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Foia: dal governo inglese segnali di insofferenza

(a.f.) – Grazie al veto governativo, resteranno segreti i verbali delle riunioni del Governo Blair che hanno portato all’invasione dell’Iraq avvenuta nel 2003. Lo ha stabilito il procuratore generale, Dominic Greve, ignorando le cosiddette Freedom of Information Request (una sorta di accesso agli atti) inoltrate dai cani da guardia del potere inglese, e sovvertendo il parere precedentemente espresso dal commissario all’informazione, Christopher Graham.

Curiosamente, entrambi hanno addotto “l’eccezionalità” del caso quale motivazione ufficiale per la pubblicazione, Graham, e per la secretazione, Greve, dei documenti in questione.

 

 

Eppure, fu proprio Tony Blair a introdurre (salvo pentirsene poi pubblicamente) il Freedom of Information Act – FOIA nel Regno Unito.

E fu l’attuale Premier Cameron a dichiarare di voler guidare il Governo più trasparente al mondo. Quando era all’opposizione. Oggi, infatti, il sentimento del Primo Ministro inglese sembra mutato.

 

Cameron sostiene che il FOIA sta “ostruendo le arterie” del governo e suggerisce di superare l’attuale (e costoso) modello domanda-e-risposta pubblicando maggiori informazioni sulla spesa pubblica: “ciò che il pubblico ha bisogno di sapere è quanto denaro viene speso, se viene speso, e con quali risultati”.

 

Tuttavia, riferisce il Telegraph, il Public Accounts Committee (letteralmente Comitato per la Spesa Pubblica) critica tale approccio affermando che “non è sufficiente” pubblicare enormi quantità di dati grezzi senza renderli metabolizzabili dal grande pubblico.

 

In un rapporto del 31 luglio il Comitato evidenzia che l’80% dei visitatori dei portali governativi dedicati all’open data abbandona i siti in questione immediatamente, senza curarsi di scaricare alcuna informazione. Ciò è attribuibile al fatto che gran parte dei materiali è “presentato in maniera modesta ed è di difficile lettura”.

 

Secondo il presidente del Comitato, Margaret Hodge, riversare sul Web dati grezzi in questa modalità rende difficile per gli utenti fare raffronti ed esercitare una scelta, che poi è l’obiettivo della “agenda per la trasparenza”.

 

Sempre secondo quanto riporta il Telegraph, la scorsa settimana anche il Justice Select Committee ha affrontato la questione, avvertendo il governo di “intromettersi” nel FOIA a proprio rischio e pericolo. La legislazione vigente, evidenzia il Comitato per la Giustizia, rappresenta “un significativo miglioramento della democrazia”, che non ha nuociuto al Governo, nonostante le lamentele di Blair & co.

 

Il messaggio è chiaro. Il Governo dovrebbe aumentare, e non ridurre, il materiale di dominio pubblico, assicurando che venga divulgato in formati accessibili e comprensibili al pubblico. E dovrebbe altresì accettare che non si tornerà indietro sul FOIA, al quale è inopportuno opporsi ogni volta che solleva temi sconvenienti.

 

Questo sì, conclude il Telegraph, potrebbe giustificare le affermazioni di Cameron circa il fatto che la sua è l’amministrazione più trasparente nella storia inglese.

 

 

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