei incoraggiare gli editori a preoccuparsi meno dei rischi e a pensare di più invece alle opportunità che offre il Licensing. Pensate a come questo possa aiutare a incrementare i ricavi o a risparmiare soldi e – cosa più importante – a come possa servire a far concentrare i vostri giornalisti su quello che sanno fare al meglio, usando per il resto materiali sotto licenza acquisiti all’ esterno, tramite noi. Ecco, concentrarsi sulle opportunità piuttosto che sui rischi.

 

 

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