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Anche l’ AP comincia ad inserire contenuti sponsorizzati nel suo notiziario

L’ Associated Press, la prima agenzia di stampa a livello internazionale, sta progettando di introdurre articoli sponsorizzati nel flusso delle sue notizie di agenzia sia nelle applicazioni per i dispositivi mobili che nei siti web che ospita. Lo annuncia   Adage.com, spiegando che il lancio è previsto nei primi mesi del 2014, con possibili campagne di sponsorizzazione legate a grandi eventi che l’ AP si sta preparando a coprire, come il Super Bowl, le Olimpiadi invernali e gli Academy Awards.

 

Diversi potenziali inserzionisti sono in trattative con l’ agenzia, secondo Jim Kennedy, responsabile della sezione strategia e prodotti digitali dell’ AP, che però si è rifiutato di indicarli in maniera specifica.

 
La decisione di imboccare la strada dei contenuti sponsorizzati è parte di una più ampia strategia che punta ad aprire una nuova linea di entrate ad AP, dove solo il 2 % del totale dei ricavi provengono dalla pubblicità, attraverso un insieme di siti web alimentati con contenuti AP. Un altro 13 % viene dai servizi che AP offre ai clienti. Mentre l’ 85% deriva dagli abbonamenti da parte di testate come stazioni TV, giornali e siti internet: un segmento che l’ agenzia non vede come una possibile fonte di espansione dei ricavi.

 

” ’Vendere’ i contenuti è un’ attività economica in declino in tutto il mondo”, ha aggiunto Kennedy. “E crescerà solo per circa l’ 1 % l’ anno : quindi è nostro dovere trovare nuove fonti di reddito.”
L’ anno scorso – precisa Adage.com – l’ AP ha registrato un fatturato di 622,2 milioni dollari, in leggero calo rispetto all’ anno precedente (627,6 milioni dollari). Secondo Kennedy il calo deriva in gran parte dalla riduzione delle tariffe per i giornali, alcuni dei quali avevano dovuto rinunciare ai loro abbonamenti con l’ AP a causa della recessione .

 

“Il grande contributo al fatturato veniva dai segmento dei giornali, che ora sono in crisi e stanno pagando molto meno gli abbonamenti’’, ha spiegato il dirigente.

 

I messaggi sponsorizzati nella app del mobile saranno contrassegnati come pubblicità. Anche se la demarcazione precisa non è stata ancora definita, l’ AP ha intenzione di essere cauta per eccesso. “Non vogliamo mettere a rischio la nostra reputazione “, ha detto Kennedy.

 

La testata si sta muovendo per aiutare gli inserzionisti a creare dei contenuti sponsorizzati usando fonti terze, come Contently ad esempio, ma ricorrendo anche, eventualmente, a risorse video o foto di AP, anche se prive di una corrispondente copertura scritta da parte dei giornalisti.
L’ applicazione è stata scaricata 12,5 milioni di volte dalla sua introduzione nel 2008, e ha 2,8 milioni di utenti unici mensili , secondo l’ AP .

 

La decisione dell’ AP di muoversi in direzione dei contenuti sponsorizzati è un ulteriore segnale della crescente enfasi che gli editori danno a questa linea. Interveti in termini di ‘’Native ad’’, disegnati cioè per imitare più o meno le linee del sito in cui compaiono, non sono più del tutto nuovi per le aziende solo-digitale,  e variazioni sul metodo sono sempre più comuni anche presso testate più tradizionali, come Washington Post – e forse presto -, New York Times e Wall Street Journal .

 

Ma con così tanti editori che campano sui contenuti sponsorizzati, approfittare della pratica potrebbe rivelarsi difficile per l’ AP , che arriva tardi nel gioco sulla Native ad. Ken Detlet, responsabile per la pubblicità digitale all’ AP, sostiene che l’ agenzia è una testata attraente per le aziende a causa della sua reputazione.
Lo sforzo dell’ AP nel campo pubblicitario era cominciato  verso la fine degli anni ’90 , quando l’ agenzia cominciò a creare una serie di siti web per i suoi giornali soci intorno ad argomenti specifico. Kennedy ha spiegato che si trattava di un impegno piccolo, ma esso collocava l’ AP in una posizione tale da poter affrontare con calma la sua successiva incursione nel campo della vendita di pubblicità, nel 2008, quando lanciò la sua applicazione per cellulari.  L’ AP ha poi  sperimentato la Native advertising all’ inizio di quest’anno, con l’ invio di tweet sponsorizzati.

“Ed eccoci di nuovo sul fronte pubblicitario, nel momento di un nuovo cambiamento’’, ha precisato Kennedy.

 

Mr. Detlet, che fa parte di un team di 20 persone che si occupano di strategia digitale e pubblicità, non ha fornito molti dettagli su quali prezzi avranno i contenuti sponsorizzati sul mobile, uno spazio in cui gli editori stanno registrando un traffico in grossa espansione, ma in cui i prezzi degli annunci sono ancora bassi. “Faremo una serie di prove’’, ha annunciato.

 

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