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Dig.it / Vittorio Pasteris, Giornalismo sotto pressione: forti coi deboli nell’ on line

Vittorio Pasteris, giornalista, blogger, editore

 

Un caso particolare (fra i tanti)

 

Nell’on line è molto più facile essere forti coi deboli perchè le testate on line hanno delle strutture economiche e organizzative e di “difesa” che sono molto molto più affastellate. Ovviamente poi è anche molto più facile fare delle pressioni sui deboli che non sui grossi editori.

 

 

C’è un caso che sto seguendo in questi giorni: si tratta di una querela per diffamazione sporta nei confronti di una serie di testate digitali medio piccole che hanno parlato di una particolare persona.

 

E’ stata fatta un’azione massiva dai legali del personaggio in questione per bloccare indistintamente tutto il materiale che è stato pubblicato. Per quello che mi riguarda, essendo io direttore responsabile di una di queste testate digitali, ho fatto una rettifica, come si usa in questi casi, ma i legali del soggetto in questione hanno chiesto un approfondimento, forse un poco eccessivo, che io comunque mi accingo a fare. Questo è un esempio di un’attività di querela di massa, ovvero una rete a maglie strette che ha l’obiettivo chiaro di bloccare un certo tipo di informazione.

 

L’altro motivo per cui si colpisce il digitale è perchè la notizia non è facilmente addomesticabile, come invece accade con maggiore facilità nelle redazioni analogiche.

 

E’ successo recentemente nella mia città Torino, sulle pagine locali di Repubblica con un’intervista “riparatoria” al sindaco Fassino.
Una cosa che io penso è che i redattori che lavorano in rete sono molto meno sprovveduti di quello che pensano le controparti. Non ci troviamo di fronte ad inesperti improvvisatori, e quello che accade ogni giorno sui media giornalistici in rete sta lì a dimostrarlo.

Quindi non è facile per i querelanti colpire con degli obiettivi seri, è assai più facile colpire con intento intimidatorio.

 

Per quel che riguarda la mia esperienza personale, devo dire che avendo anche una certa esperienza in materia, cerco di evitare intimidazioni e più in generale denunce. Ho avuto qualche problema con il mio blog personale, che è abbastanza letto, ma non fa molto contenuto originale, si basa più che altro su segnalazioni e citazioni. Mi è capitato di cadere in alcune di queste reti a maglie strette, di cui paralvamo prima, in cui mi è stato chiesto di rettificare o addirittura cancellare una citazione di terzi.

 

Una volta mi è successo di ricevere uan richiesta in tal senso perchè ero finito in una storia a metà strada fra il diritto all’oblio e una variazione societaria: la persona citata sul mio blog era stato espulso dalla società in oggetto e quindi i suoi ex datori di lavoro nel tentativo di ricostruire un’immagine sociale offuscata, avevano querelato a pioggia per cancellare dalla memoria collettiva tutto quello che questa persona aveva combinato quondo era ancora alle loro dipendenze.

 

Per le testate locali il discorso è più complicato, facendo informazione su piazza non guardiamo in faccia a nessuno. Quotidiano Piemontese è ancora in fase di lancio e quindi cerchiamo di agire con delicatezza, piccoli problemi ci sono, non sono i grandi ad originarli. Questi ultimi hanno compreso che zittire uno o più giornali può doiventare un autogol sulla loro immagine. Quando si esercita un’indebita pressione su un’azienda editoriale della rete, si da il via ad un effetto domino di reazioni indistinte, spesso rovinoso, e che difficilmente si può controllare anche con mezzi potenti. Ricordo a questo proposito un mobilificio che se la prese con un consumatore direttamente e innescò una reazuione così violenta da parte della base on line che alla fine fu costretto a chiudere.

 

Maggiori problemi sul locale li causano, a mio avviso, le aziende medio-piccole, che da una parte ancora non hanno ben chiaro il ruolo delle testate on line nel panorama informativo e dall’altra si fanno molti meno scrupoli e vanno giù dure. Si cerca di tenerli a bada, e si va avanti, non dimenticandosi mai di fare con coscienza e precisione il proprio mestiere di giornalista.

 

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