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Conti sempre più in rosso in Spagna per Rcs

(d. g.) – Madrid – Non ha ancora finito di pagare gli indennizzi dell’ ultimo taglio di personale, e già prepara il prossimo. E non è facile farlo quando i numeri in rosso sui conti aziendali si moltiplicano per cinque in un anno.

La divisione informativa di Unidad Editorial, il gruppo spagnolo che pubblica, tra gli altri, il giornale El Mundo, ha registrato 18,6 milioni di euro di perdite nel 2012, quintuplicando i 3,83 persi nel 2011.

 

Era solo il mese di luglio quando Antonio Fernández Galiano, presidente della compagnia, mandava una prima lettera ai dipendenti annunciando un “imprescindible” aggiustamento dei conti che si andrà dalle riduzioni degli stipendi ai licenziamenti volontari.

 

I numeri sono quelli, irrefutabili, del rapporto che Unidad Editorial ha presentato nel mese di luglio al registro mercantile, in cui si dettagliano le perdite di tutte le testate del gruppo. Il quotidiano El Mundo può farsi scudo dei “soli” 10,9 milioni di euro in rosso, nulla di fronte ai 26,48 milioni di euro di perdite registrati da Expansión, il quotidiano economico della casa. Nel 2011, le sue perdite ascendevano a 4,05 milioni. Le cattive notizie arrivano fino a Marca, il maggior giornale sportivo spagnolo nonché il piú venduto in termini assoluti: da un attivo di 1,45 milioni registrato nel 2011, é passato a perdere ben 60,11 milioni.

 

I risultati che RCS, a cui fa capo il 97% di Unidad Editorial, presentò a inizio del 2013 facevano presagire le difficoltà del gruppo tanto in terra iberica come dentro ai confini nazionali. Nel 2012, il complesso del gruppo Unidad Editorial ha registrato  470,1 milioni di perdite, che si sommavano a 330 dell’ anno anteriore.

 

Dietro a questi numeri c’è una storia ben nota nel settore, che risale al 2007. RCS Media Group, gruppo de Il Corriere della Sera, ritenne congrua la valutazione di 1 miliardo e 100 milioni di euro del gruppo spagnolo Recoletos – allora proprietario di Marca, Expansión, Actualidad Económica e Diario Médico. Il grupo aveva fatturato, nel 2006, solo 304 milioni di euro, e, nel 2005, era stato comprato dai fondi di capitale a rischio Providence e Mercapital ad un prezzo del 40% inferiore a quello della sua collocazione in borsa, 5 anni prima. Banca Leonardo e Mediobanca assistettero e validarono l’ operazione, una delle ultime che, nel settore, si realizzarono con prezzi “da bolla” e che non smette di perseguitare il gruppo.  Il 65% di quell’ investimento -725 milioni- da parte di RCS è già sfumato in tagli.

 

Il cammino per completare i compiti che RCS ha dato alla sua filiale spagnola all’ inizio di quest’ anno sembra essere arduo e scosceso: Unidad Editorial deve ridurre i livelli della caduta dei guadagni pubblicitari, raggiungere un tasso di crescita del 3% annuo e ottenere un reddito lordo (margine operativo lordo) del 10% dei propri introiti.

 

L’ ammontare di quello che la stampa spagnola si riparte oggi in pubblicità assomma ad appena 700 milioni di euro, quando nel 2007 era di 2 miliardi, e l’ evoluzione di questo mercato è proprio una delle ragioni che Unidad Editorial indica, nel suo rapporto, come causa del disastro: i suoi introiti pubblicitari sono scesi del 17,6% nel 2012. La diffusione non offre dati migliori, dato che, in tutto il settore, ha subito una contrazione del 13,4%. E inoltre, “nei primi mesi del 2013 la situazione economica spagnola non ha mostrato segni di miglioramento”, spiega il rapporto.

 

I nuovi tagli sono in fase di negoziazione proprio in questi giorni: nella sede dello storico giornale spagnolo non si parla d’ altro. Ma per conoscerne i dettagli, bisognerà aspettare almeno l’ autunno di quest’ anno.

 

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